Come al solito

Sull’inserto”La lettura” del Corriere della Sera del 27 gennaio è apparso l’articolo “Toghe con le gonne. La Rivincita” a firma di Giovanni Bianconi.
Nel testo si ricostruisce il travagliato percorso delle norme che consentirono l’accesso delle donne all’amministrazione della giustizia. E’ un articolo interessante, pieno di dati e di nomi. Sono citate, ad esempio, le deputate Maria Federici, democristiana, e Maria Maria Maddalena Rossi, comunista, per la loro battaglia in seno all’Assemblea costituente. Come al solito non sono citati i socialisti. In particolare Bianca Bianchi e soprattutto Lina Merlin che non meno della Federici e della Rossi si batterono per i diritti delle donne.
E questo impegno fu sottolineato dalla Merlin, nel dibattito che si tenne in Senato il 15 novembre del 1956 sul disegno di legge “Partecipazione delle donne all’amministrazione della giustizia nelle Corti di assise e nei Tribunali per i minorenni”.
La Merlin rintuzzò in modo argomentato, ma anche con sarcasmo le obiezioni, anzi i luoghi comuni maschili – che andavano dalla convinzione che le donne in genere sono fatue, leggere, superficiali e si farebbero condizionare da un bel giovane sottoposto al loro giudizio fino alla differenza della circonferenza del cranio femminile rispetto a quello maschile – avanzati contro questo provvedimento: “Poche donne si entusiasmano per i bei giovani che siano vuoti di cervello, come invece gli uomini, anche togati, si entusiasmano per le donne, specie quando sono oche”.

Gianna Granati

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