-di GIULIA CLARIZIA-
Ieri si sono svolti a Roma gli Stati Generali del programma Erasmus, evento inserito nel calendario delle celebrazioni per i trent’anni del progetto. Presso la sala della Protomoteca del Campidoglio, si sono riuniti per una giornata di celebrazione e riflessione sull’Europa che stiamo vivendo alcuni rappresentanti delle istituzioni italiane ed europee, tra cui il Ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli, il presidente dell’INDIRE Giovanni Biondi, il Sottosegretario di Stato con delega alle Politiche e agli Affari europei Sandro Gozi, e i ministrio dell’istruzione e dell’occupazione di Malta Evarist Bartolo e il Sottosegretario di Stato alla Presidenza UE 2017 e fondi dell’UE Ian Borg.
Ma oltre a loro e forse ancora più importante, più di duecento studenti hanno affollato la sala, insieme ad alcune organizzazioni promotrici dell’evento che da anni contribuiscono a rendere l’Erasmus un’esperienza indimenticabile, la Erasmus Student Network, presieduta nella sua sezione italiana da Valentina Presa e la GaragErasmus, presieduta da Francesco Cappè.
Sono proprio gli studenti il cuore dell’iniziativa. Due delegati per ciascuna università che abbia precedentemente manifestato il suo interesse all’iniziativa, come stabilito dall’agenzia INDIRE. E saranno loro a dover discutere e confrontarsi nei prossimi giorni sulle sei tematiche che sono state il centro del dibattito della giornata: l’Erasmus tra global e non global, comunità locali e mondo digitale, Europa unita, cittadinanza europea, Erasmus for all e mobilità tra studio e lavoro.
Un’iniziativa che pone come protagonisti direttamente chi vive una realtà europea diversa e ben più ricca di quella che ragiona per parametri economici. Infatti, come non ha mancato di sottolineare Sandro Gozi, l’Erasmus è “la più grande storia di successo dell’Europa che non fa l’Europa ma gli europei ed è quello di cui abbiamo bisogno”.
Il ministro Fedeli ha a sua volta sottolineato l’importanza di estendere il programma e permettere a più studenti di partire, essendo l’Erasmus l’occasione di incontro che si oppone all’idea della costruzione di muri e barriere, per “un’Europa di civiltà e pace”.
Al termine della giornata la parola è passata ai delegati stessi, ed è degno di nota che la parlamentare europea Silvia Costa abbia voluto appositamente rimanere per ascoltarli, comprendendo a pieno che sono proprio loro la fiamma viva e il futuro del progetto Erasmus, nonché di un’Europa diversa.
Quando si parla di Erasmus tuttavia, per quanto sia senza dubbio il programma europeo che più unisce i popoli e che per questo assume un’importanza politica ben precisa, non bisogna dimenticare che il suo primo fine è didattico, come ha sottolineato la delegata dell’Università degli Studi Roma Tre e membro dell’ESN Livia Siclari. Sebbene l’aspetto umano sia profondo e rilevante, l’Erasmus deve restare un programma per studenti che mira in primo luogo ad approfondire la conoscenza accademica attraverso un diverso punto di vista.
La stessa Livia, tirando le somme della giornata racconta: “Sono rimasta molto positivamente impressionata dal tipo di lavoro che andremo a fare e molto contenta del sostegno politico che abbiamo ricevuto in questa occasione. La presenza dei rappresentanti delle istituzioni di Malta ad esempio, è stato un modo di manifestare il loro supporto”.
Al termine della giornata è stata aperta una piattaforma online in cui nei prossimi giorni i delegati, divisi in gruppi di discussione, continueranno a confrontarsi e a lavorare sulla redazione di un documento ufficiale da presentare al Presidente della Repubblica in occasione delle celebrazioni per i sessant’anni dei Trattati di Roma, il prossimo 25 marzo.
Per la prima volta in veste ufficiale sono gli stessi studenti a lavorare per gli studenti.