“Riaprire i teatri? Mi spiace dirlo, ma in queste condizioni non si può!”. Intervista a Gianluca Guidi

-di PIERLUIGI PIETRICOLA

 

Il 27 marzo riapriranno i teatri. Questo l’annuncio del Ministro Franceschini di qualche settimana fa. Ma è davvero possibile riaprire, seppur con regole di limitazione nell’accesso? Quali i rischi e i vantaggi? E, soprattutto, quali le condizioni di fattibilità tecnica di questa riapertura? Ne abbiamo parlato con l’attore, cantante e regista Gianluca Guidi.

Il prossimo 27 marzo è stata annunciata la riapertura di cinema e teatri. Sei contento?
Questa è una domanda a trabocchetto. In realtà non ci sono i presupposti per riaprire, quindi non debbo rinunciare a nulla. Non si può e basta. Il ministro Franceschini ha precorso un po’ i tempi. E
mi dispiace perché i provvedimenti che lui ha preso in questa emergenza per una categoria di operatori dello spettacolo sono stati come la manna dal cielo, perché hanno consentito loro di
recuperare il 10-15% di quello che si è perso. Quando non puoi pagare la bolletta, l’umiliazione è davvero tanta, soprattutto sul piano psicologico. La riapertura dei teatri e dei cinema il prossimo 27 marzo, tanto sbandierata dal prode demagogo Massini, è una vaccata senza precedenti. Per altro Massini ha citato la Arendt in modo decontestualizzato e inesatto e riportato malamente quanto afferma un rapporto dell’Istituto Tecnico di Berlino sulle percentuali di possibilità di contagio nei teatri commettendo errori dal punto di vista tecnico. In quello si studio si calcola R con T non la percentuale di possibilità di contagio. Esistono due tipi di Teatri in Italia. I Teatri Pubblici (vedasi Piccolo di Milano, Argentina di Roma ecc.) sovvenzionati (giustamente) dallo Stato che non hanno un rischio di impresa privato, e i Teatri Privati che invece, facendo capo ad un imprenditore, ce l’hanno. Un Teatro Pubblico è in grado (per esempio) di produrre spettacoli di altissima qualità sapendo già che sarà “a perdere”, ma che fornirà un contributo culturale notevole. Un Teatro Privato questo non lo può fare per ovvii motivi. Oggi se dovesse riaprire un teatro privato di 500 (o di più) posti a sedere, ad oggi, la capienza massima ammessa sarebbe di 200 persone. Numero che quasi mai si ottiene, in quanto le poltrone a “due posti vicini” possono essere vendute solo a congiunti. Per cui se un singolo acquista un biglietto, matematicamente, l’altra poltrona rimane vuota. Quindi mediamente è un risultato ottimale riuscire ad avere una media di 160 spettatori a replica che porta un’incasso di 3500/4000 euro lordi. A questi bisogna sottrarre SIAE, costi di montaggio e smontaggio, vigili del fuoco, spese pubblicitarie, e ammortamento produttivo (parlo sempre sulla singola replica parlando di gestione finanziaria applicata all’attività fine a se stessa). In soldoni (soldini) dall’incasso sopra citato va tolto un 25% (esclusa la quota ammortamento sul costo totale lordo di investimento iniziale) poi vanno pagati contributi, attori, tecnici, bollette, personale di cassa e sala. Su 3500 euro ne rimangono si e no 200. Poniamo ora che il teatro privato in realtà ospiti una produzione esterna (cosa abituale). Nei teatri delle grandi città i contratti con compagnie esterne sono fatti a percentuale sull’incasso lordo. Normalmente 70% alla compagnia ospitata e 30% al Teatro. Tolte le spese elencate sopra alla compagnia rimane il 47%. 1645 euro su 3500 di incasso. poi paghiamo contributi, attori, tecnici, trasporti (spalmati sul periodo di tenitura) noleggi materiale tecnico e quota ammortamento sul famoso investimento iniziale. MOrale sono 2000 euro di rimessa a replica. Per concludere, oggi riaprire anche solo la struttura teatrale e rimetterla a regime costa dai 40 ai 50 mila euro che poi bisogna (anche li) ammortizzare. I meno avveduti diranno “ma il Ministro ha erogato un sacco di soldi alle aziende teatrali, che li spendessero”. Vero. E bene ha fatto il Ministro. Ma i “famigerati” teatri privati già prima della pandemia erano in condizioni pietose, così come le compagnie, il 99% galleggia e sopravvive sul “CashFlow”. Ora i soldi erogati dal MInistero ai gestori non so se siano anche solo abbastanza per colmare l’emorragia del mancato “CashFlow”. Con un Cash FLow di 8/9 milioni di euro su dieci mesi di atività (in tempi non pandemici) un milione di euro serve solo a tenere calme le banche per un altro quadrimestre. poi tocca cominciare a lavorare. Ecco. So di essere stato noioso. Ma è doveroso piantarla di fare demagogia chic e di rendersi conto che, o manteniamo il Paese in marcia, in modo omogeneo per ogni categoria,al 60% di attività economica CONTENENDO la Pandemia in modo serio,oppure è un settore che morirà a breve. Con buona pace dei TERRAPIATTISTI. Ricominciare a lavorare per noi significa CONTENERE LA PANDEMIA CON REGOLE FERREE E RISPETTATE. AMEN.

Cioè?
Supponiamo che il mio produttore impazzisca e dica: “Mettiamo in scena Aggiungi un posto a tavola”. Lo si fa per 370 persone in sala utilizzando tutte le misure di sicurezza per il pubblico. E quello che succede sul palco con gli interpreti non interessa a nessuno? Stando alla regole, dovrei ridurre il cast di tre quarti. Il che vorrebbe dire tagliare via buona parte del testo. Un protocollo non può valere per alcuni sì e per altri no. Noi attori non abbiamo il vaccino Shakespeare che ci rende immuni a prescindere. Siamo persone e vulnerabili tutti.

Ma un attore come fa a recitare con la mascherina?

Io insegno quattro ore al giorno in una scuola di formazione professionale riconosciuta dalla regione Lazio. Uso la doppia mascherina, la usano anche i ragazzi. Apro le finestre e per quattro ore si canta e si recita con le mascherine indosso. È un discorso di adattabilità.

Semplicemente questo?
Ma certo che sì! Bisogna vedere il bicchiere mezzo pieno, anche perché dentro l’acqua è sempre la stessa. Vederlo mezzo vuoto è masochismo. Questa è una protezione che debbo usare per non
ammalarmi. Personalmente non la vedo come una limitazione della mia libertà.

Con la mascherina indosso, torneresti a recitare?
No, perché adesso non ha senso per le ragioni che ti ho detto.

Quindi?
E quindi i consensi nella vita bisogna ottenerli facendo, non cercarli attraverso le parole come fanno certi demagoghi.

Per ripartire in modo serio, cosa si dovrebbe fare?
Secondo me il problema si risolve in un modo solo: ci fermiamo per un mese e poco più per interrompere la catena del contagio, si vaccinano tutti e poi si riparte; ma davvero. E bisogna che il governo si metta una mano sulla coscienza e dia sostegni a quelle categorie che più ci stanno rimettendo in questa situazione. Se si arriva al 40% di vaccinati, soprattutto lì in quelle zone dove i
contagi sono di più, noi a giugno-luglio possiamo riaprire tranquillamente e ripartire. Però sarà comunque necessario osservare delle regole di attenzione, come ho fatto io l’anno scorso.

Cosa hai fatto?
A parte una settimana al mare per portarci i miei ragazzi, non mi sono mosso da casa. Io abito in campagna. Ho un piccolo giardino e abbiamo passato l’estate lì: giocando a carte, guardando lo sport in tv di cui i miei figli sono patiti. E siamo stati comunque bene. Occorre capire qual è il male minore e accettarlo.

A Ottobre prossimo pensi potremo ripartire veramente?
Dipenderà molto, a mio avviso, da come ci si comporterà in Estate e dai vaccini. Basta comportarsi in modo civile senza fare stupidate. Un minimo di educazione civica: non è che ci voglia tanto. Evitare gli affollamenti, seguire quelle poche istruzioni di igiene e tutela personale e sociale. Non si tratta di fare miracoli.

Adesso non torneresti in scena nemmeno con un monologo o una lettura?
No. Io ho interrotto a Ottobre con dei numeri meno peggiori di questi perché il mio compagno di scena prese il Covid e miracolosamente non me lo ha attaccato. Non tornerei a recitare anche perché ho due figli che vanno a scuola, stanno in una comunità e non posso metterli in difficoltà e, più in generale, mettere a repentaglio chi vive intorno a me.

Appena possibile riprenderai Aggiungi un posto a tavola?
È già previsto. Non in Autunno però. Spero mi regga la faccia, perché ormai ho un’età. Però sì: riprenderemo Aggiungi un posto a tavola.

 

 

 

N°: 26 del 15/03/2021

pierlu83

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