Valentino Parlato, il saluto a uno dei padri de “Il Manifesto”

-di FEDERICO MARCANGELI-

E’ morto all’età di 86 anni Valentino Parlato, uno dei padri de “il Manifesto”. Nato a Tripoli nel 1931, si trasferisce in Italia 20 anni dopo, espulso dal neo-protettorato inglese per la sua militanza politica. Di questa sua esperienza ha dichiarato: “Ero studente in Legge: se fossi sfuggito a questa prima ondata sarei diventato un avvocato tripolino e quando Gheddafi mi avrebbe cacciato, nel 1979, insieme a tutti gli altri, mi sarei ritrovato in Italia, a quasi cinquant’anni, senz’arte né parte. Sarei finito a fare l’avvocaticchio per una compagnia d’assicurazione ad Agrigento, a Catania. Un incubo. L’ho veramente scampata bella”. Partecipa attivamente per anni nel PCI e lavora per varie testate tra cui l’Unità e Rinascita. Nel Giugno del 1969 è tra i fondatori del Manifesto, diventando una personalità importante dell’estrema sinistra italiana. Nello stesso anno iniziano gli attriti con la dirigenza del PCI, che lo porteranno nel mese di settembre ad essere radiato. Il punto di attrito fondamentale fu l’invasione della Cecoslovacchia da parte dell’unione sovietica. In quell’occasione i comunisti italiani non condannarono ufficialmente l’avvenimento, suscitando le ire di Parlato e dei suoi compagni: Natoli, Rossanda e Pintor (tutti cacciati).

Nel 1971 il Manifesto si trasforma in un quotidiano e con mille difficoltà compie la sua storia quarantennale fino alla recente messa in liquidazione coatta amministrativa. Parlato lo ha diretto a più riprese fino al 2010. In una recente intervista a La Repubblica ha tracciato un suo preciso punto di vista sulla situazione attuale. In primo luogo un’analisi della sinistra che “non si è accorta che tutto attorno a noi è mutato. Il lavoro umano purtroppo è meno importante di una volta, le cose, le macchine, si sono presi un vantaggio sulle persone. I modi di produzione sono cambiati ma non riusciamo ancora ad analizzarli. Soprattutto è in crisi la speranza. Quando avevo vent’anni, nel Dopoguerra, uno come me aveva la speranza concreta di costruirsi un futuro. Mi guardo attorno e vedo una grande stanchezza. Oggi so già che mio nipote di 9 anni avrà la metà delle mie possibilità di allora”. Infine una battuta su Trump, nemico delle sinistre mondiali a cui Parlato sembrava affidarsi per risvegliare il torpore globale: “la sua affermazione mi fa piacere. Provocherà dei conflitti, ma almeno scuoterà questa immobilità mortale e spingerà la sinistra a tornare a sporcarsi le mani”. Dopo tutto basterebbero molte meno parole per ricordare questo giornalista e politico. Le ha riassunte bene il suo quotidiano: “Comunista per tutta la vita, ha militato nel Pci fino alla radiazione, lavorato a Rinascita, fondato e difeso il manifesto in tutta la sua lunga storia”.

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