di Rita Borelli
Il 6 Luglio del 2020 è partito per un lungo viaggio verso mondi sconosciuti un genio della musica Italiana. La sua fama è vasta sia in Italia che nel mondo. Chiunque ascoltando le sue melodie uniche e coinvolgenti lo riconosce e ricorda, perché ogni sua creazione è inconfondibile e rende il nostro animo leggero proiettandolo nell’infinito. Ma i talenti in quanto tali sono anche uomini con vizi e virtù. È dell’uomo Ennio Morricone di cui vorrei raccontare.
Era il 2019 e la vita come si sa non finisce mai di sorprenderci e regalarci doni speciali e inattesi facendoci vivere esperienze emozionanti. Per caso mi trovai a collaborare in quel periodo con una Associazione Culturale molto originale, che aveva necessità del mio supporto perché entrassi in contatto con il Maestro Ennio Morricone e informarlo del conferimento di un prestigioso premio e accordarmi con lui al fine di ottenere il suo consenso a presenziare alla cerimonia.
Ricordo ancora la prima volta che lo chiamai al telefono. Ero in giro per lavoro nella capitale, composi il suo numero telefonico e una voce ferma, e gentile al tempo stesso, mi disse: “Non possiamo parlare al telefono, ora sto lavorando. Mi venga a trovare a casa e ne parliamo di persona”.
“Quando?” risposi sbalordita.
“Tra un’ora a casa mia. Le va bene? Sa dove abito vero? Mi ripeta il suo nome così lo dico al portiere che non le creerà problemi per salire da me. A tra poco”.
Lo raggiunsi ancora prima dell’ora stabilita e mi trovai di fronte a lui, il Maestro Morricone. Prima di allora lo avevo visto solo in TV. Lui, uno dei massimi autori della musica contemporanea, capace nell’arco di quarant’anni di comporre oltre quattrocento colonne sonore uniche. È stato arrangiatore e direttore di orchestra. Ha praticato ogni genere di musica, ha elaborato un linguaggio idoneo sia sul piano drammaturgico ed originale e innovativo sul piano musicale. Ha collaborato con numerosissimi registi cinematografici di tutte le nazionalità e ha saputo arricchire con la sua musica ogni situazione narrativa, ogni tipo di filone cinematografico. Ha istituito con le sue colonne sonore un vero e proprio vocabolario, destinato a rimanere un punto di riferimento indiscutibile. Ha ricevuto numerosissimi premi, dal Leone d’oro alla carriera in occasione della 52a Mostra del cinema di Venezia nel 1997, all’Oscar alla carriera nel 2007 e poi quello alla miglior colonna sonora per il film The hateful eight di Quentin Tarantino del 2016, tre Golden Globes e, tra il 1988 e il 2013, ben nove David di Donatello. Nel 2016 gli è stata inoltre assegnata una stella nella celebre Hollywood Walk of Fame e, scusate se è poco!, nel 2017 è stato insignito del titolo di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
Proprio lui era lì davanti a me. Tutto questo mi creava un’ansia terribile. Fui introdotta in casa dalla amatissima Maria, sua compagna di vita, sempre presente in qualsiasi situazione e madre dei suoi figli. Maria mi fece accomodare sul divano e mi disse: “Ennio viene subito”.
Difatti, poco dopo entrò il Maestro. Mi salutò cordialmente accennando anche ad un baciamano (uomo di altri tempi) e mi chiese di illustrargli il motivo della mia visita. Il mio obiettivo era ottenere da parte sua l’accettazione del premio che l’Associazione gli aveva attribuito e la sua partecipazione alla cerimonia di premiazione. Dapprima fu molto riluttante: “Ma perché proprio a me? Non lo merito. Ci sono molte personalità più brave e meritevoli di me in giro. Perché proprio io”?
Poi però chiarendogli quali erano gli intendimenti si convinse. Iniziò così per me un periodo molto bello. Mi recai a trovare il Maestro Morricone diverse volte. Inizialmente per mettere a punto i dettagli di tutta l’organizzazione, ma in seguito mi resi conto che era per il puro piacere di poter conversare con una persona amabile e disponibile. Ho di lui un ricordo dolcissimo e bellissimo. Era una persona sensibile, curiosa della vita e sempre perennemente impegnata nella creazione di nuova musica. Una volta mi disse: “Ho due grandi amori: la musica e Maria”.
Era davvero piacevole trascorrere del tempo con Lui. Gli ponevo tantissime domande alle quali rispondeva sempre con pazienza e benevolenza. Ricordo che una volta gli chiesi: “Maestro, ma quando lei è al pianoforte e compone le sue magnifiche opere…”. Non mi fece neppure terminare la domanda. “Si ricordi Rita – mi disse – che chi compone musica suonando al pianoforte non è un bravo compositore ma un asino. La melodia la si compone ascoltandola nella testa, come se stesse suonando una intera orchestra. Solo dopo la si suona al pianoforte o con un altro strumento musicale. Io faccio sempre così”.
Che meraviglia apprendere una cosa del genere! Io che non sono in grado di suonare neppure una armonica a bocca. Era un uomo a cui era facile potersi raccontare perché sapeva ascoltare. Ho avuto il privilegio di conoscere un Ennio Morricone completamente diverso da quello famoso e noto alle televisioni, un uomo ricco di affetto e semplice al contempo. Quando gli feci gli auguri per il suo compleanno andando a trovarlo ricordo che era molto felice e siccome gli regalai dei cioccolatini artigianali, scoprì che era anche molto goloso del cioccolato. Tanto che Maria mi rimproverò benevolmente dicendomi: “Ennio non deve mangiare tanto cioccolato! È goloso e gli fa male”! Lui la guardò affettuosamente e le disse: “Ma io ne ho mangiato solo uno. Rita tutti gli altri”! Ovviamente non era vero.
Un giorno mi chiamò e mi disse che doveva parlarmi con una certa urgenza e di raggiungerlo al più presto. Pensai subito che fossero sorti dei problemi per la sua partecipazione, quindi mi precipitai a casa sua. Mi accolse sempre con molta cordialità facendomi accomodare sul divano della grande sala da pranzo e guardandomi fisso negli occhi mi disse: “Rita, fino a poco prima che lei arrivasse avevo deciso di rifiutare questo premio, del resto non ho ancora capito perché ho detto sì alla sua proposta. Comunque non voglio deluderla, e alla fine ci sarò. Dobbiamo vederci di sovente però, per mettere a punto ogni cosa. Lei è d’accordo”? Mi sorrise e mi disse: “L’ho fatta preoccupare è”? Gli confessai che in realtà mi aveva davvero spaventata. Poi Maria ci portò un caffè e lui, così come faceva spesso, rilassandosi sul divano prese a raccontarmi un episodio della sua gioventù. Insieme con la sua famiglia andava a trascorrere qualche giorno ai Castelli romani dove aveva imparato ad andare a cavallo. Un giorno il cavallo che montava improvvisamente iniziò ad andare al galoppo cercando di rientrare nelle stalle. L’ingresso delle stalle era però più basso del cavallo con sopra il cavaliere. Le stalle si avvicinavano sempre più e il cavallo non sembrava avesse alcuna intenzione di rallentare la corsa. “Mi vidi perso, non so neppure io cosa feci, ma a pochi metri di distanza, miracolosamente il cavallo si arrestò. È stato un momento terribile, non ho mai avuto una paura così in tutta la mia vita, ancora oggi ogni volta che ci ripenso mi vengono i brividi”! Gli dissi: “Maestro meno male! Pensi se le fosse accaduto qualcosa! Noi cosa avremmo fatto senza le sue meravigliose musiche? Forse anche il cavallo lo ha capito e per questo che si è fermato”!
Un’altra volta rammento che stavo andando a trovare il Maestro e passando davanti ad un fioraio mi colpì la confezione di un fiore. Era una rosa di color rosa, di quelle che non appassiscono. D’istinto entrai e la comprai per portarla a Maria che ne fu molto contenta. Ma il più felice fu Ennio Morricone che mi disse: “Che bel pensiero Rita che ha avuto per la mia Maria, sono così felice, lei non può capire quanto io debba a questa donna. Non è stata solo una perfetta moglie e una madre, ma la mia musa, colei che ha ispirato ogni mio pezzo. Mi è stata accanto in silenzio, sopportando i miei momenti di sconforto e tensione, donandomi sempre il suo sorriso e la sua comprensione. Grazie di cuore”.
Poi aggiunse: “Vede quella foto lì sul quel tavolo”? Mi voltai e vidi una cornice con una foto del Maestro e di Maria che si guardavano sorridendosi. “Ecco, ora è in bella vista. Quella cornice la giro solo quando con Maria ho qualche piccolo contrasto. Però siccome non riesco a lavorare sapendo che l’ho girata, torno indietro e la rigiro di nuovo! Che devo fare? Maria è l’amore della mia vita”!
Potrei raccontare ancora tantissimi altri deliziosi aneddoti, ma preferisco custodirli gelosamente dentro me, come un suo dono personale e preziosissimo. È stato un periodo intenso e bello quello che ho potuto condividere con una persona così speciale. Una persona che tutto il mondo ci ha invidiato per il suo grande talento e le sue immense capacità. Ho avuto l’opportunità di conoscere l’uomo, tenero e dolcissimo che si celava dietro l’immagine rigorosa del professionista, l’uomo che non aveva timori o riserve a manifestare i suoi veri sentimenti. Grazie Maestro! Davvero grazie di cuore. Con affetto. Rita.
N°142 del 06/07/2023