Valanga voucher e solo Poletti non ha dubbi sul Jobs Act

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-di SANDRO ROAZZI-

L’Inps non da tregua sui voucher e segnala che nei primi 10 mesi dell’anno la valanga dei foglietti da 10 euro ha toccato quota 121 milioni. L’eruzione continua. Serafico il Ministro Giuliano Poletti che invita ad aspettare il responso del meccanismo… frenante delle mail (una diga… solo sulla carta?) ma si dice comunque pronto ad intervenire se il fenomeno non dovesse ridursi. Fatto probabile visto il boom a ripetizione. In ogni caso per lui il Jobs Act ha funzionato, ma non si accorge che anche per questo provvedimento la resa dei conti si avvicina. Inconvenienti dei… Governi fotocopia.

Ancora l’Inps nota come il saldo di questi mesi fra nuovi contratti e cessazioni è diventato ancora più esiguo… come gli incentivi che volgono al termine. Un segnale pessimo perché suppone una propensione ai minimi termini della nostra economia a inventare nuove occasioni di lavoro anche attraverso gli investimenti, noto tallone d’ Achille di questa ripresina fragile e contraddittoria. Per giunta crescono i licenziamenti per motivi disciplinari per oltre il 20%. Altro campanello d’allarme per il modo in cui gli imprenditori interpretano il ricorso al Jobs Act. Ma il peggio probabilmente deve ancora arrivare: il prossimo anno le previsioni di crescita, come ripetuto tante volte, non saranno da capogiro tutt’altro, mentre si avvia a compimento il primo triennio di validità della formula delle assunzioni a tutele crescenti oltre il quale si vedrà quanti contratti a tempo indeterminato verranno confermati e quanti invece no.

Nel contempo con il clima elettorale in vista sarà ben difficile inventare un altro scenario solido di sostegno alla occupazione. E non si vede neppure per il 2017 alcuna invasione di investimenti sulla scena economica. È il terreno sul quale finirà per radicarsi il referendum promosso dalla Cgil che al di là di come lo si giudichi diventerà un banco di prova severo per partiti e forze sociali. Per evitarlo non pare esserci molto tempo e non basteranno certo ad allungarlo le dichiarazioni alla camomilla del titolare del dicastero del lavoro.

La prospettiva di un nuovo scontro politico e sociale non è allora per nulla peregrina. Con l’eventualità di ritrovarci in una fase di bassa crescita con più precarietà (cosa rappresenta altrimenti il boom dei voucher? ), la constatazione di un consuntivo quasi fallimentare del Jobs Act e la latitanza di politiche per il lavoro efficaci. Un orizzonte che andrebbe evitato con un confronto di merito assai diverso dalle ultime poco… onorevoli schermaglie politiche.

Giovani e lavoratori del resto non sono cavie ed hanno tutto il diritto di sperare in un futuro meno incerto e confuso di quello che gli si prospetta. A chi gli segnalava che continua la fuga dei giovani cervelli, 100 mila l’ anno, il Ministro Poletti rispondeva pressapoco in questo modo: comunque non è che quelli che restano sono degli incapaci. C’è da chiedersi quanti dovrebbero essere i nostri giovani migranti per farlo minimamente preoccupare? I numeri non devono essere il suo forte, né quelli che e’ chiamato a valutare pubblicamente, né quelli che fa per commentarli.

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