Napoli, ma la democrazia non può oscurare Salvini

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Questo Blog è lontano anni luce da Matteo Salvini, un personaggio che in questi anni ha contribuito in misura notevolissima ad abbassare il livello della politica nazionale e a trasformare il confronto che in democrazia dovrebbe avere caratteri di civiltà, in una fiera dell’insulto libero. Non c’è nulla che ci leghi a lui da un punto di vista ideale e ideologico. Lui pensa che i migranti debbano essere fermati con i muri e i respingimenti e noi invece riteniamo che vadano accolti e integrati perché per questo Paese a bassa natalità possono essere una risorsa, una grande risorsa. Lui pensa che l’Islam debba essere messo “fuorilegge” (come poi la cosa sia possibile con un miliardo e mezzo di persone che si attengono ai principi del Corano, è pratica nota soltanto a lui), noi invece pensiamo che sia più utile un dialogo tra le religioni. L’esercizio di diffamare e aggredire gli avversari politici ferendoli nella dignità personale con battutacce da angiporto e con trovate di tipo sessista (come lui normalmente fa con Laura Boldrini) è parte di un pianeta che noi non abitiamo per scelta culturale e di vita. La sua tendenza a trovare un “nemico” contro cui indirizzare la rabbia popolare (ieri i meridionali, oggi gli immigrati) è un’offesa prima che alla democrazia, all’intelligenza.

Nonostante tutto ciò, quel che in queste ore è avvenenuto a Napoli (città e abitanti da Salvini insultati con una nota canzoncina da stadio, una performance reperibile facilmente su YouTube) non è giustificabile nemmeno in virtù della degradata e becera narrazione della politica che il leader della Lega Nord da tempo offre sui giornali, in televisione e sui social. L’occupazione della sala congressi della Mostra d’Oltremare, la decisione degli amministratori della struttura di rescindere il contratto bloccando così il comizio, le stesse intemerate del sindaco Luigi De Magistris sono forme di confronto (?) politico di tipo salviniano, seppur provenienti da un fronte diametralmente opposto. Gli estremi si toccano con grave danno per la democrazia che è espressione libera del pensiero non oscuramento del pensiero sgradito con sistemi nerboruti e protervi. Non si può accusare Salvini di essere un “problema” per la libertà utilizzando i suoi stessi metodi e togliendogli la libertà. Non si può pensare di combatterlo abolendolo, spegnendogli con la forza il microfono, impedendogli di illustrare le sue posizioni. Le criticabili opinioni del leader della Lega vanno contrastate con la forza della ragione, vanno svelate per quel che sono: rigurgiti irrazionali di un politico che non avendo argomenti per stimolare l’intelligenza delle persone, prova a solleticare gli umori imbizzarriti delle loro pance. La strada scelta a Napoli (ed è veramente poco edificante il contributo offerto da De Magistris) non porta al rinnovamento della democrazia italiana ma, semmai, a un suo ulteriore declino.

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