E’ cambiato il mondo ma non l’ingiustizia!

SOCIALISMO-ANTONIO TEDESCO-

Mai come oggi, le tradizionali distinzioni del campo politico vengono da più parti contestate, in quanto contrapposizioni che avrebbero ormai fatto il loro tempo. I partiti perdono voti e perdono iscritti e non riescono più ad esercitare un controllo sui propri elettori. Il recente dato sull’affluenza alle regionali è sintomo di grandissima disaffezione verso i partiti. Come sostenuto da Ilvo Diamanti rischiamo di diventare un popolo di apolidi. Scettici. Senza fissa dimora. Privi di fede, patria e comunità.

A crescere elettoralmente sono solo quei Partiti, Movimenti(Lega Nord e M5S), che rinnegano qualsiasi forma di appartenenza politica e sostengono una politica attenta a pescare quotidianamente, in quel che resta del mercato elettorale, più consensi possibili con temi capaci di alimentare rabbia e frustrazione.

Dietro a questo assopimento, alimentato dalla crisi culturale in Italia (vedi la moria delle librerie e delle case editrici e dei giornali, il tasso di abbandono scolastico), vi è una precisa strategia dei poteri forti: evitare che gli italiani prendano coscienza che il vero tema, la battaglia principale, è la redistribuzione delle ricchezze, la lotta alle disuguaglianze economiche e sociali, il benessere diffuso, il diritto alla felicità individuale e collettiva.

La sinistra italiana, sembra che da questa fase non si riesca più a riprendere anzi continua clamorosamente a mancare una ricetta di sinistra, di alternativa politica ed economica al sistema, capace di affrontare questa infinita crisi economica. La sinistra da molti anni non si concepisce fondamentalmente come “soggetto organizzatore ed unificatore” di bisogni ed interessi dei più umili ed oppressi o della “classe”, come si diceva una volta. Invece la destra è viva, perché è viva quella visione che le diseguaglianze siano ineliminabili.

Anche i personaggi che hanno fatto grande la sinistra italiana sembrano offuscati. Restano in piedi solo alcuni personaggi della storia dei movimenti dei lavoratori italiani, come Berlinguer, Pertini, Nenni ma vengono esaltati solo come esempi di virtù morali e della politica pulita e non come grandi leader che hanno guidato importanti Organizzazioni dei lavoratori italiani.

Come si può pensare che oggi non sia più attuale una cultura politica di emancipazione delle forze lavoratrici, di riscossa dalla disoccupazione, di lotta alla povertà proprio in questi anni in cui sono aumentate le discriminazioni economiche e sociali? Come si può pensare che non sia necessario un antidoto alla prepotenza dei poteri forti?

Compito dell’oggi sarebbe quello di trasformare un esercito di lavoratori isolati, precari, disoccupati, frantumati e dispersi in un “popolo”. Per fare in modo che si creino le condizioni oggettive per la rinascita di una cultura proiettata all’emancipazione e alla riscossa delle classi lavoratrici c’è bisogno di un partito socialista che riprenda la lotta culturale e politica con strumenti nuovi e con una visione e una moderna organizzazione del Partito; un Partito meno casta, meno privilegi, con una struttura snella e con una politica fatta con competenza, sobrietà, serietà.

Non si tratta di essere radicali, estremisti ma semplicemente fedeli al progetto originario delle forze di sinistra, quantomai attuali. Non si tratta di fare la rivoluzione ma di tutelare gli interessi della maggioranza della popolazione che oggi in Italia vive spesso al di sotto della soglia minima di povertà.

Il grosso nodo da sciogliere è capire come ricostruire una forza socialista in Italia capace di trascinare le masse e far tornare l’entusiasmo, senza l’ansia di aspettare invano il messia, il capo carismatico-mediatico, ma capace di essere forte nei territori, nei quartieri e fedele agli obiettivi di costruzione di una società più giusta.

Probabilmente la prima cosa da fare è rilanciare con forza la proposta del reddito di cittadinanza con l’idea di offrire ai lavoratori, una rete di protezione universale che permetta di sottrarsi al ricatto della disoccupazione. Poter beneficiare di un reddito di garanzia dovrebbe servire a “riunificare il mondo del lavoro. Poi sostenere la necessità di investire e di orientare lo sviluppo economico su settori chiave come la ricerca scientifica, la cultura, la tutela del paesaggio, le energie sostenibili.

E’ cambiato il mondo, è vero, ma non l’ingiustizia!

 

fondazione nenni

Via Alberto Caroncini 19, Roma www.fondazionenenni.it

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