Visco e Bankitalia: poco credibile il pulpito, non la predica

 

La parte renziana dal Pd ha deciso di andare all’assalto del governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco. La cosa ha suscitato grande fibrillazione politica: sarebbe stato decisamente più opportuno che la fibrillazione fosse nata nel momento in cui le banche sono andate in difficoltà mettendo in mutande molti risparmiatori o nel momento in cui, all’improvviso, i vertici bancari, a cominciare dalla stessa Banca d’Italia, hanno “scoperto” che esisteva un sistema chiamato bail-in. È evidente che siamo nel pieno della campagna elettorale tanto è vero che quello che oggi dicono i renziani del Pd tempo fa lo dicevano quelli del Movimento 5 stelle che ora assumono una posizione diversa. Insomma, siamo nel pieno di un rodeo in cui tutto vale tutto, compreso un inutile referendum che si svolgerà in Lombardia e Veneto e che serve solo per garantire visibilità a Maroni e Zaia visto che la consultazione è puramente consultiva e quello che vogliono avrebbero tranquillamente potuto chiederlo senza scomodare gli elettori e spendere soldi pubblici.

La sortita dei renziani solleva due domande. È giusto criticare Visco, anche duramente? È giusto che lo facciano Renzi e la Boschi attraverso persone di fiducia? La realtà è che l’attuale governatore della Banca d’Italia non passerà alla storia come una delle figure più luminose che abbiano gestito i destini di via Nazionale. Le vicende bancarie chiamano in ballo le manchevolezze di Visco, della Banca d’Italia e della Consob. Può puntellarlo anche domineddio ma la realtà è che i primi a non riporre fiducia in lui sono i risparmiatori e di questo, deve tenere presente chi nomina il principale responsabile di Banca d’Italia. Ma ciò che stona è il mittente delle critiche cioè Renzi, la Boschi personaggi che sono stati oggettivamente chiamati in causa nelle medesime vicende che ora vengono rinfacciati a Visco. Dunque, non è poco credibile la predica, ma il pulpito.

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