L’anticipo pensionistico (Ape): il flop è già servito

 

Come volevasi dimostrare. L’ultima “invenzione” riformistica del governo Renzi (a cui ha attivamente partecipato il ministro per le attività produttive, Carlo Calenda) cioè l’anticipo pensionistico “a pagamento” (da 6 a 43 mesi),. Cioè l’Ape, sta facendo la fine del famoso inserimento in busta-paga del Tfr. Cioè annuncia di essere un flop, altro che riforma della (contro)riforma Fornero. Alla base lo scarso interesse per una soluzione che in termini economici appare addirittura peggiore delle previsioni fatte, nei giorni della trattative, dai sindacati che parlavano del taglio in un anno di una mensilità (dalle tredici che percepisce il lavoratore dipendente a dodici). Le cose stanno peggio, molto peggio se non si rientra nelle “categorie garantite” dall’Ape sociale (disoccupati, chi assiste un parente disabile, gli invalidi almeno al 74 per cento, chi ha svolto un lavoro pesante in maniera continuativa negli ultimi sei anni) e anche in questo caso non tutto è rose e fiori.

Da un lato ci sono i ritardi nell’adozione dei provvedimenti previsti dall’iter cosa che impedisce di rispettare i termini. Ma il problema più rilevante è il costo per il lavoratore. Secondo le simulazioni, un “pensionando” che dovesse chiedere l’anticipo massimo (43 mesi) finirebbe per avere un taglio sul reddito annuale di tre mensilità (rispetto al periodo in cui lavorava). Infatti, nel caso fosse previsto un assegno di 1.300 euro al mese, tra interessi e assicurazione vedrebbe calare l’importo a 929 euro mensili. In pratica, perderebbe in un anno 4.440 euro. Una sforbiciata assolutamente non ammortizzabile perciò appare improbabile che nel 2017 vengano presentate trecentomila richieste e 115 mila il prossimo. Le previsioni erano del governo Renzi. Insomma non è propriamente attrattivo il meccanismo per chi può contare su vent’anni di contributi avendo raggiunto i 63 anni di età.

Ma non va meglio alle categoria inserite nell’Ape sociale. Tanto per cominciare, il concetto di lavoro continuativo richiesto per le attività pesanti e usuranti, taglia fuori edili e marittimi che, notoriamente, non hanno rapporti sempre continuativi. Bisognerebbe, dunque, cambiare il provvedimento. Ma poi c’è il problema dei tempi e della lista d’attesa. Se i tempi per la presentazione della domanda non slittano, chi la presenta a maggio percepirà l’assegno a ottobre, qualcuno forse anche a novembre. In più non è detto che gli venga subito riconosciuta: a disposizione ci sono appena 300 milioni e molti potrebbero restare a bocca asciutta. È questo il risultato di riforme immaginarie (per nulla immaginifiche) utilizzate come spot elettorali ma prive di sostanza. E la sostanza è data dalla efficacia e, soprattutto, dalla praticabilità. Ma qui non c’è né l’una né l’altra. E che le cose potessero finire così era evidente sin dal primo vagito di questo provvedimento.

fondazione nenni

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4 thoughts on “L’anticipo pensionistico (Ape): il flop è già servito

  1. Non mancherei di sottolineare comunque anche l’atteggiamento del sindacato che invece di stroncare da subito questa oscena proposta ha cercato in qualche modo un appiglio per rientrare nei giochi ma a scapito ancora una volta del sostegno dei lavoratori e ponendosi come complice del governo . Quindi oltre che essere stato inerme con il governo monti-fornero inerme e complice anche del governo Renzi , mai una reazione veramente incisiva contro .

  2. L’APE volontaria sarà un flop. Troppo costosa, ma questo il governo e i sindacati lo sanno – ancora una volta i cittadini (ops..i sudditi) vengono presi per i fondelli!! Se il governo ha bisogno di soldi – se li faccia dare da quei 500.000 pensionati baby che da anni percepiscono una pensione che non è supportata dai versamenti!!!!!!!!!!! E non voglio sentir parlare di Consulta!

  3. Pero’ bancari e giornalisti vanno in pensione OTTO anni prima senza rimetterci un centesimo. E questa misura della finanziaria e’ovviamente gia’ operativa. Grazie PD il partito che odia gli italiani onesti

  4. a sto punto non sarebbe meglio andare a votare piuttosto che sciropparci governi a guida pd che inanellano flop su flop?

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