Pensioni, ora chiarezza sui soldi

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-di SANDRO ROAZZI-

Pensioni, soldi in tavola. Se non ci saranno rinvii questa settimana si dovrebbe sapere quanto realmente il Governo intende destinare alle soluzioni ipotizzate sulle pensioni. Il “quantum” è considerato dal sindacato dirimente. La Cgil in particolare non pare voglia fare… sconti sempre che alla resa dei conti non bocci nuovamente il meccanismo dell’Ape in quanto tale. Come si sa l’ultimo chilometro per la confederazione guidata dalla Camusso è il più difficile. 

Il fatto e’ che il tempo passa ed i dubbi non calano, anche se lo sforzo per puntare ad un risultato positivo c’è stato (e forse c’è ancora da parte di alcuni dei protagonisti) e alcune intese sembrano possibili. In realtà il confronto contiene tuttora luci ed ombre. Offre soluzioni a coloro che sono stati penalizzati insieme dalla legge Fornero e dalla recessione come i disoccupati, viene incontro a situazioni difficili come nel caso di disabili e loro familiari in vista del pensionamento, ma non sembra ancora in grado di avviare una vera stagione di flessibilità con l’Ape. 

Le ragioni che hanno portato al meccanismo in questione si rifanno alla esigenza di evitare contestazioni da Bruxelles per un verso e graduare gli oneri per un altro (offrendo opportunità a banche e assicurazioni, quasi fosse una premessa ad un cambiamento futuro del sistema previdenziale) . Ma proprio in questi giorni si riaffaccia la preoccupazione di chi teme che tale operazione, furba e ingegnosa quanto si vuole, finisca come il tfr in busta paga vale a dire… un buco nell’acqua. È infatti complicato che chi può restare al lavoro (e soprattutto possiede redditi medio-alti) voglia accollarsi oneri pesanti per anticipare l’uscita verso la pensione. Se così fosse salterebbe anche la speranza di usare questa via per fare posto nel mondo del lavoro ai giovani.

Forse sarebbe il caso di ripensare l’intera vicenda per favorire un vero avvio su larga scala di un sistema generale di flessibilità da lavoro a pensione che abbia chances di riuscire ( anche se è impensabile sfuggire al pedaggio di una pur minima penalizzazione). Ma anche sulle pensioni in essere qualche considerazione va fatta: vero che la quattordicesima… allargata e la equiparazione nella no tax area con il lavoro dipendente sono meglio di niente e danno respiro ai redditi di pensione più bassi, ma è anche vero che l’attuale mondo dei pensionati avrebbe bisogno di un piano pluriennale di rivalutazione degli assegni pensionistici. Anche considerando il fatto che le previsioni in materia di inflazione e Pil rendono quasi inservibili gli attuali sistemi a sostegno del potere di acquisto delle pensioni che inevitabilmente si erodono con il passare degli anni. 

Probabilmente invece si agirà sul versante di una migliore assistenza ai ceti più disagiati, quella che Boeri stigmatizza perché non sarebbe vera equità. A questo punto sarebbe già tanto che trovassero soluzione i casi più esposti. Il sindacato potrebbe sostenere validamente che il suo impegno ha pagato, il Governo potrà sperare di incassare altro consenso con quelle che riterrà comunque sue concessioni. Il tutto fino alla prossima puntata. Se invece il confronto si avvitasse ci troveremmo a vivere un autunno quanto mai teso. Non dimentichiamo, infatti, che vi sono anche i contratti, pubblico impiego e metalmeccanici in testa, in pista. E contratti più pensioni potrebbero costituire sul piano sociale una miscela esplosiva. Ma la strada del buon senso e del realismo finora pare essere ancora aperta. Da vedere quanti la imboccheranno.

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