Di Rita Borelli
Il talento artistico è una dote che può spalancare la strada al successo, perché è sinonimo di intelligenza e genialità. È un valore regalato da madre natura che deve essere coltivato giorno dopo giorno perché dia i suoi frutti. Alcune persone nascono già con queste capacità e offrono gioia e allegria a coloro che hanno la fortuna di poterne godere. Succede talvolta che questi artisti ci abbandonino improvvisamente lasciando un vuoto grandissimo perché hanno avuto modo di farsi amare per la loro eleganza e professionalità. È il caso di Raffaella Maria Roberta Pelloni, nota e amata da tutti con il nome di Raffaella Carrà che ci ha lasciato da appena due anni quasi all’improvviso.
Parlare di Raffaella Carrà è quasi imbarazzante, perché tutti conoscono tutto di questa donna che è stata definita una delle regine dello spettacolo, della musica e della televisione Italiana e non solo. Ha rivoluzionato ogni spettacolo, ha influenzato la moda, ogni cosa che lei indossava diventava di tendenza, anche il suo modo di pettinarsi, di parlare sono state imitate dalle donne di quegli anni. Il ruolo femminile della donna negli anni ’60 era quello della “casalinga a tempo pieno”, o nella migliore delle ipotesi quello di svolgere lavori saltuari come fare le pulizie oppure lavorare a domicilio. È solo nel 1963 grazie alla legge n. 66 del 9 febbraio, che viene concesso alle donne di poter accedere a tutte le cariche e professioni, anche nei pubblici impieghi, compresa la Magistratura.
Raffaella è stata il simbolo di una donna nuova ed emancipata, che poteva aspirare ed essere molto più che una semplice massaia, poteva ambire ad una autonomia propria e al rispetto di se stessa come persona. La Carrà fu una delle prime donne dello spettacolo Italiano ad esporsi liberamente nella televisione degli anni ’60, diventando addirittura protagonista di uno scandalo per la sigla di “Canzonissima“, quando si esibì con un abito aderentissimo che lasciava scoperto l’ombelico, con vestiti e scarpe con il tacco vertiginoso, mostrando un’immagine della donna mai apparsa fino ad allora sugli schermi della televisione Italiana.
Oggi tutto questo sembra ridicolo, eppure il ballo della Carrà e il suo modo di apparire in scena nella televisione di stato, fu oggetto di censura a seguito delle pressioni sia del Vaticano che della critica di alcuni perbenisti. Ciò nonostante Lei divenne sempre più popolare tanto che Madonna la regina del pop americano, la omaggiò in un suo spettacolo, quasi a voler dimostrare che tra di loro esisteva una forte intesa. Anche le canzoni di Raffaella Carrà rivelavano una sessualità libera con argomenti aperti che descrivevano l’amore e la possibilità di amare in modo libero e come si desiderava: “L’importante è farlo sempre con chi hai voglia tu”; oppure “Se per caso cadesse il mondo io mi sposto un po’ più in là, sono un cuore vagabondo che di regole non ne ha”.
Raffaella è stata una fucina sorprendente di idee, ogni cosa che realizzava la faceva con passione ed entusiasmo. È stata attrice, ballerina, soubrette, conduttrice e anche autrice. Ha scritto pagine di bellissimi programmi televisivi, facendo ridere e commuovere milioni di telespettatori con Carramba! che sorpresa.
Dal punto di vista personale Raffaella non ebbe una vita facile. Da ragazzina come affermò lei stessa in una intervista: “la mia mamma, si separò quando io avevo appena due anni”. Raffaella di fatto crebbe senza avere in casa una figura maschile di riferimento, e questo vuoto segnò la sua vita per molto tempo. Non è un caso infatti, che proprio a causa del trauma vissuto da adolescente, nutrisse verso gli uomini un senso di sfiducia, tanto che da adulta frequentava ragazzi omosessuali, considerando l’ambiente gay più sicuro di quello etero. In una intervista al quotidiano Il Giornale dichiarò infatti: “Uscivo solo con i ragazzi gay perché loro quando in sala faceva buio, non cercavano di tastarti. Il mio babbo ogni tanto mi telefonava per chiedermi se ero ancora vergine, minacciando in caso contrario di togliermi dall’affidamento a mia madre. Ero così terrorizzata che fino ai 18 anni non mi sono lasciata toccare da nessuno“. È forse per questo motivo che nel corso degli anni Raffaella Carrà era diventata una icona nel mondo gay.
Una giovanissima Raffaella di appena ventidue anni, conobbe sul set del Film: Il Colonnello Von Ryan, la leggenda della musica mondiale: Frank Sinatra. Questo le regalò una bellissima collana di perle. Chissà che tipo di relazione ci fu tra i due? Ormai nessuno di loro può confermare o smentire queste fantastiche dicerie, forse non furono che semplici amici, forse sbocciò tra loro una piccola passione, ma ormai tutto questo non ha più importanza. Il mondo dello spettacolo è anche il mondo delle illusioni no?
Il primo vero amore di Raffaella arriva quando conosce Gianni Boncompagni. In lui Raffaella ritrova oltre all’amore, anche la figura paterna che le era sempre mancata nell’infanzia. Un altro storico compagno di Raffaella è stato Sergio Japino con il quale la cantante e ballerina ha vissuto un rapporto più completo e consapevole. Sempre in una sua intervista rilasciata al Corriere della Sera parlando della sua vita sentimentale la Carrà dichiara: “Mia madre voleva che sposassi un medico o un architetto, ma di cosa avremmo potuto parlare? Con Boncompagni e Japino invece parlavamo la stessa lingua. Con Gianni il rapporto è stato più paterno, con Sergio invece ho avuto un rapporto diverso: lui era più giovane di me, ma capiva e amava comunque le mie stesse cose “. Raffaella non ebbe tantissimi amori, ma quelli avuti sono stati importanti. Non ha avuto nessun figlio, anche se provò a diventare madre perché era un suo grande sogno, ma non riuscì a realizzarlo. Tuttavia sublimò il rimpianto riversando il suo grande amore verso altre persone, tra cui quelle molto bisognose, facendolo in silenzio e lontano dalla pubblicità. Avrebbe anche desiderato adottare dei bambini ma non ci è riuscì per i vincoli della burocrazia italiana.
Raffaella trascorse gli ultimi anni della sua vita felicemente da single, godendo della compagnia dei suoi nipoti e rifugiandosi molto spesso nella sua villa all’Argentario, dove leggeva, si rilassava e giocava a carte con gli amici di vecchia data. La Carrà aveva un grande sogno nel cassetto rimasto purtroppo tale: fare la coreografa. Da bambina e fino ai 14 anni, aveva studiato tanto per diventare ballerina, ma problemi fisici le avevano impedito di diventare una étoile ed aveva dovuto abbandonare l’Accademia. Questa rinuncia le aveva pesato tantissimo e per questo avrebbe desiderato realizzare questa sua passione segreta per la danza, dimostrando la sua fantasia in modo diverso: come coreografa. Non c’è riuscita perché un mostro cattivo e ingeneroso che non perdona l’ha portata via il 5 luglio del 2021, senza darle la possibilità di reagire.
La fine di ogni vita è l’inizio di una nuova avventura, ma è sempre un dispiacere profondo per chi rimane. Sarà bellissimo che nuove persone possano incontrare Raffaella e godere della sua grande gioia di vivere, dei suoi sorrisi e della sua voglia di amare.