-di Pasquino il T…EMP…lare-
Era il tempo
degli infiniti giusti
Quando dormire
amare
vivere
sperare
avevano un diverso senso
rispetto all’attuale
incerto
confuso
stravolto a volte
o spesso
O sempre?
Dormire
era raccogliersi
col proprio corpo
nell’aria dolce della stanchezza
e circondati dal silenzio
stendersi
invasi dalla certezza
di una vicina
serena
nuova alba
Amare
significava stringere
con le braccia
con la mente
con gli occhi
le persone
i ricordi
gli ambienti
la felicità
Vivere
era un concetto di impegno e
anche di gioia
nelle tante
diverse
ora luminose
ora buie
strade
dalle umane giornate
da quando Adamo…
Oggi
invece
dormire
è sentire tutto il corpo teso
pronto a scappare
E dove ?
Pronto a tremare
ignorando
conoscendo
o solo intuendo
quello che
fuori dal rifugio
al di là degli alberi
al di là del fiume
al di là del villaggio
è arrivato
sta arrivando
potrebbe arrivare
Pronto a stringersi
agli affetti vivi
nel tentativo di salvare
loro almeno
Pronto a sentire
rumori
odori
esplosioni
pianti
urla
gemiti
preghiere
Pronto a morire
Oggi
invece
amare
è un bacio
non di piacere
non di gioia
non d’amore
ma di addio
Oggi
invece
vivere
è guardarsi negli occhi
mandando e ricevendo
messaggi tristi
muti
sempre meno vibranti di umanità
abbracci
per scacciare il freddo
o per evitare
che chi da te cerca protezione
possa
piangendo
scorgere
anche le tue lacrime
Sperare
è comunque
sperare
Che torni
presto
il tempo
degli infiniti giusti.
N°18 del 04/03/2022