Giornalista russo “morto” torna in vita

-di MAGDA LEKIASHVILI-

Il governo russo viene smascherato. Lo scenario scritto a Mosca vede come protagonista il giornalista russo, Arkady Babchenko, anzi la sua morte. Ma non tutto è andato esattamente come previsto.

Martedì si è diffusa la notizia dell’assassinio, a Kiev, del giornalista, che nel suo lavoro criticava molto Vladimir Putin. Secondo i media era stato colpito da un’arma da fuoco a casa sua ed era deceduto durante il tragitto verso l’ospedale.

Babchenko si era trasferito da Mosca a Kiev pochi anni prima, per motivi di sicurezza sua e della propria famiglia, temeva soprattutto per la propria vita. La notizia dell’omicidio è stato l’argomento principale sia dei telegiornali russi e ucraini che per il resto del mondo. Hanno aggiunto Arkady Babchenko alla lunga lista delle vittime di Putin. Il giorno seguente i servizi segreti ucraini hanno richiamato i giornalisti per comunicare che Babchenko era vivo. Il giornalista ha gettato ondate di confusione in tutto il mondo quando è arrivato ad una conferenza stampa mercoledì, meno di 24 ore dopo che era stato dichiarato morto. Il capo dei servizi di sicurezza ucraini, Vasyl Hrytsak, ha detto che la messa in scena è stata elaborata per catturare i killer pagati dalle forze russe. Le forze speciali stavano preparando l’operazione da due mesi. La polizia ha già arrestato una persona.

Arkady Babchenko aveva collaborato con gli ucraini per far saltare il piano del suo omicidio programmato dai russi. Secondo lui, l’informazione che i servizi segreti russi hanno ordinato il suo assassinio, è stata scoperta due mesi prima. Dopodiché aveva deciso di reggere il gioco, il che prevedeva anche la diffusione della falsa notizia della sua morte.

La moglie e i figli erano le uniche persone al corrente del fatto che per un paio di ore il giornalista sarebbe stato “ufficialmente morto”. È stata la moglie a dichiarare di aver trovato il marito incosciente e ferito appena entrata in casa.  L’operazione era talmente segreta che nessun altro famigliare ne era a conoscenza. Infatti, Babchenko si è scusato in diretta davanti alla moglie, per averla messa in queste condizioni, e davanti agli amici, per avergli nascosto la verità. Solo in assoluto silenzio poteva aiutare gli investigatori, arrestare gli esecutori e far fallire il piano ai mandanti. D’altronde, non aveva altra scelta. Per rimanere vivo, doveva fingersi morto. La reazione di Mosca non si è fatta attendere, i media hanno immediatamente definito questa messa in scena come un atto di provocazione verso il governo.

Avvocato per istruzione, Babchenko è due volte veterano del conflitto ceceno, viaggiando prima come militare e poi come soldato a contratto. È fuggito dalla Russia in Repubblica Ceca nel febbraio 2017, prima di stabilirsi definitivamente in Ucraina. Il suo rapporto critico sulle guerre in Ucraina e in Siria lo ha reso un bersaglio. La tv di stato russa è stata particolarmente esplicita nel criticare un post sul blog scritto dal giornalista in merito allo schianto di un aereo militare diretto in Siria. Babchenko ha espresso “indifferenza” per la morte di “rappresentanti militari” e ha ricordato ai lettori gli eccessi russi ad Aleppo.

magdalekiashvili

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