Una donna assassinata ogni 5 ore: succede in America

-di DONATELLA LUCENTE-

In America è uccisa una donna ogni 5 ore. Non viene ammazzata da un’auto che non si ferma al semaforo, da malattia degenerativa, dal vaso o dal mattone in caduta dal balcone del vicino: nella maggioranza dei casi muore per mano di un conoscente intimo con arma da fuoco.

Lo afferma il rapporto condotto dallo statunitense Center for American Progress, che racconta anche altre cose. Ad esempio, che le donne hanno molte più probabilità di essere vittime di persone che conoscono, rispetto agli uomini, che soffrono uccisioni per crimini violenti soprattutto per mano di sconosciuti. Negli ultimi anni la percentuale di donne assassinate da persone conosciute è arrivata al 65% dei femminicidi.

Il fenomeno è dovuto anche alla facilità con cui si può entrare in possesso di armi da fuoco, visto che sono queste la prima causa di femminicidio, il 55% del totale.

Analizzando i dati provenienti da autorevoli fonti, tra le quali Federal Bureau of Investigation e Ufficio contro la violenza alle donne, si rilevano fatti impressionanti. In 15 stati, oltre il 40 per cento dei femminicidi avviene in ambito domestico. In 36 stati, oltre la metà dei femminicidi è dovuta a mano di persona intima, con uso di arma da fuoco. In ciascuno di altri 20 stati considerati, risultano quasi 12.000 persone, condannate per stalking, con permesso di possedere e acquistare armi da fuoco ai sensi del diritto federale.

Nonostante il quadro drammatico, per ragioni condivise dalla maggioranza dei cittadini, lo stato nordamericano non ha mai messo in dubbio il diritto di possedere armi, protetto dal secondo emendamento della costituzione, passato nel 1791, che recita: “ … il diritto dei cittadini di detenere e portare armi non potrà essere infranto“.

E però resta più vivo che mai il dibattito sulla possibile connessione tra violenza armata sulle donne e libertà di girare con armi da fuoco in tasca. Vent’anni fa la Casa Bianca si attivò per porre dei limiti, ma si è tuttora molto lontani dall’avere leggi che proteggano donne e bambini dalla violenza. La lobby delle armi fa la sua parte: è una potenza politica contro la quale Obama si schierò, ma che Trump blandisce.

Intanto negli Stati Uniti il rischio delle donne di essere uccise da una pistola è 11 volte superiore a quello di donne di altri paesi ad alto reddito. Anche se gli Stati Uniti hanno solo metà della popolazione totale di altre 22 nazioni ad alto reddito, registrano l’82 per cento di tutti i decessi da arma da fuoco. Non solo: separando i dati si evidenzia che sono statunitensi il 90 per cento di tutte le donne uccise con arma da fuoco, il 91 per cento dei bambini uccisi da violenza tra 0 e 14 anni, e il 92 per cento dei giovani assassinati violentemente tra i 15 e i 24 anni.

Il rapporto del citato istituto statunitense descrive quattro misure che gli stati e il governo federale dovrebbe emanare per controllare la diffusione di armi:

  • divieto di possedere armi da fuoco a colpevoli di reati, persone soggette a ordinanze restrittive, tossicodipendenti, stranieri in certe situazioni;

  • imposizione alle autorità competenti (FBI) a fornire le generalità di coloro che hanno il divieto di possedere armi da fuoco;

  • istituzione di misure restrittive sulla vendita di armi da fuoco;

  • misure per far sì che chi ha abusato di armi da fuoco, consegni alle autorità tutte le armi di sua proprietà, se sottoposto a divieto.

Alcuni stati, tra i quali Wisconsin, Washington, Louisiana, New Hampshire, Minnesota, hanno adottato alcune di dette misure, e negli ultimi dodici mesi, c’è stato un crescente movimento in tutto il paese per ridurre l’accesso alle armi da fuoco.

L’emendamento sulla libertà di arma, fu adottato il 15 dicembre 1791, in tempi decisamente diversi, che, tra l’altro, disponevano di armi non comparabili con quelle odierne. Allora le armi da fuoco sparavano 2 o 3 colpi al minuto. Oggi sono in vendita armi d’assalto che sparano più di 100 colpi al minuto.

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