America: rubo, l’ammazzo e torno

-di POLITICO-

Negli Stati Uniti la polizia denuncia il preoccupante aumento del numero delle armi rubate. Molte risultano usate per gli omicidi e suicidi che riempiono quotidianamente le cronache. Il florido e organizzatissimo mercato che ruota intorno alle armi fa sì che rivoltelle, fucili e armi d’assalto circolino indisturbati da stato a stato. Munizioni e armi rispuntano a distanza di anni e migliaia di chilometri, senza che le forze dell’ordine abbiano saputo o potuto intercettarle in tempo. Fbi calcola che, tra il 2012 e il 2015, il traffico di armi rubate a individui sia ammontato a quasi mezzo miliardo di dollari e 1,2 milioni di pezzi. Nel periodo dai negozi sono state rubate 22.000 armi. Calcolatrice alla mano, fa un’arma rubata ogni 2 minuti.

Ci sono stati che fanno anche meglio. In testa alla graziosa classifica si collocano Tennessee, Arkansas, Sud Carolina, Oklahoma, Alabama: arrivano a 13 volte il numero di armi rubate a cittadini nei cinque stati meno a rischio (Hawai, Connecticut, Rhode Island, New York e Massachusetts). La distanza arriva a 18 volte per le armi rubate nei negozi.

Secondo uno studio di Harvard, attualmente negli Usa sono rubate 380.000 armi l’anno, 2/3 negli stati del sud, California e Texas inclusi. Le cifre sono soggette a dubbio: nessuna legge obbliga i proprietari di armi a denunciare i furti (!). Si prenda anche nota che mancano norme federali che costringano i venditori di armi a misure particolari di prevenzione del furto (porte e finestre blindate, allarmi, video, etc.) e che la vendita di armi tra privati è libera.

Gli Usa sono il felice paese di 318 milioni di abitanti nel quale circolano indisturbate 310 milioni di armi, statisticamente una per abitante, senza escludere quelli con pannolini e pannoloni. Nell’ultimo ventennio del novecento con armi furono uccise 676.000 persone (33.800 l’anno, 920 al giorno, escluse le vittime del fuoco delle forze dell’ordine), tra le quali l’incolpevole John Lennon, l’8 dicembre 1980. La cifra è pari un terzo dei soldati americani morti nel conflitto in Vietnam.

Tra il 2004 e il 2013 gli assassinati per armi da fuoco sono stati 316.545 (per dire: le vittime di terrorismo nello stesso periodo sono state 36, quasi un millesimo …). La media annua è rimasta più o meno lì anche nel nostro secolo. Nel 2013 si sono avuti 33.169 morti: 11.203 omicidi,  21.175 suicidi, 505 incidenti, 281 decessi con motivazioni incerte.

Gun violence Archive tiene la macabra contabilità in continuo aggiornamento, senza includervi i 22.000 suicidi da arma da fuoco annui. Per l’anno corrente, al 30 luglio risultano: 35.010 incidenti, con 8.934 morti e 17.864 feriti. 411 bambini 0-11 morti o feriti. Ragazzi tra 12 e 17 anni 1.871. Uccisioni di massa 209, poliziotti uccisi 170, attacchi domestici 1.430, uso difensivo 1.188, sparatorie preterintenzionali 1.193.

Nel 2016, la situazione era stata la seguente: incidenti totali 58.712, morti 15.071, feriti 30.615, bambini 0-11 feriti o uccisi 671, ragazzi 12-17 uccisi o feriti 3.125, sparatorie di massa 384, poliziotti uccisi 324, sospetti uccisi dalla polizia 1.906, attacchi domestici 2561, uso difensivo 1.972, sparatorie involontarie 2.199.

Almeno il 20% dei liceali va a scuola con un’arma, percentuale che scende di soli 5 punti per gli studenti delle medie. Non sorprenderà che nelle scuole, nel 2015, è andata in onda una sparatoria a settimana.

Obama provò, senza successo a cambiare la legislazione in materia, ma interessi industriali (30 miliardi di dollari di fatturato l’anno), il secondo emendamento della Costituzione che garantisce al cittadino il diritto di possedere un’arma da fuoco, il mito dell’individualismo macho/americano, la ebbero vinta. Poi venne Trump, eletto grazie anche alla potentissima lobby delle armi d’assalto domestiche (specie Nra, National Rifle Association, feudo repubblicano), e per un pezzo non se ne farà niente.

L’indice globale di pace, elaborato annualmente da un istituto indipendente di Sidney, classifica nei primi cinque posti solo nazioni europee. Gli Usa risultano tra le peggiori nazioni (114ma su 163), appena su Medio Oriente e stati sub sahariani. La vergognosa collocazione ha molto a che vedere con la diffusione interna delle armi e l’alto livello di morti che ne deriva. Negli Usa si uccide 297 volte più del Giappone, 49 volte più che in Francia, 33 volte più che in Israele.

Ciò nonostante, le scuole, e gli asili (sic) accolgono volentieri i formatori Nra che, famiglie consenzienti, insegnano l’uso delle armi anche a bimbetti tra i 3 e i 5 anni, convogliandoli in poligoni di tiro e conferendo loro l’orgoglio di essere arruolati per sempre nell’esercito di chi esercita la “violenza buona e doverosa” che la democrazia americana pretende.

Ironia vuole che la stessa democrazia proibisca, agli innocenti pupilli, gli ovetti Kinder Ferrero, le cui sorprese cono catalogate altamente pericolose. Essere beccati con l’ovetto al poligono di tiro, comporta la multa di 2.500 dollari.

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