di Rita Borelli
Il teatro è l’arte che ha lo scopo di comunicare emozioni e farle vivere agli spettatori presenti in sala. Non è una rappresentazione statica, si rinnova sera dopo sera perché vive dei sentimenti dell’artista che recita sul palcoscenico.
Al Teatro Quirino di Roma è andato in scena uno spettacolo particolare, dal titolo L’Ombra di Totò, di Emilia Costantini, con Yari Gugliacci, Annalisa Favetti e Vera Dragone. Di Totò, il cui pseudonimo è Antonio Griffo Focas Flavio Angelo Ducas Comneno Porfirogenito Gagliardi De Curtis di Bisanzio, sappiamo più o meno ogni cosa: attore, poeta, paroliere, sceneggiatore ed anche benefattore.
Cosa potremmo scoprire ancora che già non conosciamo? L’idea di Emilia Costantini è quella di mostrarci un Totò visto attraverso gli occhi di colui che ne è stato la sua controfigura per più di venti anni: Dino Valdi, al secolo Osvaldo Natale. Una somiglianza straordinaria, tale da essere scambiato al funerale per Totò resuscitato.
In una scenografia minimale, che ci mostra una stanza modesta, con un tavolo, un divano ed un pianoforte, Valdi inizia a raccontare ad una giornalista – che gli chiede di rilasciarle una intervista – episodi, passioni ed emozioni da lui vissute accanto al grande principe della risata. Ovviamente, la visione che riceviamo di Totò attraverso Valdi – uomo amareggiato, con una vita avara di soddisfazioni non avendo mai recitato in ruoli primari e restando sempre nell’ombra, – è diversa da quella che abitualmente conosciamo. Totò risulta essere un uomo assolutamente comune, seppure con un carattere complesso. Sotto certi aspetti, addirittura un uomo distaccato e cinico verso gli altri. Ha vissuto intense passioni, avuto grandi debolezze ed incertezze. In sintesi, un uomo tale e quale a qualsiasi essere umano, con grandi valori interiori, che ha commesso errori, pagati a caro prezzo, ma che ha avuto la forza ed il coraggio di rialzarsi e guardare avanti. Solo alla fine della rappresentazione, ci si rende conto che in realtà l’intervista non è mai esistita. Attraverso figure e spettri (la prima moglie di Totò e la soubrette Liliana Castagnola, suicida per amore del Principe della risata) vengono evocati dalla mente del Valdi, che è finalmente riuscito ad esorcizzare dal suo io profondo tutta l’amarezza e dispiacere per una vita vissuta da gregario, che avrebbe desiderato diversa. Ora finalmente è libero, può essere se stesso.
Molto bravo Yari Gugliacci nella parte di Dino Valdi, alla quale dà spessore, profondità, immedesimandosi nella sua malinconia e nel suo livore. Molto brave anche Annalisa Favetti, l’immaginaria giornalista e la portiera del condominio, e Vera Dragone, la prima moglie di Totò e Liliana Castagnola. La Dragone, per altro, interpretando dal vivo alcuni brani musicali ha mostrato di possedere una vocalità importante.
In definitiva uno spettacolo piacevole, che ci mostra, semmai ce ne fosse stata necessità, un lato del carattere non particolarmente noto, quello di un Totò: maschera italiana della tradizione della commedia dell’arte. Ma, soprattutto, un grandissimo attore.
Rita Borelli
Roma – Teatro Quirino Vittorio Gassman
Stagione 2022/2023
11.12 maggio
Nicola Canonico per Good Mood
presenta
YARI GUGLIUCCI
ANNALISA FAVETTI
VERA DRAGONE
L’OMBRA DI TOTÒ
di Emilia Costantini
QUIRINO CONTEMPORANEO
scene Carlo De Marino
costumi Laura Denavesques
coreografie Lorena Noce
luci David Barittoni
adattamento e regia STEFANO REALI
N°123 del 31/05/2023