-di FEDERICO MARCANGELI-
Oggi è il grande giorno dell’Italicum. La corte costituzionale si è infatti pronunciata sulla legge elettorale, ponendo fine alle polemiche di questi mesi (e lasciando spazio alle nuove).
Nella giornata di ieri la parola è spettata agli avvocati. La battaglia si è giocata su 2 fronti principali: il premio di maggioranza al 40% ed il ballottaggio. Il coordinamento diretto da Felice Besostri è stato il primo a parlare. Ha sottolineato quanto questa legge elettorale fosse incostituzionale (secondo il loro punto di vista), vista la presenza di molti elementi incompatibili con la Carta. Il pool anti-Italicum ha anche calcato la mano sull’approvazione della legge per mezzo della fiducia, ammonendo sul caso giurisprudenziale che si verrebbe a creare nel caso in cui venisse confermata la costituzionalità.
L’avvocatura dello stato (in rappresentanza della Presidenza del Consiglio) ha risposto punto su punto agli attacchi. La volontà dei “difensori” dell’Italicum è quella di dimostrare l’infondatezza assoluta dei ricorsi, portando ad una conferma in toto della legge.
In particolare si è sottolineato il fatto che la costituzione non vieti il ballottaggio.
Questo è certamente vero, ma la sua adozione è è quantomai discussa nei sistemi parlamentari, essendo adottata soprattutto nel Presidenzialismo e Semi-Presidenzialismo.
La sentenza si pone nel mezzo delle due posizioni, sbilanciandosi però verso gli anti-italicum. La consulta ha bocciato il ballottaggio ma non i capilista bloccati, lasciando anche inalterato il premio di maggioranza nel turno singolo. Il partito al 40% riceverà quindi il 55% dei seggi. Emerge un aspetto di incostituzionalità anche per la norma riferita al capolista eletto in più circoscrizioni. In questo caso la scelta non spetterà al soggetto (come previsto in precedenza), ma avverrà per sorteggio. Resta lo sbarramento al tre per cento: la distribuzione dei seggi avverrà su base nazionale e solo chi supererà la soglia potrà ottenerli. I collegi saranno cento e tutti da seicentomila abitanti ciascuno e la parità di genere verrà assicurata evitando che per uno dei due sessi vi sia una rappresentanza superiore al cinquanta per cento. La legge, per dichiarazione della consulta, è immediatamente applicabile. Si prospetta ora un acceso dibattito sulle prossime mosse del parlamento. E le prime scaramucce hanno definito il posizionamento dei contendenti in campo con il Movimento 5 stelle che sostiene attraverso Danilo Toninelli che le leggi elettorali di Camera e Senato si possono armonizzare in due settimane ma che il Pd vuole fare melina rilanciando sul Mattarellum con l’obiettivo di garantire ai parlamentari la pensione e il Pd che a sua volta, accusa M5s di voler mandare la palla in angolo riaprendo i giochi in parlamento, una riapertura che il partito di Matteo Renzi accetterebbe solo a patto che nel dibattito venga inserita la riproposizione del Mattarellum altrimenti si può andare subito, senza alcun passaggio parlamentare, alle urne.