Il sogno delle suffragette

-di VALENTINA BOMBARDIERI-

Era il 6 febbraio 1918 quando il Parlamento di Westminster approvò con un atto storico una legge che diede per la prima volta il voto alle donne.

Nel 1872 nacque il “Movimento delle Suffragette”, il vero cuore della rivolta. Un movimento che diede impulso negli anni successivi alla conquista del diritto di voto da parte delle donne nel resto del mondo. Il movimento femminile aveva come scopo quello il raggiungimento di una parità rispetto agli uomini sia dal punto di vista politico che giuridico e economico.

Il Rapresentation of People Act aprì la prima volta le porte del voto a una parte di cittadine in Gran Bretagna e Irlanda. 8 milioni di donne vennero aggiunge ai registri elettorali; tutte quelle che avevano più di 30 anni. Non potevano votare come gli uomini a 21 anni, ci vollero ancora dieci anni per raggiungere questo obiettivo. Questo atto del Parlamento venne approvato per riformare il sistema elettorale. Ottennero il voto tutti gli uomini che avevano compiuto 21 anni, o 19 se avevano prestato servizio durante la prima guerra mondiale. Le donne di età superiore a 30 anni ricevettero il diritto di voto se erano o un membro o sposate con un membro del registro del governo locale, un proprietario di proprietà o un voto di laureato in un collegio elettorale dell’università.

Sui banchi del governo in Inghilterra sedeva il partito conservatore che affermava che fosse giusto concedere il diritto di voto alle donne ma cercava in ogni modo di ostacolare la conquista da parte delle suffragette.

Le donne ottennero il voto come “conseguenza” del fatto che lo ottennero gli uomini della classe operai. Lo scopo principale dell’atto del 1918 era eliminare il precedente diritto al voto basato sulla classe sociale, e la motivazione specifica era il riconoscimento che “se sono adatti per combattere, sono adatti per votare”. La vera storia del suffragio femminile è la lotta della classe operaia.

 “La militanza degli uomini, nel corso dei secoli, ha inondato il mondo di sangue, e per le loro opere di orrore e distruzione gli uomini sono stati ricompensati con monumenti, grandi canzoni ed epopee. La militanza delle donne non ha danneggiato alcune vita umana se non quella delle militanti stesse”. Le parole di Emmeline Goulden Pankhurst, fondatrice della Women’s Social and Political Union, fondata nel 1902 dopo aver incontrato la rivoluzionaria americana Susan B. Anthony. Carcere duro, alimentazione forzata, torture, a quelle donne che combattevano per i loro diritti vennero portati via i figli e a molte anche la vita. “Non ci potrà mai essere una pace reale sulla terra – scrisse Pankhurst – finché alla donna, la metà materna della famiglia umana, non sarà data libertà nei consessi del mondo”.

Il 6 febbraio in Gran Bretagna si festeggia e si inaugurano statue in onore delle suffragette, quelle donne coraggiose e visionarie che lottarono come leonesse per ottenere questo prezioso diritto. Rivoluzionarie perché sognarono un futuro diverso, pensarono qualcosa che non c’era e lo ottennero. Oggi le ricordiamo per eliminare stereotipi, sessismo e abusi. Perché con le loro lotte ottennero un futuro diverso, un futuro migliore.

Valentina Bombardieri

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