Mio Eroe – Recensione

Rita Borelli

Mio Eroe è il titolo della seconda rappresentazione portata in scena dalla bravissima Giuliana Musso per il Ginesio Fest 2023. In questo spettacolo di cui l’artista è sceneggiatrice e regista, con la collaborazione drammaturgica di Alberto Rizzi, la Musso ha descritto ed esplorato il profondo del cuore di tre madri che hanno vissuto il dolore straziante della perdita del proprio figlio durante quella che per anni è stata definita “missione di pace”  in Afganistan da parte di militari Italiani.

 

La guerra, si sa ha su ogni essere umano un impatto devastante, sia per chi si trova nei scenari operativi, che  per i  familiari che vivono un coinvolgimento emotivo diverso e forse ancora più doloroso. Sperimentano ogni giorno l’attesa e la paura costante di poter ricevere la notizia della scomparsa del loro caro. In entrambe le situazioni, ciò è causa di profonde ferite psicologiche: ansia, depressione, stress e persino disturbi dell’umore.

 

La guerra in Afghanistan, perché di guerra si tratta purtroppo, non è stata una missione di pace ma uno scenario di un conflitto che ha coinvolto numerosi paesi, europei ed  extra europei. Alcuni corpi militari Italiani, come per esempio gli Alpini, sono stati impiegati allo scopo di stabilizzare le diverse parti dell’Afghanistan e riportare nel paese la libertà e la pace.

 

Negli anni, si è constatato che sebbene molte unità dell’Esercito Italiano abbiano preso parte ad operazioni di peacekeeping e addestramento delle forze di sicurezza afghane, fornendo loro le attrezzature e le basi necessarie a compiere missioni complesse e pericolose dovute alla presenza di gruppi ribelli e terroristici: sono avvenuti episodi che hanno portato alla morte di alcuni soldati italiani, sia in incidenti che in attacchi nei fortini in cui prestavano il loro servizio. Questi eventi hanno causato nelle famiglie lutto e dolore, mettendo  in risalto quanto ardua e complessa sia la  sfida ad operare in un ambiente ostile come quello Afgano.

 

È tutto questo che la Musso ha messo in luce attraverso il racconto terribile di tre madri. Ognuna delle quali ha parlato in modo intimo ed esclusivo del suo rapporto con il figlio e di come abbia cercato la forza di andare avanti e vivere malgrado l’immenso dolore di una così grande tragedia.

 

Una donna si siede al centro del palcoscenico. La scenografia identica per tutta la rappresentazione mostra una panca e dei vasi di rose ai lati.

La prima madre parla inizialmente quasi con incertezza. Racconta dello shock subito e del dolore sperimentato che l’hanno portata alla negazione e rifiuto della morte del figlio. Non si piange chi è vivo. Si ricordano solo i momenti belli del passato. Nei momenti di cieco dolore si cerca conforto nella fede, stabilendo con colui che al di sopra di tutto un colloquio costante. Si vive giorno dopo giorno nella certezza che il figlio sia da qualche parte, in una forma diversa e che la stia attendendo per il ricongiungimento. Un dolore che potremmo definire mistico.

 

La seconda madre invece entra in scena manifestando  una rabbia feroce ed un dolore non smaltito. Odia ogni cosa, i fiori e soprattutto la neve. Così bianca. È un orrore. Il suo più profondo odio e disgusto per quanto le è capitato non è rivolto verso lo Stato. In fondo lo Stato è ognuno di noi. Il suo odio è rivolto verso Dio, malvagio e ingiusto. Gli ha  sottratto il suo amore più grande, la sua unica ragione di vita. Quindi non aspetta altro che il momento di potersi vendicare di questo Dio cristiano e perché no? anche musulmano non appena avrà l’opportunità di essere al loro cospetto, per scaraventarli come sassi sulla terra.

 

La terza madre invece vive il suo dolore ricordando i momenti belli trascorsi con il proprio figlio con il quale ha sempre intrattenuto fin da piccolo conversazioni  aperte e sincere. Ciò che non avrebbe mai voluto era che questo intraprendesse la carriera militare. Vive il fatto che il figlio abbia deciso di percorrere tale strada con il rimorso e senso di colpa per non essere stata all’altezza e riuscita a tenere sotto controllo la situazione indirizzando le scelte del figlio su strade alternative alla vita militare. Forse da piccino avrebbe dovuto nascondere o non regalargli i soldatini. Lei tra le tre madri è l’unica che fortunatamente  non vive il dolore della perdita. Il figlio ritorna e può riabbracciarlo. Tuttavia come si può godere di una così grande felicità quando nel medesimo istante un’altra madre muore dentro se stessa per la morte del proprio ragazzo?

 

In questa straordinaria performance teatrale, Giuliana Musso ha dimostrato di essere veramente magnifica. La sua capacità di  immergersi completamente nei personaggi, l’energia travolgente che ha portato sul palco e la sua abilità nel trasmettere emozioni hanno catturato l’attenzione di tutti gli spettatori.

Con maestria, ha dato vita a ogni singola parola e gesto, lasciandoci incantati da  una interpretazione mirabile. È indiscutibilmente un talento straordinario che ha reso la serata bellissima. Spettacolo di altissima caratura che fa comprendere come il teatro sia arte e soprattutto cultura.

 

 

San Ginesio – Ginesio Fest 2023

 

20 agosto 2023 ore 21:30

 

Chiostro Sant’Agostino

 

Mio eroe

 

di e con Giuliana Musso
regia Giuliana Musso
collaborazione alla drammaturgia Alberto Rizzi
scene e assistenza Tiziana De Mario
musiche eseguite da Andrea Musto
direzione tecnica Claudio “Poldo” Parrino
foto Adriano Ferrara
sarta Nuvia Valestri
produzione La Corte Ospitale
con il sostegno di MiC e Regione Emilia-Romagna

PREMIO CASSINO OFF 2017
SELEZIONATO DA ITALIAN PLAYWRIGHT PROJECT 2019

 

 

 

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