GIULIO TARRO: “IL Sars CoV2 SPARIRÀ COME LA PRIMA SARS. ECCO LO STUDIO SCIENTIFICO CHE LO DIMOSTRA”

-di PIERLUIGI PIETRICOLA

 

È esatto, scientificamente, parlare di asintomatico infettivo? Tecnicamente, quali sono le situazioni con maggior rischio di contagio? È vero che il Sars CoV2 è identico, per gran parte, al beta-coronavirus della prima SARS? Quali prove scientifiche si hanno a sostegno di tale tesi? Abbiamo chiarito, come ogni settimana, questi e molti altri interrogativi con il Prof. Giulio Tarro, prestigioso scienziato e virologo.

 

Prof. Tarro, questa settimana partiamo dalle dichiarazioni della rappresentante dell’Oms, Maria von Kerkhova, relative al fatto che parlare di un asintomatico infettivo è un nonsenso scientifico. È motivato questo risentimento secondo lei?

Come al solito si spara a zero senza cercare di capire quello che una persona vuole effettivamente dire, specialmente se alcune dichiarazioni non collimano con un’opinione corrente. Da un punto di vista scientifico, ha ragione la rappresentante dell’Oms: un asintomatico infettivo non esiste. Non avendo sintomi in quanto non ha una grande quantità di virus al suo interno, non può infettare proprio per questa ragione, come dimostrato anche dallo studio recente pubblicato su PubMed cui accennavamo le scorse volte. La von Kerkhova, tuttavia, ha precisato che sarebbe più corretto parlare di sintomatico lieve, cioè con pochi sintomi. Lei ha tenuto a fare questa distinzione, che io trovo corretta sul piano scientifico.

Un sintomatico lieve, quindi, può contagiare?

Bisogna sempre contestualizzare le varie situazioni. Se ci troviamo in una condizione di massima carica virale da parte del virus, in un certo periodo dell’anno, a determinate temperature, in alcuni luoghi chiusi sovraffollati: in questi casi, allora, le misure di distanziamento sociale e di protezione individuale hanno un senso anche nell’eventualità di incontrare un sintomatico lieve. Ma se la situazione è quella in cui ci troviamo adesso, non hanno proprio ragione di esistere.

Perché andiamo incontro a temperature più calde?

Per questo motivo e anche perché il Sars CoV2 o si adatta o è destinato a morire. Su questo punto vorrei, magari, dire qualcosa di più specifico in seguito. Per quel che concerne le modalità di trasmissione di questo virus, si sono dette troppe assurdità. L’ultima delle quali in un recente articolo pubblicato sulla rivista Science. In questo lavoro si accenna alla questione delle ormai famosissime goccioline di contagio e all’aerosol, vale a dire la trasmissione per via aerea. Praticamente le goccioline verrebbero trasportate dall’aria dell’ambiente circostante e “presumibilmente”, viene usata questa parola, infettare gli altri. Da un punto di vista scientifico, il termine “presumibilmente” è improprio e non va usato. Significa che si stanno avanzando ipotesi che non sono passate al vaglio di una sperimentazione. Quando si scrive un articolo scientifico si scrivono certezze derivanti da ipotesi verificate in sede sperimentale, non supposizioni.

Ma il contagio, nei momenti di massima forza del virus, è più frequente che avvenga in luoghi chiusi o all’aperto?

Quando si è all’aperto si è più protetti. Al chiuso e in luoghi con molte persone, si rischia di contrarre l’infezione più facilmente. Tuttavia non bisogna dimenticare che noi abbiamo delle difese naturali che ci aiutano a combattere il contagio dei virus. Si tratta di dinamiche naturali che avvengono anche per il Sars CoV2.

E se ne è tenuto conto? Quali sono queste difese naturali in nostro possesso?

Per quel che riguarda il Sars CoV2, è stata detta una grandissima sciocchezza: e cioè che questo virus bypassa la nostra prima difesa immunitaria – che è la bocca – così arrivando direttamente agli alveoli polmonari per poi andare ad infettare la zona laringofaringea. È semplicemente ridicolo affermare una cosa simile. Come ogni virus, il Sars CoV2 prima di arrivare ai polmoni dando luogo ad uno stato iper infiammatorio, passa attraverso la bocca. Se riesce a superare questa prima difesa immunitaria, si va a depositare nella zona laringofaringea e solo successivamente, nei casi più sfortunati e gravi, arrivare ai polmoni. Non avviene il contrario. Tuttavia teniamo presente che, come ho già più volte ripetuto, questi discorsi relativi al contagio si riferiscono ad una storia del Sars CoV2 che, per fortuna, ci siamo lasciati alle spalle.

Le mascherine e il distanziamento sociale sono consigli sempre validi o allo stato attuale dei fatti non lo sono più?

Allo stato attuale dei fatti non lo sono più. È bene che tutti se ne rendano conto: scienziati e persone che non fanno il nostro lavoro.

Prima accennava a qualcosa che voleva precisare sull’evoluzione del Sars CoV2.

Sì, esattamente. È uscito uno studio fatto a Singapore – https://www.biorxiv.org/content/10.1101/2020.05.26.115832v1.full – nel quale si dimostra che coloro che hanno avuto la prima SARS e sono guariti, hanno sviluppato un’immunità cellulare tale da renderli immuni anche al Sars CoV2. E questo perché i beta-coronavirus, categoria alla quale il Sars CoV2 appartiene, sono in grado di sviluppare un’immunità di tipo cellulare, addirittura più importante di quella derivante dalla produzione di IgG. Si tratta di un risultato fondamentale, perché sta a dimostrare che il Sars CoV2 è per gran parte identico al beta-coronavirus della prima SARS e, quindi, avrà il suo stesso decorso.

È notizia di qualche giorno fa che negli USA è stato messo a punto an anticorpo monoclonale specifico per il Sars CoV2.

Non si tratta di una novità vera e propria, visto che già con la prima SARS e successivamente con la MERS furono messi a punto specifici anticorpi monoclonali. È stata percorsa una via validissima, ma già battuta in precedenza.

L’ultima domanda riguarda il terrore che ancora serpeggia fra le persone. Come fare per estirpare dagli animi della gente la paura per il Sars CoV2 e riuscire a far capire che il pericolo supposto è, ormai, sovradimensionato rispetto alla realtà?

C’è un modo semplicissimo: basta non sentire quello che dicono su questo argomento Rai, Mediaset e La7. Non fanno che terrorizzare le persone ogni giorno dicendo, per altro, colossali stupidaggini. Meglio spegnere la televisione e godersi una passeggiata all’aria aperta in buona compagnia.

pierlu83

5 thoughts on “GIULIO TARRO: “IL Sars CoV2 SPARIRÀ COME LA PRIMA SARS. ECCO LO STUDIO SCIENTIFICO CHE LO DIMOSTRA”

  1. Grazie prof Giulio Tarro lei mi rincuora mi fa sentire tranquilla quando leggo i suoi articoli la ringrazio dal profondo, continua a tenerci informati e a finale non servono maschere e distanziamenti all’aperto queidi non più confezione di maschere a casa 🏡

  2. Vorrei chiedere al Prof.Tarro se ricorda la Dott. ssa Rosetta Giachino morta di recente e nostra carissima amica. Era una valente virologa e sua collega a Messina. Mi piacerebbe una sua valutazione e il suo ricordo Grazie

    1. La dottoressa Rosetta Giachino è stata mia compagna per i tre anni del liceo e siccome abitavamo dalle stesse parti , al mattino per recarci a scuola quasi sempre facevamo insieme la stessa strada. Io però la chiamavo Nice , come a lei piaceva.Finito il corso di studi non ci siamo dimenticate e ogni tanto ci sentivamo per telefono.La sua scomparsa è stato un dolore per me, se ne andava una parte bella della mia giovinezza

  3. Grazie prof Tarro,mi rincuora ‘, non so perché ma proprio in questo periodo più tranquillo si sono scatenati in me paura e tanti dubbi…grazie per le sue parole

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