Navalny contro Putin: “Non puoi metterci tutti in galera”

 

-di MAGDA LEKIASHVILI-

Le piazze in Russia si sono riempite ancora una volta per un’ondata di proteste antigovernative. Il protagonista rimane sempre il leader dell’opposizione russa Alexey Navalny. Non a caso l’architetto della giornata ha spostato appositamente la data della manifestazione al 12 giugno, proprio mentre si festeggiava il giorno della Russia (День России). Per questa occasione la Piazza Rossa di Mosca è riservata alle rievocazioni storiche delle diverse forze militari e ai successi ottenuti nel corso dei secoli sui campi di battaglia. Le autorità di Mosca avevano autorizzato lo svolgimento della manifestazione in un luogo della capitale precedentemente indicato, ma Navalny all’ultimo momento ha cambiato idea provando a far confluire i dimostranti in una strada (la Tverskaya) che porta direttamente alla Piazza Rossa. Il ripensamento logistico è stato considerato dal Cremlino una provocazione. La polizia di Mosca ha subito avvertito che qualsiasi azione ostile o di contestazione da parte dei manifestanti sarebbe stata considerata una minaccia per l’ordine pubblico e conseguentemente sarebbero state subito soppresse.

Navalny ha mobilitato migliaia di attivisti in diverse città Russe, soprattutto a Mosca e a San Pietroburgo per protestare, con una manifestazione pacifica, contro la corruzione e la stagnazione politica. E ci è riuscito nonostante i vigorosi tentativi delle autorità di ostacolare o vietare gli assembramenti. Gli organizzatori hanno provato a rilanciare una protesta popolare sopita con il ricorso alla repressione violenta nel 2011-2012. Secondo le notizie diffuse dai media russi, circa 5000 persone si sono radunate nella città siberiana di Novosibirsk, la più grande folla dopo le manifestazioni del 1991 quando venne chiesto lo smantellamento dell’Unione Sovietica. In un’altra città siberiana sud-occidentale, Omsk, sono scesi in piazza 4000 manifestanti, mentre nella Siberia orientale, ad Irkutsk, ne hanno calcolati 2000.

I collaboratori di Navalny a Mosca impegnati a trasmettere e amplificare i messaggi provenienti dalle piazze del paese, si sono subito resi conto che la repressione stava per scattare. A metterli in allarme le interferenze di tipo tecnologico: infatti, nel corso della giornata è saltata l’erogazione dell’energia elettrica e i collegamenti internet sono andati in tilt. Ma questo non ha impedito agli uomini di Navalny di continuare nella loro azione informativa e di mobilitazione.

Lo slogan più urlato dagli oppositori era di una chiarezza disarmante: “Putin è un ladro”. Il pugno di ferro si è abbattuto sugli oppositori del Cremlino: circa 1200 persone sono state arrestate, la protesta è stata sciolta a colpi di manganellate e gas lacrimogeni. Anche Alexey Navanly è stato tratto in arresto mentre usciva dalla sua casa moscovita per raggiungere il luogo della protesta, a manifestazione non ancora cominciata. La decisione delle autorità di polizia di arrestarlo, non ha colto di sorpresa Navalny che mentre si predisponeva a seguire i poliziotti ha fatto quello che aveva fatto già in un’altra occasione, ha spedito cioè un messaggio ai suoi militanti: “Il tempo in carcere non è sprecato. Non possono metterci tutti in prigione”.

Per Navalny, d’altro canto, non è il primo arresto. Fu messo dietro le sbarre anche il 26 marzo scorso, quando aveva incitato alla protesta i russi dopo aver pubblicato alcuni documenti nei quali si affermava che il primo ministro, Dmitry Medvedev, aveva accumulato una ingente fortuna attraverso attività corruttive..

Ufficialmente, le manifestazioni sono contro la corruzione, ma sono anche una forma di pressione di Navalny per convincere il Cremlino a farlo partecipare alle elezioni presidenziali del del marzo del prossimo anno e contendere così la poltrona a Vladimir Putin. Una partita complicata perché la condanna subita (trenta giorni) e che il blogger considera motivata solo politicamente (cioè il desiderio di mettere fuori gioco un pericoloso oppositore) tecnicamente gli impedisce di candidarsi.

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2 thoughts on “Navalny contro Putin: “Non puoi metterci tutti in galera”

  1. Navalny è un provocatore prezzolato da …….chi ha già destabilizzato altre nazioni , da chi ha già finanziato le rivoluzioni “colorate”
    domenica ero in centro a Mosca , alla festa del 12 giugno, la gente russa tranquilla che partecipa alla festa ha deplorato ancora una volta questi giovani sconsiderati che si prestano
    a queste manifestazioni per falsificare la realtà, la stampa ha mostrato al mondo gli arresti
    di persone prese di peso e portate in prigione…. la stragrande maggioranza della popolazione russa partecipava alla festa in modo corretto divertente tranquillo e l’80% della popolazione sostiene ama rispetta il suo presidente V.V.Putin
    se in italia durante la festa del 25 aprile venisse fatta una manifestazione non autorizzata
    cercando di entrare al centro di Roma o Milano, e forzare le forze di polizia cosa farebbe il ministro degli interni italiano ? gentilmente li prenderebbe di peso senza usare violenza e li porterebbero in prigione …Spero
    Le manifestazioni delle opposizioni in un giorno di festa della nazione devono essere autorizzate , come è stata autorizzata quella di Navalny, ma non autorizzata in piazza Puskyn
    nè tantomeno autorizzata a forzare le forze di polizia.

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