Salvini, giù le mani dal 25 aprile: non è storia tua

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Matteo Salvini, proseguendo nella sua campagna elettorale e perorando la causa delle elezioni immediate, confondendo il grano col loglio, ha affermato: “Facciamole il 23 aprile e il 25 festeggiamo la liberazione”. È evidente che la sua liberazione non corrisponde alla nostra (che inizia sempre con la “L” maiuscola). Dando un’occhiata al parterre della manifestazione di sabato, gli consiglieremmo, però, di evitare qualsiasi riferimento. Per due motivi. Parecchi dei suoi compagni di viaggio vengono da culture politiche con non hanno nulla a che vedere con la Resistenza, molti di loro hanno ripetutamente sostenuto che partigiani e repubblichini (cioè quelli che con le loro truci squadracce davano sostegno all’esercito di occupazione nazista nei rastrellamenti) erano da considerare sullo stesso piano. Quell’evocazione potrebbe innervosirli. E, sicuramente, infastidisce noi perché la Liberazione non è storia che riguardi quella piazza.

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