Riceviamo e pubblichiamo
-di GIORGIO DEL CIONDOLO*-
Dopo il Referendum Costituzionale che ha registrato un voto politico e non un voto di merito sulla legge di revisione, e dopo oltre 70 anni dalla prima Costituente è necessario sicuramente una riforma per adeguarla ai cambiamenti intercorsi da allora. Quindi il PSI dovrebbe riproporre un Assemblea Costituente in concomitanza con le prossime elezioni politiche.
Un Assemblea Costituente eletta dai cittadini in maniera proporzionale di 100 rappresentanti del popolo che in due anni dallo loro elezione definiscano il riassetto Costituzionale, sia nella prima che nella seconda parte della Costituzione vigente.
Credo che anche la prima parte dei principi non debba costituire un tabù, infatti ad esempio nel primo articolo inserirei la parola “libertà” insieme a “lavoro” perché il principio della libertà dovrebbe oggi essere acquisito collettivamente e quindi da sancire in Costituzione, affinché nessuna maggioranza o nessun governo possa assumere posizioni liberticide. Infatti la nostra Costituzione (art.13) riconosce il principio della libertà personale inviolabile ma non esalta il principio della “libertà” in termini assoluti e collettivi. Credo che dopo settanta anni di democrazia il popolo italiano sia universalmente convinto sostenitore della libertà. La liberà è una delle tre parole, insieme a uguaglianza e fraternità, alla base della più importante rivoluzione di liberazione dell’individuo, quella francese di fine ‘700, che è il punto di riferimento per tutti i cittadini liberi del mondo.
Sulla seconda parte della Costituzione quella sull’ordinamento della Repubblica si dovrebbe tendere alla semplificazione dei livelli passando da 4 a 3 livelli; quella in vigore prevede 4 livelli: Stato-Regioni-Province e Comuni, troppi per una società moderna, sarebbe opportuno averne tre: lo Stato Unitario; Macroregioni; Macrocomuni. Tutti eletti direttamente dal popolo e mai più Enti di secondo livello, cioè non eletti direttamente dai cittadini. Macroregioni e macrocomuni determinati da referendum popolari. Riduzione delle Regioni a Statuto speciale, riconoscendolo solo alle diversità linguistiche e/o culturali; soppressione del Senato della Repubblica ed elezione diretta del Presidente della Repubblica seppur in un regime Parlamentare e non Presidenzialista, per evitare la logica del leaderismo, non più un capo-unico al comando com’è stato negli ultimi venti anni.
Riscrivere alcune parti della Costituzione vigente con un ottica di riforme che diano più peso ai cittadini, salvaguardando le aree più deboli del paese: sia tra nord e sud, sia tra grandi aree urbane e località a scarsa densità abitativa ma che sono di grande importanza per il territorio nazionale e l’ambiente.
Una proposta Socialista per la Riforma della Costituzione dal basso dando voce ai cittadini con un Assemblea Costituente del Duemila.
*Consiglio Nazionale PSI