di Rita Borelli
La coscienza di Zeno: romanzo-viaggio nella sinuosità della mente umana, indagine profonda ed a tratti ironica nel labirinto dei desideri, delle ossessioni e delle contraddizioni che abitano il cuore del protagonista, come di ognuno dei noi: Zeno Cosini.
il Teatro Quirino ha aperto la nuova stagione con la riduzione teatrale dell’opera più nota di Svevo, firmata da Paolo Valerio (anche regista dello spettacolo) e Monica Codena. Protagonista, un attore di rara bravura: Alessandro Haber.
Zeno è un piccolo borghese di Trieste che quotidianamente tiene un diario dove cerca di capire se stesso. Lo spettatore, piano piano, attraverso le annotazioni riportate dal protagonista, scopre la sua complessa psicologia. Quella di un uomo affetto da nevrosi e contraddizioni, con vizi e debolezze che non riesce a controllare e relazioni affettive complicate.
La sua vita, i suoi rapporti familiari, le sue dipendenze dal fumo e la sua relazione con lo psicoanalista che lo segue e invano cerca di aiutare a guarire. Zeno descrive il matrimonio con Augusta, che ha sposato non amandola, per ripiego, essendo stato rifiutato dalle altre due sorelle della moglie. Parla del suo rapporto con l’amante Carla. Le vicende amorose di Zeno si intrecciano con quelle professionali e con le dinamiche familiari, creando così un quadro articolato. Le caratteristiche principali che emergono nella rappresentazione sono l’instabilità e l’ambiguità della coscienza umana. Il protagonista è un anti-eroe che cerca di giustificare i suoi difetti attraverso una forma di logica autocritica, tentando di offrire una visione meno banale e tutt’altro che ipocrita (caratteristica tipica della società borghese così additata e mal vista da Svevo) dell’umanità con le sue imperfezioni. A completare questo intricato polittico, una serie di interrogativi di importanza vitale: qual è il significato della vita nella sua spicciola quotidianità? Quale quello della dipendenza? È mai possibile sfuggire alle insidie che la vita pone all’uomo ogni giorno?
Nella riduzione teatrale di Valerio e della Codena, la struttura drammaturgica segue pedissequamente (qui sta il limite principale dell’operazione) il dettato sveviano.
A inizio spettacolo, un occhio gigantesco si staglia sul sipario ancora chiuso e osserva, percorrendo ogni angolo del teatro, quasi suggerendo che ognuno è osservato intimamente e deve riflettere su se stesso, sulla sua “coscienza”, sulla propria lotta interiore, sui dubbi e le debolezze che potrebbero tormentare l’animo di ciascuno dei presenti.
Le luci si spengono e il sipario si apre. Alessandro Haber fa il suo ingresso sul palco. La sua presenza e la sua abilità nell’interpretare il personaggio reggono con straordinaria forza l’intero spettacolo. Le sue capacità attoriali, espressive e vocali: un insieme di misura e leggerezza magnificamente combinate, conferiscono un senso profondo ad ogni scena, emozionando il pubblico. Ogni suo gesto, inflessione, sguardo e mimica del viso sono orchestrati con minuziosa consapevolezza.
Bravi ma non particolarmente incisivi gli altri coprotagonisti, i quali hanno mostrato dedizione e impegno costante, senza però essere riusciti a raggiungere vette interpretative notevoli.
Eppure anche il loro apporto ha avuto la sua importanza nell’insieme, perché il teatro, da sempre, è, è stato e sarà un’arte collettiva dove tutti – attori, registi, autori, scenografi e tecnici –, sono al servizio gli uni per gli altri e, insieme, per il pubblico.
Rita Borelli
Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia
Goldenart Production
presentano
ALESSANDRO HABER
LA COSCIENZA DI ZENO
di Italo Svevo
adattamento Monica Codena e Paolo Valerio
con Alberto Onofrietti, Francesco Migliaccio
e con Valentina Violo, Ester Galazzi, Riccardo Maranzana, Emanuele Fortunati, Meredith Farulla, Caterina Benevoli, Chiara Pellegrin, Giovanni Schiavo
scene e costumi Marta Crisolini Malatesta
luci Gigi Saccomandi
musiche Oragravity
video Alessandro Papa
movimenti scena Monica Codena
Regia PAOLO VALERIO