“Il verbo degli uccelli” – recensione teatrale

di Rita Borelli

“Guarda dentro di te, ascolta la tua voce interiore e ricorda che l’unico vero Maestro è l’Essere che sussurra al tuo interno. Ascoltala: è la verità che è dentro di te. Sei divino, non lo dimenticare mai!” Così Giordano Bruno.

Sono parole fondamentali quelle che il nolano ci ha lasciato, e che debbono farci riflettere sul fatto che ognuno di noi ha la possibilità di ascoltare la voce che ci suggerisce la strada da intraprendere verso  la verità. Al Teatro Parioli gli studenti e studentesse del progetto speciale Acting Ukraine, hanno messo in scena il Poema di Mantiq ut-Tair di Farid Uddin Attar: Il Verbo degli Uccelli. Un testo bellissimo, arduo da rappresentare che ci induce a riflessioni profonde. Il racconto sapienziale  è un classico della letteratura sufi, che ci tramanda il messaggio universale di apertura al soprannaturale, attraverso il mondo del misticismo islamico.

Tutti gli uccelli del mondo si riunirono in convegno, per scegliere il loro re. Decidono che questo sarà il leggendario uccello Simurgh, che dovranno  raggiungere presso la sua corte. Dopo molti dubbi e titubanze,  dissipate ognuna dall’Upupa il più saggio fra tutti gli uccelli, che può essere considerato il corrispettivo della Fenice nella mitologia occidentale, finalmente partono. Sono in centomila, ma alla fine del viaggio solo trenta riusciranno ad arrivare a destinazione dopo aver attraversato le sette valli: – della Ricerca, dell’Amore, della Conoscenza, del Distacco, dell’Unificazione, dello Stupore e della Privazione -, che rappresentano gli stadi mistici attraverso cui  l’anima  in una  costante progressione, raggiunge la perfezione divina.

Si-murgh il cui significato in persiano significa «Trenta uccelli»  è in realtà lo specchio degli uccelli eletti che sono riusciti a raggiungere la sua corte. Il viaggio aspro e difficile è terminato, l’esplorazione compiuta, la scoperta stupefacente. Gli Uccelli attraverso un percorso impervio hanno raggiunto la purificazione, trasformando loro stessi in Simurgh. Questi interrogato risponde loro: “Noi siamo uno specchio grande come il sole, chiunque in esso si guardi, vede l’immagine di se stesso, del suo corpo e dell’anima  in quanto divina”. La ricerca del Simurgh simboleggia quindi la ricerca di Dio, che secondo la  dottrina Sufi può essere raggiunta con l’illuminazione spirituale della mente, ma soprattutto attraverso l’ascolto del cuore.

Un  allestimento scenico privo di qualsiasi elemento, ci mostra all’apertura del sipario dei ragazzi giovanissimi seduti in terra ad anello. Indossano abiti con alcuni elementi e trucco che rappresentano uccelli. Intonano un canto. Ognuno si  alza e simula  le movenze della specie di volatile interpretato   chiamato da colei che ricopre il duplice ruolo di   voce narrante e uccello upupa. L’opera è estremamente difficile da mettere in scena, soprattutto in totale assenza di scenografia. Tuttavia i giovanissimi e talentuosi artisti hanno mostrato di avere ottime capacità interpretative anche  in funzione della difficoltà linguistica essendo per maggioranza ucraini. Bella l’intuizione di mostrare il viaggio degli uccelli nel cielo attraverso il fumo di scena, che lascia immaginare negli spettatori il loro volo nella ricerca del loro sovrano.  Ottimo il trucco di tutti i giovani attori operato da  Sara Di Cerruti e buona anche la regia di Lorenzo d’Amico De Carvalho.

 

TEATRO PARIOLI

IL VERBO DEGLI UCCELLI

Spettacolo del Centro Sperimentale di Cinematografia

étude drammaturgico di Lorenzo d’Amico De Carvalho

dal poema Mantiq ut-Tair di Farid Uddin Attar

regia Lorenzo d’Amico De Carvalho

in scena gli studenti e studentesse del progetto speciale Acting Ukraine Dmytro Balashov, Katerina Borovska, Anastasiya Dutchak, Karolina Kachmar, Diana Linchuk, Sofia Lys, Danylo Samoilov, Uliana Samoliuk, Yuliia Serbin, Diana Tkachuk, Hlib Tovstoluh, e gli allievi dilpomati del corso di Recitazione Martina Iacomelli e Daniel Panzironi.

coreografie Silvia Perelli

disegno luci Leone Orfeo

costumi Giulia Fulgaro

trucco Sara Di Cerruti

musiche D-Kai

si ringraziano: Andrea Bivi, Giovanna Arena

 

N°131 del 15/06/2023

fondazione nenni

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