-di EDOARDO CRISAFULLI –
24 febbraio 2023 – Ero lì, a Kiev, il 24 febbraio 2022. I boati mi hanno svegliato di soprassalto, alle prime luci dell’alba. Non dimenticherò mai l’ansia, l’angoscia, la corsa vero la nostra Ambasciata, il viaggio il 26 febbraio in macchina, un viaggio durato ben trentatré ore, da una Kiev attonita, sotto i bombardamenti, alla Moldavia e poi nell’Europa libera. 24 febbraio 2023 sono in Ucraina, con base a Leopoli. Sono voluto tornare, dopo una pausa romana di qualche mese – nessuno mi ha costretto. Un vortice di pensieri mi frulla in capo: anzitutto le foto dei giovani ucraini morti per la libertà, alcuni li avevo conosciuti da vivi. Attori, ballerini, artisti dei vari Teatri dell’Opera: partiti volontari. Uno di loro era nel cast di un nostro spettacolo (Istituto Italiano di Cultura di Kiev & Ambasciata d’Italia), The Ball, un musical italiano (regia Matteo Spiazzi, coreografia Katia Tubini). Eh, sì, perché mentre i russi hanno mandato anche gli avanzi di galera in prima linea, l’esercito ucraino pullula di volontari. Ho visto io stesso le file lunghissime, ai centri di reclutamento ucraini. E poi le immagini dei posti di blocco, le milizie di volontari, i nonni con i nipoti armati alla meglio, decisi a resistere. Se non è questa Resistenza, cos’è la Resistenza? E poi le immagini dei funerali militari, le madri pietrificate dal dolore, i cimiteri che s’espandono con le nuove tumulazioni e i mazzi di fiori freschi, e le sirene d’allarme, con il loro ululato lugubre, e il suono dei generatori che ci danno l’energia elettrica, e i sacchi di sabbia alle finestre, e il Paese che continua a vivere, nonostante tutto.
Zelensky ha dimostrato straordinarie capacità di leader: non ha voluto abbandonare la capitale sotto attacco, benché il rischio per la sua vita, i primi giorni, fosse elevatissimo: i paracadutisti russi avevano l’ordine di ucciderlo. I filorussi hanno provato ad infangarne la reputazione. Un governo nazista in Ucraina? Eppure i partiti dell’estrema destra hanno raccolto appena il 2 per cento alle ultime elezioni! Eppure Zelensky è ebreo. Eppure il nonno di Zelensky combatté nell’Armata rossa. I gufi, i laureati su Facebook, gli antiamericani in servizio permanente effettivo hanno propagato le menzogne – le fake news – della propaganda russa: l’inesistente accerchiamento della NATO, l’inesistente genocidio dei russi nel Donbass, l’inesistente minaccia nazista in Ucraina. Che ingrati! Gli USA e la NATO e la decadente civiltà occidentale consentono loro – com’è giusto che sia – di criticare il potere senza il rischio della galera, della tortura, dell’omicidio politico. Hanno dimenticato, costoro, la grande lezione di Sandro Pertini, l’ex partigiano che il fascismo l’aveva assaggiato: “la peggiore delle democrazie è superiore alla migliore delle dittature”. E invece no, loro fanno di tutte le erbe un fascio: o sono filorussi oppure non parteggiano, s’arruolano fra gli ignavi. Un altro grande italiano, Gramsci, diceva: “odio gli indifferenti, credo che vivere voglia dire essere partigiani.” Coloro che si commuovono per le bandiere palestinesi non hanno avuto neanche un palpito per la bandiera ucraina. Eppure proprio qui – nel cuore dell’Europa – è in gioco il principio sacrosanto dell’autodeterminazione dei popoli.
Gli esperti della manipolazione hanno attribuito all’Ucraina le loro gravi colpe: l’unica guerra per procura, da queste parti, è quella che le milizie filorusse, nel Donbass, combattevano da anni, foraggiate da Putin. L’Ucraina è stata sostenuta con le nostre armi, è vero. Ma il sangue l’hanno versato gli ucraini. L’hanno versato – e lo stanno ancora versando – anche per noi, anche per i leoni di tastiera di casa nostra. Giacché questa non è una guerra causata da una mera contesa territoriale. Questa è iniziata come una guerra imperialistica di annientamento, per cancellare un popolo, una tradizione, una cultura secolare. Se l’Ucraina avesse ceduto, quale Paese dell’Europa orientale sarebbe finito nelle grinfie dei russi?
J’accuse, io accuso gli intellettuali radical-chic, e i giornalisti che hanno mentito sapendo di mentire. Che hanno nascosto la verità per smania di protagonismo, per cecità ideologica, per odio antiamericano. Che questa ingiustificata e ingiustificabile aggressione fosse, nelle intenzioni della dirigenza russa, una guerra di annientamento lo aveva chiaramente messo per iscritto Putin, nel suo articolo “Sull’unità storica di russi e ucraini” (luglio 2021): a suo dire, l’Ucraina è una costruzione artificiale, l’Ucraina non è una nazione a sé stante, l’Ucraina ha un’identità meramente regionale; l’Ucraina, insomma, sarebbe un’espressione geografica. Quel manifesto ideologico dell’invasione in atto è stato volutamente ignorato dai sedicenti esperti che hanno calcato le scene televisive. Allo stesso modo si è voluto ignorare il Memorandum di Budapest (1994) con il quale l’Ucraina cedeva alla Federazione russa tutte le sue armi nucleari in cambio della promessa russa di non violare la sicurezza, indipendenza e integrità territoriale dello Stato ucraino da poco indipendente. Chi è, allora, il soggetto che non rispetta i patti?
Io, socialista fin nel midollo, io che ho sempre militato e votato a sinistra, ho apprezzato le parole coraggiose che ha pronunciato Giorgia Meloni a Kiev, durante l’incontro con Zelensky. “Con questa mia visita, da me fortemente voluta, ho voluto ribadire il pieno sostegno dell’Italia all’Ucraina. L’invasione russa doveva durare lo spazio di qualche giorno. Ma le cose non sono andate così. È stata sottovalutata l’eroica reazione di un popolo disposto a fare tutto il possibile per difendere la propria identità, sovranità e libertà. Questo mi ha ricordato la nascita dello Stato italiano: c’è stato un tempo in cui si diceva che l’Italia non esistesse, che fosse soltanto un’espressione geografica. Poi arrivò il Risorgimento e l’Italia dimostrò di essere una nazione. Qualcuno pensava che sarebbe stato facile piegare l’Ucraina. Ma con la vostra capacità di resistere avete dimostrato di essere una straordinaria nazione. L’Ucraina ha già vinto la battaglia per difendere la propria identità.”
Ecco le parole chiave: identità, sovranità, libertà. Slava Ukraini!
N°101 del 24/02/2023