5 marzo la Uil e la sua storia

-di FRANCO LOTITO-

La Uil si accinge a svolgere il suo 17° congresso nazionale nell’anno in cui raggiunge la rispettabile età di 68 anni. Era il 5 marzo del 1950. In una sala della “Casa dell’Aviatore” – un’associazione ospitata presso la sede generale dell’INAIL – si ritrovano 253 delegati provenienti da tutta Italia in rappresentanza di 50 strutture sindacali territoriali per dare vita a quello che sarà il Congresso costitutivo della UIL. Sono guidati da un drappello di sindacalisti di matrice socialista che lasciano la CGIL,ma non accettano l’dea confluire nella formazione che avrebbe dato vita alla CISL.
Il “vento del nord” di cui parlava Pietro Nenni, che aveva animato la Lotta di liberazione contro il nazi-fascismo ed aveva portato alla nascita della Repubblica democratica aveva smesso di soffiare. Invece aveva preso a soffiare – e forte – il vento della contrapposizione ideologica, politica e militare tra la sfera del mondo occidentale democratico e capitalista presidiata dagli Stati Uniti, e quella del mondo orientale comunista, controllato dall’Unione Sovietica.
Era la geo-politica della “guerra fredda”, e in quel contesto storico anche l’Italia appare come uno scacchiere strategico sul quale i”blocchi” si confrontano con estrema durezza. Si dividono le forze politiche ferocemente le forze politiche: Democrazia Cristiana, liberali e repubblicani schierati a formare il blocco dei filo-americani da una parte; il PCI comunisti e il PSIUP uniti nel Fronte popolare dall’altra a formare il blocco dei filo-sovietici. L’unità delle forze antifasciste che aveva animato la Resistenza non c’è più ed era inevitabile che anche l’unità delle forze sindacali, che di quell’intesa ne era la proiezione sociale, imboccasse della divisione. Dopo il congresso della CGIL degli inizi del 1949 il cui la componente comunista ottiene la maggioranza assoluta, la componente cattolica, guidata da Giulio Pastore rompe gli indugi e decide di abbandonare la CGIL. Per la nascita della CISL viene fissata la data del 1°maggio dell’anno successivo.
In quel contesto sembra non esservi alcuna agibilità per le forze di un riformismo di matrice laica e socialista che comunque sono presenti nelle strutture territoriali del sindacato. A questa realtà di base guarda con attenzione quel drappello di sindacalisti di cui fanno parte, insieme a molti altri, Italo Viglianesi, Renato Bulleri Enzo Dalla Chiesa, Franco Novaretti, Arturo Chiari che di quella storia politica e di quella cultura sono espressione. Anche per loro arriva il momento delle scelte. Potevano decidere di rimanere in posizione subalterna una CGIL ormai completamente dominata dalla componente comunista, ricevendone in cambio la salvaguardia di sinecure e posizioni personali; potevano scegliere la confluenza nei ranghi del nascente sindacato cattolico, protetti dall’usbergo di una DC ormai padrona dello spazio di governo dopo la schiacciante vittoria elettorale dell’aprile del 48. Scelsero la strada obiettivamente più difficile: quella di dare vita ad un nuovo soggetto sindacale.
La nascita della terza Confederazione contraddice vistosamente la logica bipolarista. Per questo viene vista di traverso sia dalla CGIL, sia dalla CISL, che di quella logica ne sono la materializzazione. “I dirigenti della UIL – sono le parole di Giorgio Benvenuto – sono soli con la loro passione e le loro speranze. Forse hanno anche le loro paure. Non hanno alle spalle i vertici dei partiti. Né sostegni internazionali di alcun genere. Una terza Confederazione è vissuta come una non desiderata deviazione dal comodo sistema della contrapposizione ideologica.”
La UIL, dunque muove i suoi primi passi tra mille difficoltà, è un’organizzazione minuscola, ma pone sul tavolo due grandi questioni: quella dell’autonomia dell’azione sindacale di fronte ai partiti, cioè il superamento della logica della “cinghia di trasmissione” e quella dell’unità del mondo del lavoro.
Quei valori, rivendicati fin dalla sua nascita, diventeranno i tratti fondamentali che segneranno la vita della UIL. Il tempo ha dato ragione a chi operò per farla nascere. La UIL dei nostri giorni è un’organizzazione di oltre 2 milioni di iscritti, la maggioranza dei quali sono lavoratori attivi. Con i suoi sindacati di categoria è presente in tutti i settori merceologici. Dispone di una rete capillare di strutture sindacali che presidiano il territorio; ha diverse migliaia di delegati e suoi rappresentanti nei luoghi di lavoro ed i suoi Servizi forniscono assistenza a decine di migliaia di lavoratori , di cittadini e di pensionati. L’ insediamento sociale è solido ed ha reso la UIL una protagonista della lotta per le riforme.
I rapporti con il governo e con le forze politiche sono sempre stati misurati con il metro dell’autonomia di giudizio e di proposta politica. La UIL non ha mai contrapposto dei “no” pregiudiziali e non ha mai offerto dei “si” a scotola chiusa. Per questo la sua l’opinione viene ascoltata con rispetto ed attenzione.
L’unità del movimento sindacale ha conosciuto grandi stagioni nelle quali sono state compiute grandi conquiste sociali e contrattuali, e battute di arresto dolorose. Le prime, la UIL le ha sempre sostenute, misurandosi da pari a pari con la CISL e la CGIL e quando è arrivato il vento freddo della divisione, ha sempre cercato di scongiurare la rottura in mezzo ai lavoratori. Non sempre ci è riuscita, ma quando questa si è manifestata, ha sempre cercato di ricostruire una nuova trama di rapporti che riaprisse una nuova prospettiva unitaria.
Fra poco più di tre mesi la UIL celebrerà il suo congresso nazionale e c’è da attendersi che ancora una volta – come è stato fin da quel suo primo appuntamento di quel lontano 5 marzo 1950 – al centro del suo impegno metterà l’autonomia e la prospettiva di una nuova stagione di unità.

fondazione nenni

Via Alberto Caroncini 19, Roma www.fondazionenenni.it

Rispondi