Le parole d’autore di Nenni: Il cappio delle Alleanze

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 – DI FRANCESCA VIAN –

I nodi della storia generano la sofferenza dei popoli. Per questo andrebbero sciolti, si diceva nella scorsa puntata. Uno dei nodi più tragici fu il Trattato di Versailles, cioè la pace successiva alla prima guerra mondiale.  L’Europa è in ginocchio per la eccessiva intransigenza dei vincitori, che vogliono schiacciare i vinti. Il 13 settembre 1921, Nenni si esprime così: “Ecco il problema e il nodo da sciogliere, il tragico nodo che ci strozza tutti, vinti e vincitori, è il Trattato di Versailles.

L’abilità letteraria di Nenni, anche in questo breve passaggio, è suprema. Il nodo che ci strozza ce lo fa sentire come concreto. Nenni fa muovere le scelte storiche, ti fa sentire come le scelte storiche segnino concretamente la carne degli uomini e delle donne; questa è la storia, e la storia per lui non è mai astratta. Così come non erano astratti i cavalli che, davanti ai suoi occhi di bambino, nella piazza di Faenza, avevano calpestato i faentini nel 1898, esasperati dal carovita e dalla fame.

Il tragico nodo allacciato ai nostri colli dalla miopia politica, ci condurrà direttamente alla seconda guerra mondiale e al disastro. Ma terminata anch’essa, ecco che i governanti preparano un altro tragico nodo: il cappio delle Alleanze, cioè l’adesione al Patto Atlantico, nel 1949. Nenni reagisce con tutta la sua energia, supplicando la maggioranza del Parlamento di non cedere.

In verità io vorrei che i colleghi della maggioranza meditassero le parole di un illustre cattolico francese (…), tienne Gilson: ‘Ciò che gli americani sono disposti a comprare con dei dollari è una volta ancora il nostro sangue’. Firmando il patto si determina uno stato di cose tale per cui se domani, in Asia, nella zona artica, in Scandinavia o a Berlino, sorge un motivo qualsiasi di conflitto fra Stati Uniti d’America e Unione Sovietica, noi siamo nel conflitto, siamo belligeranti, siamo solidali con l’America senza avere la benché minima possibilità di influire sulle sue decisioni. (…) Se l’ipotesi di guerra (che siamo bene obbligati di prendere in considerazione, visto che non si dà la propria firma ad un trattato militare se non si pensa alla guerra) si avverasse, la facoltà di sganciarci sarebbe inoperante. Sganciamento da chi e come? (…) Noi non abbiamo niente e con la politica del Governo rischiamo di chiamare la guerra e l’invasione in casa, fidandoci sulla promessa che gli Stati Uniti verranno poi a liberarci allorché saremo cadaveri, secondo l’espressione del Presidente del Consiglio francese. (…)

La lotta contro il Patto Atlantico non finisce ma comincia col voto che stiamo per dare. (…) Così facendo abbiamo la coscienza di servire non soltanto i nostri ideali politici, ma abbiamo la coscienza di servire la Nazione e il popolo contro una politica che non esitiamo a definire di provocazione e di tradimento” (Discorsi parlamentari del 12 e 16 marzo 1949).

Nenni scrive nel suo diario che certamente “la maggioranza” è stata “visibilmente turbata”, ma che voterà la fiducia (Pietro Nenni, Tempo di guerra fredda, SugarCo, 1981, 12 marzo 1949).

Due mesi dopo l’adesione dell’Italia al Patto Atlantico, Nenni riepiloga i suoi scritti nel libro “Il cappio delle Alleanze”, che si conclude con queste drammatiche parole: “Il voto (…) rovesciava così la politica estera di neutralità che pareva dover essere quella del nuovo Stato repubblicano e (…) stringeva al collo dell’Italia il cappio delle Alleanze militari” (Pietro Nenni, Il cappio delle Alleanze, maggio 1949, Milano sera editrice).

Impressionante l’identità metaforica tratteggiata nel 1912 da Giuseppe Scalarini, con riferimento alla Triplice Alleanza: le nazioni sono diventate dei fucili, incrociati a sostenere il cappio che strangolerà l’angelo della pace. Non so se Nenni abbia visto il disegno: nel 1912 era troppo giovane e troppo distante dalle idee socialiste. Forse la parabola di Giuseppe Scalarini, in questo Vangelo di redenzione degli ultimi, che andava disegnando di giorno in giorno, aveva attecchito nella cultura socialista, e vi era rimasta, rendendo feconda l’immagine del patto militare come agente strangolatore della pace. Il vignettista aveva probabilmente creato una sorta di futuro déjà vu a cui avrebbero fatto riferimento i socialisti presenti e futuri, a cui probabilmente Nenni si era poi accostato.

In ogni caso, questa straordinaria vicinanza di temi è segno anche della comune esperienza di questi due uomini concreti: entrambi votati a dimostrare alle masse la forza dei loro diritti, l’iniquità dei soprusi quotidianamente diretti ai più, i valori fondanti di un mondo nuovo.

Sono grata a Ferdinando Levi, nipote di Giuseppe Scalarini, per avermi segnalato questa e altre corrispondenze, nella sterminata opera del nonno. Tali nodi espressivi metaforici creano comunione. Contribuiscono alla coloritura drammatica del testo o dell’immagine, vi immettono accenti di rabbia, e trascinano anche noi dentro al sentimento di rabbia per i dolori del popolo. Sono di certo più belli la forza del vento o il turbinìo della corrente, ma l’immagine funesta del cappio è realistica rispetto alla legge crudele della guerra. E’ comunque una lingua nuova, che ha la forza rivoluzionaria di sapere dove vuole andare.

Voglio terminare questa serie di cinquanta parole di Nenni, richiamando la splendida immagine di Pier Ernesto Irmici in un recente dibattito al Senato: “Nenni trasportava le parole con bellezza. (…) Nenni si rende conto che, per arrivare a farsi capire, bisogna non proporre discorsi attraverso la sola concettualizzazione, ma anche attraverso l’intuizione, attraverso quella che si potrebbe dire – permettetemelo – la poesia.  In certi momenti Nenni è poesia. (…) Usava il bello in quanto momento aurorale del vero. (…) Se Nenni è ancora attuale, e lo è senz’altro, dobbiamo ricordare a noi stessi che è importante usare i mezzi di comunicazione di massa, che oggi sono potentissimi (e che però determinano disastri enormi), con intelligenza e sempre al servizio dei più deboli, cercando sempre di dire la verità” (https://www.youtube.com/watch?v=oMavqPnyrvI minuti 39-54).

francescavian@gmail.com

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3 thoughts on “Le parole d’autore di Nenni: Il cappio delle Alleanze

  1. Bellissimo anche il disegno. Si applica benissimo anche alle forze di pace dei nostri giorni inviate nel paesi in guerra.

  2. Cinquanta meravigliose puntate, grazie a Francesca Vian. Abbiamo avuto modo di conoscere Nenni e Scalarini. Spero di poter continuare a leggere ancora, perché , ogni settimana è una bella attesa.
    Grazie.

  3. Molto interessante anche questa puntata di Francesca, che spero non sia l’ultima. Molto efficaci sia l’espressione del titolo (Il cappio delle Alleanze) sia la vignetta di Scalarini.

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