Non si può leggere senza il più grande degli sbalordimenti il recente libro di Manlio Graziano “Guerra santa e Santa alleanza”. In esso si sostiene come una verità autoevidente che tutte le tradizioni religiose sono tornate ad avere un peso sula scena politica. E si sostiene altresì che è in atto nel mondo intero una tendenza alla desecolarizzazione certificata dal fatto che “ovunque c’è , più o meno diffusa , più o meno confusa, la tendenza ad affidarsi alla religione per risolvere , o almeno alleviare, i numerosi e complessi problemi della società contemporanea , che i partiti tradizionali non sembrano più in grado di risolvere”.
Nulla di più contrario alla realtà , se si concentra l’attenzione sull’attuale stato di salute del cristianesimo nell’Europa occidentale. Infatti , è in atto – e non da ieri – un silenziosa rivoluzione culturale di tali dimensioni e di tale profondità che è emerso quello che Enzo Bianchi ha descritto come “un novum molto appariscente : la sopravvenuta condizione di minoranza da parte dei cristiani, minoranza numerica di fronte a una grande massa di indifferenti e di agnostici rispetto alla Fede”. Non diversa la constatazione fatta dallo scrittore cattolico Simon Hippolyte : “Dal momento che né la Fede nella creazione , né la Fede nella resurrezione di Cristo sono presenti nella maggioranza dei Francesi , è inevitabile concludere che essi non sanno più di ciò che è o potrebbe essere la Fede in un Dio trascendente . In altri termini , la maggioranza dei Francesi si trova fuori della tradizione giudaico-cristiana , del monoteismo. Non c’è nessuna via di mezzo: se essi non procedono più dal monoteismo , significa che procedono da una forma di paganesimo”. Ancora più drammatica , per il futuro del cristianesimo , la sintetica prognosi formulata da Lord Carey ( già arcivescovo di Canterbury ) durante il sinodo dei vescovi della Church of England tenutosi l’anno scorso. : “ La Chiesa d’Inghilterra è soltanto a una generazione dall’estinzione”. Lo è per il collasso del numero dei praticanti e per la rarefazione delle vocazioni.
Di fronte a questi fatti di proporzioni macroscopiche , si capisce agevolmente perché Paul Veyne sia giunto alla conclusione che “la nostra Europa attuale è democratica , laica , sostenitrice della libertà religiosa , dei diritti dell’uomo , della libertà di pensiero , della libertà sessuale , del femminismo e del socialismo o della riduzione delle disuguaglianze . Tutte cose che sono estranee e talvolta opposte al cattolicesimo di ieri e di oggi, talché il cristianesimo ha cessato di essere le radici dell’Europa”. Con buona pace di Graziano e di coloro che hanno preso sul serio la sua fantasiosa ricostruzione del ruolo della religione – e , in particolare, del cristianesimo — nella società europea.
Credo che il cattolicesimo, di oggi soprattutto, con Papa Francesco poi, non sia estraneo a molte delle cose elencate; anzi. E, come dice il presidente Tamburrano nel precedente articolo, Papa Bergoglio è l’unico che scalda i cuori, non solo cattolici. Poi sui numeri purtroppo ha ragione. Tanta gente non crede e, dal mio personalissimo punto di vista, non è buona cosa. Saluti socialisti!