San Valentino, paganesimo e spinte commerciali

-di VALENTINA BOMBARDIERI-

Non siamo soliti trattare argomenti “frivoli “ma oggi abbiamo deciso di fare un eccezione e di interrogarci sull’origine della festa degli innamorati. Una festa sempre più commerciale ma, come spesso accade per le tradizioni di vecchia data, molto spesso si ignora come le stesse siano nate. Questa è la nostra volontà, in un viaggio a ritroso tra storia e leggenda.

La festa di San Valentino nasce da una antica festa pagana, chiamata in latino “Lupercalia”, con la quale si onorava la divinità pastorale Lupercolo, protettore della fertilità e del bestiame. Era un rito purificatorio e pagano. Sembra che i nomi di alcuni uomini e di alcune donne venissero posti in un’urna per poi essere estratti da un bambino, il cui sorteggio avrebbe decretato quali coppie avrebbero poi vissuto in intimità per un anno, in modo tale da portare a compimento il rituale della fertilità.

Da qui la volontà della Chiesa di mettere fine a un rituale poco consono ai precetti cristiani. Nel 496 d.C. Papa Gelasio I elegge San Valentino patrono dell’amore e protettore degli innamorati. Valentino era un vescovo nato a Terni nel 175 d.C., martirizzato e santificato quasi cento anni dopo la sua morte.

La scelta ricadde sul vescovo di Terni per alcuni aneddoti legati alla sua vita. Fu il primo a celebrare l’unione fra un legionario pagano e una giovane cristiana. Nella città di Terni, luogo di persecuzione dei cristiani, l’imperatore Claudio II chiamò il vescovo per convincerlo ad abbracciare il paganesimo. Valentino non accettò e tentò di convertire l’imperatore al cristianesimo. Nel 270 d.C. Claudio II ordinò la lapidazione e la decapitazione del vescovo.

Un’altra versione relativa alla morte di San Valentino dice che l’imperatore Aureliano, uno dei più fervidi persecutori dei cristiani, spaventato dalla popolarità sempre maggiore del vescovo, decise di flagellarlo lungo la Via Flaminia per evitare l’insurrezione dei fedeli. Il Santo venne poi ucciso e decapitato.

Ma la ricorrenza di San Valentino, come la conosciamo oggi, è più recente e fa riferimento ai bigliettini d’amore che furono scritti da Carlo duca d’Orleans nel XV secolo mentre era prigioniero nella torre di Londra che scriveva alla moglie: «Je suis déjà d’amour tanné, ma très douce Valentinée».

A metà Ottocento negli Stati Uniti tal Esther Howland iniziò a produrre biglietti di San Valentino su scala industriale. Con il passare del tempo la tradizione dei biglietti amorosi divenne secondaria rispetto allo scambio di scatole di cioccolatini, mazzi di fiori o gioielli.

Valentina Bombardieri

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