Passi in avanti in 45 anni, ma si muore troppo di lavoro

 

Si impennano nei primi mesi dell’anno i morti per lavoro e gli incidenti. A sostenerlo è la di Mestre. Se nello stesso periodo del 2016 c’erano stati 95 casi, tra gennaio e febbraio 2017 sono decedute 127 persone (+33,7%). Quasi la metà dei 32 decessi in più registrati quest’anno sono ascrivibili ai 2 casi eccezionali avvenuti a gennaio: il crollo dell’albergo di Rigopiano (Pescara) e lo schianto dell’elicottero del 118 avvenuto nei pressi di Campo Felice (L’Aquila). Ma aumentano anche gli infortuni: ne sono stati denunciati 98.275, 1.834 in più (+1,9%) sul 2016

“Un paese civile e moderno – afferma il coordinatore dell’Ufficio studi della Cgia Paolo Zabeo – non può accettare oltre mille morti e quasi 700 mila infortuni l’anno. Queste tragedie vanno combattute con maggiore determinazione, puntando sulla prevenzione e il contrasto a chi costringe moltissime attività, penso al caso dei subappalti, a operare in condizioni di poca sicurezza”. Ma c’è anche un aspetto positivo. La Cgia di Mestre sottolinea infatti che “da un punto di vista statistico, correttezza impone di fare riferimento all’indice di frequenza degli incidenti , un parametro che viene calcolato rapportando il numero degli infortuni alle ore lavorate”. E tra il 2011 e il 2016 l’indice è in progressiva diminuzione scendendo nell’ultimo anno è sceso all’1,3%. Negli ultimi 45 anni il numero dei decessi e degli infortuni è crollato. Se all’inizio degli anni ’70 si verificavano quasi 1,6 milioni di incidenti, nel 2016 sono siamo poco sopra 630.000. Sempre nello stesso periodo, i morti sono scesi da poco più di 3.650 a poco più di un migliaio.

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