– BEATRICE RUGGERI –
“Le mie tre vite. La vita avventurosa del comandante partigiano romano Mario Fiorentini” (LuoghInteriori, 2021) di Giorgio Giannini racconta nel dettaglio la biografia di uno dei partigiani simbolo della resistenza italiana, scomparso il 9 agosto di quest’anno all’età di 103 anni. La bellezza del saggio, nato dai numerosi colloqui tra Giannini e Fiorentini, è nello stile scelto dall’autore: far raccontare al protagonista, in prima persona, la sua vita.
Nell’introduzione al libro troviamo il background della vita di Mario Fiorentini, ovvero il periodo che precede o coincide con l’inizio della sua “prima vita”. Qui il protagonista ci descrive la sua famiglia, la sua infanzia, le ragioni per cui diventa un fervido antifascista e l’episodio in cui, dopo l’emanazione delle leggi raziali, chiede al rabbino di farlo diventare ebreo, come suo padre. Già da queste primissime pagine emerge il grande coraggio e la forte personalità del protagonista che, grazie anche ad uno spiccato senso della giustizia, intraprende la sua strada a testa alta.
La prima vita
Fiorentini divide la sua vita in tre diverse fasi e colloca la “prima vita” nel periodo storico che va dalla metà degli anni Trenta fino all’occupazione nazista di Roma, nel settembre del 1943. In questo periodo egli è un intellettuale, un uomo di cultura, un amante di tutte le arti. Frequenta scrittori, poeti ma anche attori e fonda una compagnia teatrale con Plinio De Martiis.
La sua cultura e la sua fragile costituzione lo portano a prestare servizio come “furiere”, essendo inadatto al servizio militare armato.
Nella primavera del 1943, Mario conosce Lucia Ottobrini. I due hanno un colpo di fulmine e da quel giorno non si separeranno più. Lottano insieme nella Resistenza romana e sabina e condivideranno il loro amore come “una fiammata che non si è mai spenta nè attenuata”. Mario e Lucia sono uniti dagli stessi valori e ideali: sono entrambi cresciuti in un ambiente plurireligioso e tollerante e, sebbene Lucia già avesse un’avversione al fascismo, sarà Mario a convincerla definitivamente.
La seconda vita
La “seconda vita” di Mario Fiorentini inizia nel settembre del 1943 e termina nell’aprile del 1945, con la liberazione dell’Italia dall’invasione nazista.
Mario e Lucia decidono di impegnarsi nella lotta resistenziale l’11 settembre del ’43, dopo aver visto una sfilata di carri armati tedeschi “dalle cui torrette si ergono fieri, come guerrieri invincibili e come dominatori, i capo-carro”.
Con la creazione dei GAP, Mario diventa il vice comandante dei GAP della IV zona e, in seguito, dirige anche il GAP Centrale chiamato „Antonio Gramsci“. Lucia invece, ne diventa il vice comandante, “diventando la prima gappista italiana con funzioni di comando”.
Nell’ottobre dello stesso anno, i genitori di Mario vengono arrestati perchè il padre è ebreo ma, fortunatamente, i due anziani riescono a scappare e a mettersi in salvo.
I gappisti mettono in atto una serie di azioni violente contro i nazisti.
A Mario Fiorentini, tra le tante, viene riconosciuta l’ideazione dell’attentato in via Rasella, uno dei colpi più importanti avvenuti in Italia.
Nell’aprile del 1944, i GAP Centrali si sciolgono e i gappisti vengono inviati fuori Roma. Mario, insieme a Lucia e altri compagni, si trasferiscono in Sabina, nella zona di Tivoli e Castel Madama. Qui, collaborano con gli Alleati alla missione „Texas“ dell’Office of Strategic Service (OSS) americano ma anche con la Special Operation Executive (SOE) inglese.
Con la ritirata dell’esercito tedesco verso il nord e la liberazione di Roma, Mario decide di continuare la sua lotta contro l’invasore nel nord Italia. Per la prima volta si separa con dolore da Lucia. Mario partecipa alla missione “Dingo” in Liguria e in Emilia con l’OSS prima e alla Missione sul Lago di Como poi. Viene anche arrestato mentre è in viaggio sul treno che va dalla Svizzera a Milano, dove è recluso nel carcere di San Vittore. Grazie alla sua tenacia e al suo coraggio riesce ad evadere e a nascondersi tra le macerie dei palazzi bombardati a Milano. I giorni successivi alla sua fuga dal carcere, però, sono giorni difficili: i suoi compagni lo considerano un traditore perchè pensano che, in cambio della sua liberazione, ha collaborato con i nazisti. Solo dopo aver chiarito la sua posizione e cioè che era riuscito a evadere senza “parlare”, un compagno operaio lo ospita in casa sua. Una volta lasciata la casa del compagno, Fiorentini prende parte alla Missione “Crysler” in Piemonte.
Con la fine della guerra, Mario e Lucia finalmente si sposano, lei riprende il suo lavoro al Ministero del Tesoro e lui lavora nella Commissione regionale per il riconoscimento delle qualifiche partigiane presso il Ministero dell’Assistenza post-bellica.
La terza vita
Dagli anni Settanta agli anni Novanta, Mario si dedica alla sua passione per la matematica. Negli anni Cinquanta decide di riprendere gli studi da privatista e, dopo aver conseguito il diploma, si laurea nella facoltà di Matematica dell’Università La Sapienza di Roma. Dopo anni di insegnamento nei vari licei d’Italia, vince la cattedra all’Università di Ferrara, dove prende servizio nel ’71, come docente di Geometria Superiore.
Insegna all’Università fino al 1996 quando, a 78 anni, si dedica a trasmettere la propria memoria.
Nel 2015, Mario affronta con immenso dolore la perdita della moglie dalla quale, questa volta, è costretto a separarsi per sempre.
Grazie al suo contributo nella Resistenza, Mario Fiorentini ha ricevuto tre Medaglie d’Argento al Valor Militare, tre Croci al Merito di Guerra, la Medaglia W. Donovan per aver collaborato con l’OSS americano e la Medaglia della Number One – Special Force inglese.
“Nessun altro avrebbe potuto fare quello che hai fatto tu” gli disse un giorno il suo amico Lucio Lombardo Radice. La vita di Mario Fiorentini è la concretizzazione degli ideali, portati avanti senza timore di fronte alle difficoltà. Il protagonista non si è mai arreso, nonostante abbia rischiato la vita più volte.
Il libro di Giannini non si limita a raccontare la vita di Mario Fiorentini ma dedica l’appendice anche alla vita di Lucia Ottobrini. Inoltre, le ultime pagine sono arricchite dalla documentazione fotografica.
N°84 del 29/11/2022