E così c’è dentro pure la sinistra! E – sembra – c’è in pieno. Dunque il regime pubblico italiano è “sistema” nel senso che non si salva nessuno dalla corruzione.
Qui ci illumina il nostro Marx: è sistema soprastrutturale e non strutturale nel senso che la “gente”, per dirlo in modo appropriato, non si sente coinvolta o meglio si sente coinvolta perché ne è vittima, la vittima di una corruzione generalizzata che la offende nei suoi valori, che la impoverisce e la indigna. Sintomatico è che il “cittadino” ha subito pensato che l’IMU coprirà i buchi del MPS!
Io non mi stancherò di dire che la “sinistra” può mettere in soffitta Marx e tutti i santi marxisti, ma non può perdere la sua moralità che si chiama giustizia e dunque moralità la cui essenza è l’uguaglianza: non tanto, e non solo l’uguaglianza economico-sociale dei cittadini nelle condizioni di partenza, ma l’uguaglianza come base del vivere collettivo, a prescindere dalle capacità personali di ciascuno. Ora, paradossalmente, questa parità tra destra e sinistra e’ – quasi – raggiunta: ma in negativo e cioè secondo un criterio di valutazione che ha fatto in passato la differenza sostanziale tra moralità della destra (il capitalismo) e quella della sinistra (il socialismo).
Fin ora io ho rimproverato alla sinistra errori, anche molto gravi, ma non il “tradimento” e cioè di essere uguale all’antico antagonista: ora si’ che si può dire che è morta la dialettica ed è “finita la storia” per chi si è illuso – a cominciare da me – che la fine della mistificazione comunista avrebbe riaperto la dialettica, restituito alla sinistra il compito di lottare per umanizzare l’umanità.
Bersani indignato ha esclamato: “Se ci accusate vi sbraniamo!”. Coraggio! Avrà molto da lavorare. Poiché il coinvolgimento può essere di due tipi: diretto e necessariamente limitato e può essere indiretto. Questo è molto più grave perché è di carattere etico-politico: “così fan tutte”.

Giuseppe Tamburrano