Grillo: insulti, proclami e bufale spaziali

551a6539696c5_8083376720_d043594bae_oIeri il comico Beppe Grillo esibendosi in una performance che più che ridere fa piangere, ha fornito una idea della democrazia parlando della libertà di stampa (da sottoporre a processi popolari in piazza per verificare la veridicità dei servizi) più prossima a quella di Erdogan che a quella di Rousseau che pure ha dato il nome alla piattaforma del partito: forse si sono sbagliati, avrebbero dovuto chiamarla Robespierre. È evidente, però, che nel proporre posizioni di questo tipo, il capo del Movimento 5 stelle si appropria di un pulpito dall’alto di una credibilità che va valutata e soppesata sulla base delle cose dette e sostenute in questi anni. Vi proponiamo una breve carrellata. Se non la pensassimo in maniera totalmente diversa dalla sua circa la libertà di stampa e la democrazia, saremmo quasi tentati di invocarlo noi un processo popolare contro di lui.

L’area “informativa” in cui Grillo ha dato il meglio di sé è quella scientifica: in questo caso è entrato in aperto contrasto con illustri personaggi che lui evidentemente considera, dall’alto di numerose lauree, suoi “colleghi”. Che sbagliano, ovviamente. Nel 2001 si scaglia contro Levi di Montalcini con epiteti irriferibili. L’accusa di aver conquistato il Nobel non con la qualità delle sue ricerche ma grazie al sostegno dell’industria farmaceutica che ha attraverso quelle ricerche ha realizzato il conseguente prodotto. La signora lo querela per diffamazione e lui patteggia una sanzione di quattromila euro.

Sette anni dopo mette nel suo mirino Umberto Veronesi chiamato sul Blog “Cancronesi”. Lo accusa di non denunciare i rischi legati all’uso degli inceneritori. E termina il j’accuse in questa simpatica maniera: “Per lui inceneritori e istituto dei tumori sono un ciclo virtuoso di creazione della malattia. Un business. La provoca e la cura”.

In questa maniera, però smentisce quel che aveva detto precedentemente in Tv e cioè che “con il cancro si può sopravvivere” e che esami e diagnosi precoci sono pericolose. Al minimo, inutili. Come i vaccini visto che a suo parere poliomielite e difterite sono scomparse a prescindere da quelle scoperte. Insiste ancora sull’argomento e il 9 maggio del 2015 torna ad attaccare Veronesi. Prova a rettificare dopo parole che pesano come un macigno: “Le donne fanno la mammografia ogni due anni perché si informano male: del resto la diffusione di mortalità tra chi la fa ogni due anni e chi non si sottopone alla mammografia è il due su mille”. E lancia l’ultimo strale a Veronesi: “Pubblicizza le mammografie, ripete di continuo alle donne di farle. Probabilmente Veronesi parla così per avere sovvenzioni al suo istituto”.

Questo suo atteggiamento nei confronti della malattia non gli impedisce, però, a febbraio del 2015 di aprire il suo Blog a Giuseppe Di Bella figlio di Luigi Di Bella il quale accusa che la cura del padre non è stata riconosciuta poiché a 1048 pazienti sono stati somministrati farmaci scaduti. Comprensibile la difesa del figlio, ma nella seconda metà del primo decennio del Duemila intorno a questa “miracolosa” (ma i miracoli non sono mai stati dimostrati) si misero in moto enormi attese (e interessi). Parecchi ammalati di cancro (essendo la malattia piuttosto diffusa basta guardarsi un po’ attorno per sapere) decisero di interrompere le terapie tradizionali per affidarsi ai “miracoli” di Di Bella. In molti casi la conclusione del calvario fu di quelle irrimediabili. Ma poi c’è anche l’Aids definita “la bufala del secolo” nel 2008 in polemica con Walter Veltroni che parlava d’Africa.

Ma le sue conoscenze scientifiche si applicano anche al campo commerciale. Nel 2008, infatti, scopre la pallina Biowashball. Basta inserirla in lavatrice e si ottiene un bucato perfetto ed ecologico. Annuncia che la usa in famiglia e che un grande successo ha riscosso in quelle dei suoi amici. Ma la pallina si sgonfia poco dopo, ovviamente nel silenzio di Grillo: non lava più bianco dell’acqua di fonte (o della fontanella di casa) e per giunta si teme che produca un accumulo di muffa e batteri. Grande esperto di tecnologia applicata ai computer, nel 2006 denuncia il suo oscuramento in Cina ad opera di Google. Ma le cose non stavano esattamente come denunciava: in sostanza sbagliava il metodo di ricerca.

Quando lo si accusa di razzismo prende cappello. Eppure i suoi comportamenti e le sue dichiarazioni a volte sembrano confermare quell’accusa. Nel 2007 si lancia contro la Romania denunciando l’invasione degli “zingari”: “Un Paese non può scaricare sui suoi cittadini i problemi causati da decine di migliaia Rom della Romania che arrivano in Italia. È un vulcano, una bomba a tempo”. In realtà a livello migratorio ci sono state altre bombe, non quella. Quando in Africa dilaga l’Ebola (“sta penetrando in Europa”) non risparmia di lanciare l’allarme per la diffusione del virus attraverso gli sbarchi (anche in questo caso nessuna conferma scientifica né di cronaca). Che la politica preferita sull’immigrazione sia quella simile alla destra è, comunque un dato di fatto. Quando nel 2013 i parlamentari pentastellati Bucarella e Cioffi votano una mozione per l’abolizione dell’inutile reato di immigrazione clandestina (introdotto da Roberto Maroni insieme ai dimenticati respingimenti), insieme a Gianroberto Casaleggio li scomunica con una motivazione “nobile”: “Se durante le elezioni avessimo proposto l’abolizione del reato di clandestinità, presente in Paesi molto più civili del nostro, come la Francia, la Gran Bretagna e gli Stati Uniti, il M5s avrebbe ottenuto percentuali da prefisso telefonico”. E dopo l’attentato di Berlino, prima dello scorso Natale non ha mancato di costruire una indiretta equazione tra terrorismo e immigrazione tuonando che tutti gli immigrati clandestini “da oggi stesso” devono essere rimpatriati. Anche in questo caso sorvolando su alcuni dettagli che persino alcuni parlamentari del suo partito conoscono bene: i rimpatri sono difficili e onerosi; la provenienza di molti degli immigrati è incerta perché non hanno documenti di identità; per riportarli oltre il Mediterraneo ci vuole l’accordo con il paese d’origine.

Ovviamente sull’immigrazione si può dire tutto e il contrario di tutto. Ma sul fatto che la tolleranza e il rispetto nei confronti del prossimo nel fondatore del Movimento 5 stelle facciano difetto è un dato acclarato. Sulle unioni civili il partito si è mosso in maniera decisamente contraddittoria. Contraddittorietà frutto di pregiudizi? Probabilmente no. Ma il fondatore con l’universo gay non sempre ha usato parole ispirate a principi di rispetto. Nel 2011, il 2 marzo, a Bologna non mancò di definire Vendola “un buco senza ciambella”. Replicando qualche tempo dopo sempre nella stessa città, con un saluto significativo alla piazza che subito dopo avrebbe ospitato proprio una manifestazione di Vendola: “At salut, buson”.

fondazione nenni

Via Alberto Caroncini 19, Roma www.fondazionenenni.it

One thought on “Grillo: insulti, proclami e bufale spaziali

  1. Ciao Carlo, ti sei iscritto? Questo è quello di oggi appena arrivato….

    @fabriziovitali +393358041200

    4 gen 2017, 08:13 +0100,

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