Conformismo e Chiesa cattolica -1-

Apprendo – con gran meraviglia – che il focolaio del conformismo albergherebbe nella cultura progressista di matrice illuministica. Così Galli Della Loggia sul Corriere della Sera  (30-12-2012). In verità, la più agguerrita agenzia del conformismo, l’antesignana del politically correct, è da sempre la Chiesa cattolica. Dalla Controriforma fino ai giorni nostri. Concordo sul fatto che “è sempre così raro ascoltare voci fuori dal coro”; è anche vero che troppo spesso si cerca di aver ragione “appiccicando etichette a chi dissente invece di discutere gli argomenti”. Questo odioso abito mentale, però, l’ha forgiato, in secoli di proselitismo ed egemonia culturale, proprio quel Cattolicesimo romano per il quale Della Loggia manifesta tanta ammirazione. La mania di bollare o condannare il dissenziente solo perché osa pensare con la propria testa, risale, genealogicamente, al Cattolicesimo. Anche il Partito comunista italiano aveva assorbito, per osmosi, la mentalità fideistica cattolica.

L’Illuminismo è un movimento poliedrico e contradditorio. I suoi esponenti non sono da santificare: hanno espresso anche idee discutibilissime  (si pensi al pregiudizio anti-ebraico di Voltaire). Nonostante gli eccessi polemici e le ingenuità, però, i philosophes (ri)legittimarono lo spirito critico, che languiva. Promossero a tutto campo l’etica del dubbio razionale. E si batterono contro ogni forma di dogmatismo. Un lascito memorabile, fonte della vitalità dell’Occidente. L’Illuminismo è stato la testa d’ariete con cui la modernità ha fatto breccia nella città sacra. Mi arruolo dunque come volontario tra le “vestali dell’Illuminismo” che, suscitando lo scandalo dei benpensanti, additano il Cattolicesimo “alla pubblica esecrazione”.

Fa bene, però, Della Loggia a magnificare il Cattolicesimo: ciò è perfettamente in linea con il suo pensiero conservatore. Noi progressisti o ‘liberal-socialisti’ non siamo anti-cristiani. Molti di noi guardano con favore al Protestantesimo. La Riforma, il più gran evento rivoluzionario della cristianità, consacrò il principio del libero esame dei testi sacri. Ovvero: libertà di coscienza. Una qualche forma di spirito critico (ri)cominciò  ad aleggiare su un’Europa addormentatasi in un profondo “sonno dogmatico’’. Saranno gli illuministi a raccogliere il testimone dai teologi protestanti più arditi e libertari. E gli illuministi, a loro volta, ispireranno generazioni successive di protestanti – si pensi alle posizioni progressiste sul sacerdozio femminile e sull’omosessualità della Chiesa anglicana, considerate eretiche dai cattolici. Il culto della libertà e l’anticonformismo dominano la cultura anglo-sassone, che ha un imprinting protestante, e non quella italiana, che è intrisa di cattolicesimo. L’unico sprazzo di luce nel Cattolicesimo è stato il Concilio Vaticano II, affossato scientemente da tutti i Papi succedutisi al mitico Giovanni XXIII.

(1-Continua)

Edoardo Crisafulli

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