Quella rivoluzione che trasformò le speranze in tirannia

 

 

-di MAGDA LEKIASHVILI-

Il vento della rivoluzione in Russia tirò cent’anni fa. Ci furono due rivoluzioni nel 1917, quella liberale di febbraio, che liberò la Russia dall’assolutismo e comportò la caduta dello Zar e quella bolscevica, che alimentò all’inizio le speranze di milioni di sfruttati per approdare, poi, progressivamente e inesorabilmente al totalitarismo. Una sollevazione di popolo provocò la sconfitta dell’imperatore Nicola II, la fine della dinastia Romanov. Nel giro di pochi giorni si formò un nuovo governo. Alcune misure adottate furono un passo avanti verso la democrazia, tra quali l’amnistia per i reati politico-religiosi, la libertà di parola e di espressione. E soprattutto, “la convocazione di un’Assemblea costituente da eleggersi a suffragio universale”, così da abbandonare il regime feudale e avviare un nuovo sistema politico costituzionale. Sia per il breve periodo di tempo a disposizione che per l’incapacità del nuovo governo, l’obiettivo non venne raggiunto. Anzi, la prolungata partecipazione della Russia alla guerra mondiale e l’abbandono delle politiche agrarie portarono il paese verso la fame. Tutto ciò rafforzò la posizione di Lenin e del partito rivoluzionario dei Bolscevichi, formato e guidato da lui. Lenin decise che le condizioni nel 1917 fossero mature per la rivoluzione. Anche se all’inizio del 1917 i bolscevichi erano ancora un’organizzazione di minoranza all’interno della Russia.

Lenin fu attivamente sostenuto da Leon Trotsky, che creò le guardie rosse, una milizia bolscevica formata da lavoratori armati, soldati e marinai. Trotsky assunse la responsabilità della pianificazione dettagliata della rivoluzione bolscevica alla fine di ottobre e cercò di assicurarsi che tutte le aree vitali di Pietrogrado fossero in mani bolsceviche.

La maggior parte dei loro leader, incluso Lenin, era in esilio in Svizzera e le probabilità che i bolscevichi potessero mai ottenere il potere in Russia sembravano abbastanza remote. Ma alcuni fattori importanti misero “benzina sul fuoco” della rivoluzione.

  • Il governo provvisorio – come implicava il nome stesso, sarebbe dovuto essere un passaggio temporaneo. Dopo la caduta dello Zar, la Russia aveva bisogno di un governo efficiente per mandare avanti la politica, fino allo svolgersi delle elezioni. Queste ultime furono ritardate. Al tempo stesso, il governo provvisorio prese decisioni importanti, come la continuazione della prima guerra mondiale e il rinvio delle riforme territoriali, che influenzarono notevolmente il popolo russo. Ciò rese il governo sempre più impopolare e permise a Lenin di arrivare alla vittoria.

  • I soviet: dopo la rivoluzione di febbraio, apparvero a Pietrogrado il primo soviet. Presto, a Mosca e in altra città venero eletti altri soviet. Fondamentalmente i soviet furono assemblee elette da lavoratori, soldati e marinai. Lenin dichiarò la sua volontà che i soviet governassero effettivamente la Russia (sotto il controllo dei Bolscevichi). “Tutto il potere ai soviet”, divenne un grido Bolscevico.

  • Le difficoltà economiche avevano avuto un ruolo importante nella caduta di Nicholas II. E neanche il governo provvisorio riuscì a risolvere questi problemi. I prezzi aumentavano, la fame diventava sempre più insopportabile e nel frattempo non veniva rispettato il desiderio dei contadini di controllare la terra.

  • La guerra: il popolo russo voleva che la guerra finisse. Il paese era allo stremo e nonostante ciò il governo provvisorio proseguiva con le campagne militari.

Fu soprattutto quest’ultima scelta che diede a Lenin e ai bolscevichi un grande vantaggio politico e morale. “La guerra è stata provocata dalle classi dominanti, solo la rivoluzione della classe operaia potrà metterle fine. E la rapidità con cui avrete la pace dipenderà soltanto dallo sviluppo della rivoluzione. Non basta dire frasi sentimentali, non basta dichiarare: forza, smettiamo subito questa guerra! Per farlo è necessario lo sviluppo della rivoluzione” – scrisse Lenin nel maggio 1917 e creò lo slogan rivoluzionario “pace, pane e terra”.

L’effettiva conquista di Pietrogrado è stata organizzata da Trotsky. Il 24 ottobre unità di guardie rosse hanno presoro il controllo della città. La rivoluzione ha avuto uno sviluppo rapido. Tutti gli edifici chiave, stazione ferroviaria, ponti significativi caddero nelle mani bolsceviche. Nella notte del 25/26 ottobre, i bolscevichi assaltarono il Palazzo d’inverno (Winter Palace), dove era localizzato il governo provvisorio. Successivamente vennero arrestati anche i membri del governo. La rivoluzione bolscevica ormai era una realtà che portò Vladimir Lenin a prendere in mano il potere.

fondazione nenni

Via Alberto Caroncini 19, Roma www.fondazionenenni.it

Rispondi