Di Rita Borelli
Tra le ondate spumeggianti del mare, e dove la natura regnava sovrana, si legò appassionato e tormentato il destino di due anime. Venere, la dea della bellezza incontrò lo sguardo ardente di Adone, un giovane affascinante e temerario e tra i due sbocciò la passione. Divennero amanti. Venere e Adone è una storia d’amore e tragedia della mitologia romana. La trama del mito narra che Adone era stato predestinato da un fato malvagio a vivere un amore travolgente e morire ancora giovane, ferito da un cinghiale durante una battuta di caccia. Venere, disperata per la sua perdita, avrebbe pianto così tanto da far sbocciare con le sue lacrime il fiore dell’anemone, simbolo di dolore per il perduto amore.
La leggenda vuole che ogni anno, con il sopraggiungere della primavera, i fiori dell’anemone sboccino a ricordo di questo amore e della sua perdita. Una storia che è stata continua fonte d’ispirazione per molti artisti e poeti nel corso dei secoli, e che ha dato vita a dipinti, sculture e opere letterarie che hanno esplorato questo tema in profondità.
Anche Shakespeare ha riscritto il mito di Venere e Adone in uno dei suoi primi lavori, raccontando in modo affascinante e delicato le sfumature del desiderio, dell’amore e della morte, riflettendo sulle complesse dinamiche delle passioni umane. La sua prosa cattura le emozioni e i conflitti dei personaggi in modo coinvolgente, creando un’opera che ha contribuito nel tempo a consolidare la sua reputazione di maestro delle parole ed emozioni.
È col mito di Venere e Adone che Roberto Latini è andato in scena al Ginesio Fest 2023. Sua la rivisitazione drammaturgica, l’interpretazione e regia, su musiche e suono di Gianluca Misiti.
Su un palco semibuio e sprovvisto di elementi scenici significativi entra l’artista. Indossa jeans e t-shirt. Ha sulle spalle ali metalliche che sembrano essere molto pesanti. Si comprende immediatamente che l’adattamento sarà una reinterpretazione in chiave moderna.
I ruoli dei personaggi avranno certamente contorni sfumati, descriveranno ognuno le proprie sfide in modo anticonvenzionale, facendo emergere figure diverse da quelle abituali, così da disorientare lo spettatore, chiamato a fare un grande lavoro di ridefinizione e collocazione di quanto proposto dall’artista. Forte è l’impatto e il ruolo che la tecnologia svolge già, ma che sempre più prepotentemente avrà sulle relazioni umane. Arrivando addirittura a sostituire l’amore con quello virtuale e di solo possesso senza sentimenti con un cane robot. Mostrandoci, così, come potrebbero diventare in un prossimo futuro i rapporti umani.
L’artista racconta il mito di Venere e Adone utilizzando addirittura meccanismi sonori che modificano fortemente la voce, rendendola stridente e talvolta incomprensibile. Interpreta il cinghiale, bestia che uccide Adone nei panni di Riccardo III, uomo malvagio e incarnazione della ferocia animale: “ Sei tu che ignori, infame, tutte le leggi di Dio e degli uomini. Non c’è bestia che sia tanto feroce da non conoscere almeno un briciolo di pietà. Ma io non ne conosco, perciò non sono una bestia”. È così che ogni personaggio parla dei suoi sentimenti ed emozioni, in una rivisitazione visionaria e attualizzata all’estremo, tanto da non riconoscerne i tratti.
Premiante l’idea del cane robot telecomandato dall’artista, il quale monopolizza l’attenzione del pubblico mostrando atteggiamenti propri degli umani, creando empatia e ilarità.
Singolare e allo stesso tempo problematico l’approccio audace dell’attore nel portare questa visione personale del mito di Ovidio. Tuttavia, in tale percorso si è allontanato in maniera significativa dalla trama e dall’atmosfera originali. L’equilibrio tra innovazione e rispetto per l’essenza dell’opera è fondamentale, e purtroppo in questo caso il desiderio di essere visionari ha oscurato l’essenza profonda di un capolavoro antico.
San Ginesio – Ginesio Fest 2023
24 agosto 2023 ore 21:30
Chiostro Sant’Agostino
Venere e Adone
di e con Roberto Latini
musiche e suono Gianluca Misiti
luce e direzione tecnica Max Mugnai
produzione Compagnia Lombardi-Tiezzi
in collaborazione con Epica Festival, Fondazione Armunia Castello Pasquini – Festival Inequilibrio, Fortinbras Enterprise
con il sostegno di Regione Toscana e MiC