L’Umanesimo dell’impegno base per un riformismo sociale moderno

– di ANTONIO DERINALDIS –

Il contesto internazionale nel quale siamo collocati non riesce a non preoccuparci. La questione libica, il dialogo nel Mediterraneo, la Siria, l’Afghanistan, i rapporti tesi tra la Russia e la Nato, l’America di Biden e la rinnovata centralità dell’Europa. Il Mondo è scosso dalla pandemia, ma ancora più scosso dalle nuove povertà emergenti, dalla  vecchie e nuove disuguaglianze sociali, dal cambiamento climatico, dall’inquinamento, dalla disoccupazione sempre molto alta, da un’umanesimo digitale che ancora non decolla.  J.F. Kennedy ci ricorda che per tenere il Mondo unito e in pace nei valori della democrazia è necessaria una tipologia di raccordo cioè “l’Alleanza per il Progresso” (“alliance for progress”).  Pietro Nenni ci invita alla responsabilità e al coraggio civico: “Fai quello che devi, succeda quel che può”. Il G20 a guida italiana e l’imminente Cop26 ci inducono a riflettere su quale modello di società abbiamo in animo di “contribuire” a costruire. Papa Francesco si è posto il tema in particolare nel suo cammino “sinodale” di Chiesa  nel quale sostiene “di intercettare le domande di senso che albergano in ciascuno di noi”. Non possiamo più evidenziare l’epoca pre-covid e l’era post-covid, siamo ormai nel secolo “recovery”, cioè il “recovery” diga di un nuovo stadio, non un epoca di cambiamenti ma il cambiamento di un’epoca.  La fase dell’impegno, dell’attivismo, della partecipazione, come dice Aldo Moro del “camminare insieme” e’ già oggi. E’ un nuovo inizio adesso.  L’avvio degli interventi del Recovery Plan italiano e le ultime vicende sociali, politiche ed economiche non ci lasciano indifferenti. Il riformismo sociale contemporaneo e moderno  interpreta il nuovo che accade. Possiamo dire che “scopre l’umano”, si fa “umanesimo dell’impegno”. Come ho già sostenuto, significa uscire dallo stadio contemplativo per entrare in quello “attivo”, dell’attivismo, dello stare in rete creando comunità di prossimità delle relazioni sociali, culturali ed istituzionali con al centro “la persona” e promuovendo il rispetto della dignità umana.  Il sapere che diventa condiviso, la competenza che partecipa e la scienza messa in comune.  Non è sottrazione ma è addizione proprio come dice Maritain.  Questo nuovo tempo,  il presente del “recovery” è un’occasione straordinaria per tentare di ridisegnare l’orizzonte e costruire il futuro forti della pienezza delle radici democratiche  e costituzionali ben radicate nella storia.  L’Umanesimo dell’Impegno (“CiviX Engagement”) è il nuovo elemento trainante del riformismo sociale moderno preludio di un neo-laburismo ancora tutto da “riscrivere” (neo-labour). Erio Castellucci dice:”Non sono concetti: sono volti, esperienze, urgenze che riguardano tutte le necessità…in un contesto nel quale si sono riscoperte alcune grandi domande esistenziali”.  E’ il tempo come ha sottolineato Pierpaolo Bombardieri (Segretario Generale della UIL), in una sua importante relazione, di costruire e realizzare un “progetto responsabile per un programma di innovazione tecnologica, industriale e sociale” quale campo base per un nuovo modello di sviluppo che abbia sempre al centro la persona e la sua dignitas. E’  un nuovo umanesimo che tra quello ad impronta dossettiana e quello ad impronta socialista, si fa umanesimo integrale, quindi “dell’impegno”.

 

 

 

N°: 75 del 21/10/2021

 

 

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