Esilio – recensione

Rita Borelli  –

C’è un’essenza profonda nel lavoro fatto da ogni uomo che dà forma alla sua identità e che nutre la sua anima: Il lavoro che, oltre a fornire i mezzi di sostentamento, connette l’individuo con il mondo in una sfida continua per migliorare se stesso, che gli offre l’opportunità qualche volta di lasciare un’impronta profonda nella sua vita.

L’uomo perdendo il proprio lavoro si sente come un albero sradicato dalla terra che lo ha nutrito per anni e  percepisce un vuoto profondo, una mancanza di scopo, di valore. La sua dignità scivola via lentamente, lasciando spazio a sentimenti di vergogna, insicurezza e impotenza. Ogni giorno diventa per lui una sfida, e cresce pian piano l’ansia per un futuro incerto che lo tormenta e corrode continuamente. La ricerca di un nuovo lavoro diventa un’odissea che mette a dura prova la sua autostima, scatenando inoltre una serie di sentimenti, come: ansia, paura, insicurezza, frustrazione e persino un terribile mostro: la depressione.

Molte persone trovano nel lavoro la loro identificazione personale e perdendo questa identità essi si sentono smarriti, inutili e senza scopo.

La fase iniziale della perdita di lavoro, ovvero quando viene comunicato ad una persona che sarà licenziata, passa attraverso diverse fasi emotive. In primo luogo lo shock iniziale per una notizia inattesa e terribile che la mente rifiuta ipotizzando addirittura che si tratta di uno scherzo, di cattivo gusto, ma pur sempre uno scherzo. Subentra subito dopo la negazione a cui segue un senso di profonda rabbia, che lascia poi posto ad una tristezza profonda. Poi viene l’accettazione e, infine, l’adattamento ad una condizione che porta la persona ad una regressione comportamentale tale, nei casi più gravi, di pensare a rinunciare alla vita. Ognuna di queste fasi può variare di intensità e di durata in base alla persona e alla situazione mentale.

Da questa problematica  realtà oggetto, ahimè, della vita reale, è nata l’idea drammaturgica messa in scena e interpretata al Ginesio Fest da Mariano Dammacco che ne ha curato anche la regia, con la collaborazione di Serena Balivo: Esilio.

Il protagonista racconta  le fasi terribili di un uomo dei nostri giorni che perdendo il lavoro perde ogni identità personale, ogni fiducia in se stesso e soprattutto non ha più relazioni con le persone e gli affetti più cari e vicini a lui che erano i suoi punti fermi, i riferimenti e le basi su cui scorreva serena la sua vita.

L’idea drammaturgica di Dammacco e Balivo è quella di analizzare ogni aspetto di un licenziamento raccontandolo da due diversi punti di vista.

È buio in sala e sul palcoscenico è presente una figura vestita da donna interpretata da un uomo. È l’anima che si è sdoppiata dal corpo di colui che sta vivendo il dramma del licenziamento e che appare quasi privo di vita su di una panca, che è anche l’unico elemento scenico presente sul palco.

L’anima fornisce  e tratteggia tutte quelle sensazioni e frustrazioni vissute dall’essere umano nelle varie fasi, fornendo la visione intima del protagonista e cercando di trasferirla nello spettatore. L’uomo invece, privo dell’anima fa una mera descrizione dei fatti così come avvenuti,  passo dopo passo, dal suo licenziamento alle fasi successive che attraversa, come se non appartenessero a lui ma ad una persona diversa. Ogni fase viene via via approfondita e rielaborata più volte sia dall’anima che dall’uomo in un continuo percorso di situazioni sempre più drammatiche.

Il tema trattato è interessante e connesso alla realtà dei nostri giorni, ma gli interpreti, pur dotati di una buona capacità attoriale, hanno affrontato l’argomento in modo poco leggero, fornendone una lettura troppo austera, senza lasciare spazio a toni più brillanti e lievi che avrebbero potuto stemperare la gravosità dell’argomento rendendolo più godibile e forse anche più incisivo.

 

San Ginesio – Ginesio Fest 2023

 

19 agosto 2023, ore 21:30

 

Chiostro Sant’Agostino

 

Esilio

 

uno spettacolo con Serena Balivo e Mariano Dammacco
ideazione, drammaturgia e regia Mariano Dammacco
con la collaborazione di Serena Balivo
disegno luci Marco Oliani
ufficio stampa Maddalena Peluso
produzione Piccola Compagnia Dammacco

Spettacolo vincitore Last seen 2016 (miglior spettacolo dell’anno su Krapp’s Last Post)
Spettacolo vincitore del Primo Premio Museo Cervi – Teatro per la Memoria 2017
Spettacolo finalista al Premio Rete Critica 2016
Spettacolo finalista al Premio CassinoOFF 2017
Spettacolo Selezione In box 2017

 

 

 

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