-di GIULIA CLARIZIA-
Il 19 gennaio del 1995 morì a Roma Italo Viglianesi, il principale promotore della nascita della UIL di cui fu il primo segretario generale.
Membro del Partito Socialista di Nenni, già sindacalista all’interno della CGIL, fu un autonomista che scelse tuttavia di rimanere nel partito anche dopo la scissione di palazzo Barberini.
Egli fu profondamente colpito da un viaggio che nell’estate del 1947 lo portò in Unione Sovietica insieme ad altri rappresentanti sindacali. In quell’occasione ebbe modo di conoscere in prima persona la dura realtà dello stalinismo e le pessime condizioni dei lavoratori sovietici.
Questa esperienza fu un’ulteriore spinta che lo portò a voler fare di più per migliorare nel concreto le condizioni dei lavoratori.
In quegli anni difficili in cui il bipolarismo della guerra fredda si rifletteva anche nelle questioni di politica interna del nostro paese, si sentiva la necessità di un sindacato che fosse libero da dogmi, quelli del comunismo dettati dal PCI tanto quanto quelli imposti dalla religione cattolica che si riflettevano nella CISL.
Italo Viglianesi trovò una risposta a questa necessità e la tradusse, insieme ad altri dirigenti sindacali, nell’Unione Italiana del Lavoro. Il 5 marzo del 1950 nacque dunque la UIL, sostenuta oltre che dagli autonomisti, dai socialisti saragattiani e repubblicani. Si trattava di un’organizzazione sindacale svincolata dai grandi partiti e che considerava i lavoratori come il reale motore dell’organizzazione stessa.
Viglianesi ne fu probabilmente il protagonista in una complicata porzione della sua storia. Infatti, fu una figura di riferimento fondamentale nel momento in cui la UIL, contando solo sulle proprie forze in quanto sindacato, doveva trovare il proprio spazio nella società e in particolare nelle fabbriche.
Il successo del suo operato si deve alla sua concreta vicinanza ai lavoratori e ai solidi ideali riformisti che portò avanti con le sue battaglie sindacali e politiche.
Nel 1969 Viglianesi lasciò la UIL per dedicarsi in maniera diretta alla politica. Già nel 1963, infatti, era stato eletto senatore con il PSDI, e tra il 1970 e il 1972 fu ministro dei Trasporti e dell’aviazione civile.
Pur avendo lasciato ad altri la dirigenza del sindacato, il cammino tracciato da Viglianesi non fu mai abbandonato, e tutt’oggi la UIL porta avanti quei valori fondativi di libertà e indipendenza dalla politica dei partiti, ma al tempo stesso di ricerca di un’unità nel mondo del lavoro e del sindacato.