MAFIA CAPITALE

Maltempo: su social network foto 'Shelf cloud' e doppio arcobaleno-di VITTORIO EMILIANI-

Una delle cose che più impressionano nello scandalo di Mafia Capitale non è la quantità di denaro pubblico “succhiato” e finito in corruzioni grandi e piccole, nei libri-paga per politici corrotti, bensì la sostanziale osmosi fra mondo criminale, mondo degli affari, mondo della politica locale (e locale sta per Roma Capitale). In effetti le cifre del Mose di Venezia o della stessa Expo di Milano sono ben superiori a quelle per ora accertate da polizia e magistratura a Roma. La “qualità” però è più velenosa, inquinante, capillare. All’inizio pensavamo che i nostri sospetti sulla gestione comunale da parte della destra, tradottisi in inchieste giudiziarie già in stato avanzato sulla scandalosa Parentopoli nelle partecipate maggiori, fossero confermati e che la marea nera si fermasse alla data della caduta di Gianni Alemanno e non debordasse, limitatamente, ma debordasse oltre quella data, sporcando anche la giunta Marino, qualche suo elemento. Aspettiamo verifiche e riscontri e però che esponenti del Pd romano (per scalcinato che questo sia) abbiano accettato, come pare, le lusinghe di personaggi del sottobosco romano cresciuti di statura col centrodestra e con precedenti piuttosto vistosi nell’area stessa del terrorismo neofascista non era pensabile.

Non facciamo di ogni erba un fascio e però dopo lo scandalo dei rimborsi e delle spese pazze alla Regione Lazio dobbiamo ancora una volta constatare che i confini fra maggioranze e opposizioni si sono fatti assai meno marcati. Frutti avvelenati di una cultura consociativa mai scomparsa? In parte sì, la consociazione è un vecchio difetto italiano. Accentuato dal fatto che dal 1993 in qua i consigli comunali e regionali hanno perduto molte delle loro funzioni di controllo e di decisione. L’opposizione non ha praticamente più strumenti per rovesciare anche situazioni fortemente deteriorate per la maggioranza al governo. Ha affermato di recente Manin Carabba presidente emerito della Corte dei conti: “Restano le esigenze di rafforzare le assemblee elettive, la democrazia ha bisogno di esse, e noi ne abbiamo visto il totale svuotamento, nei Comuni e nelle Regioni”. E poi: “I Consigli regionali sono in condizioni terribili di vacuità e di perdita di peso”.

Il governo Renzi tende a rendere impossibili i controlli delle Soprintendenze su edilizia e territorio e si appresta a nominare i segretari comunali quali fiduciari dei sindaci e delle giunte senza più selezionarli per concorso. Via altri controlli “neutrali” dopo che sono sparite con le Regioni le Giunte Provinciali Amministrative diretta dai prefetti e con le Regioni siano nati i Co.re.co ben presto “politicizzati” e divenuti quindi superflui…Gli enti regionali e locali, ormai incontrollati (se non, in ritardo, dalle Corti regionali dei conti), dovevano “autocorreggersi”. In molti casi hanno preferito “autocorrompersi”. E buonasera. Ma si può continuare così?  AUGURI PER IL 2015!

fondazione nenni

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