Legge di bilancio, la Corte dei Conti resta perplessa

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-Audizione Corte dei Conti*-

La preoccupazione di non incidere in senso negativo sulle prospettive del Paese ha spinto il Governo a muovere in direzione di un’ulteriore revisione della strategia di .fiscal policy e degli obiettivi di convergenza verso l’equilibrio strutturale di bilancio. Una revisione funzionale a consolidare la ripresa, ma anche ad accelerare un processo di adeguamento delle infrastrutture pubbliche e del patrimonio abitativo privato, la cui urgenza è stata resa più evidente dai recenti fenomeni sismici che hanno colpito il paese. Non possono, infatti, sottacersi la perdurante drammaticità e le peculiari modalità osservate nei recenti eventi sismici, che appaiono sì eventi eccezionali, ma i cui effetti devono considerarsi proiettati in anni a venire. Conseguentemente, il Paese ha di fronte a sé l’esigenza di riordinare le priorità complessive dell’azione pubblica. E’ in questo contesto e in relazione alle incertezze del quadro macroeconomico e alle consistenti eredità negative dei conti pubblici, che la manovra oggi all’esame richiede una particolare attenzione. Nonostante le modifiche previste con la Nota abbiano dato al quadro macroeconomico tendenziale un profilo di maggiore prudenza, almeno per quello che riguarda l’anno in corso e il prossimo, si era osservato in quella sede, che permanevano potenziali elementi di fragilità che si riflettono sul percorso programmatico di finanza pubblica. In particolare, una domanda internazionale che risultasse, specie nel medio periodo, meno favorevole di quanto prefigurato, incidendo sulle prospettive delle nostre esportazioni e quindi sulla crescita del prodotto, si ripercuoterebbe anche sui conti pubblici. Con la legge di bilancio, il Governo conferma sia la scelta di disattivare per il 2017 gli inasprimenti di pressione fiscale derivanti dagli incrementi di Iva già in legislazione (clausole di salvaguardia), sia la volontà di ottenere ulteriori margini di flessibilità, spingendo nella direzione del sostegno della domanda interna. Oltre al mancato aumento dell’Iva, si prevede di intervenire sia sostegno della crescita che con misure di carattere sociale e previdenziale in linea con quanto prefigurato nella Nota di aggiornamento del Def. Ciò avviene essenzialmente attraverso nuove spese e in misura ridotta (almeno nel 2017) con minori entrate (oltre a quelle già scontate a legislazione vigente).

Sul fronte delle coperture emergono taluni elementi di problematicità che inducono a qualche approfondimento. Le maggiori spese sono compensate per meno della metà da tagli di precedenti autorizzazioni. Nel 2018, a fronte di aumenti di spesa superiori ai 15 miliardi solo 4,5 provengono da corrispondenti riduzioni. Nel 2019 il contributo della revisione della spesa si fa più consistente, ma garantisce poco più del 50 per cento delle maggiori uscite, facendo riferimento a rimodulazioni e slittamenti di spesa di cui è utile un attento monitoraggio.

Alla luce di un quadro così complesso, la Corte esprime, quindi, l’avviso che il permanere di vincoli stringenti per la finanza pubblica consigli di guardare alla programmazione per il prossimo triennio con particolare attenzione e cautela, accompagnando le misure proposte con scelte volte a ridurre le conseguenze che ne possono derivare per i conti pubblici, specie in un contesto che vedrà un probabile ri-orientamento della intonazione della politica monetaria e, quindi, il venir meno dei suoi positivi riflessi sul servizio del debito.

A tal fine sarebbe opportuno, innanzitutto, un attento monitoraggio dell’efficacia delle misure volte al recupero di gettito fiscale. Le scelte operate con la legge di bilancio si muovono su un terreno oggettivamente difficoltoso poiché, nel passato non sempre i risultati sono stati all’altezza delle attese. Prevedere prudentemente un esame in corso d’anno può consentire di dare consapevolezza del progredire di un processo di revisione del rapporto tra amministrazione e cittadini, attraverso adeguati momenti di messa a punto e verifica.

Potrebbe valutarsi, poi, la possibilità di un collegamento più stretto tra maturazione delle coperture e attivazione di impegni di spesa, agendo sui tempi di avvio di determinati interventi (e in alcuni casi condizionando le realizzazioni al concretizzarsi dei gettiti attesi).

I limitati margini finanziari per interventi a sostegno delle famiglie e delle situazioni di disagio consiglierebbero, poi, un più esteso riferimento, nella definizione delle misure, alle condizioni economiche complessive (ISEE). Uno strumento importante per consentire di orientare al meglio le risorse disponibili. Infine, i tempi sembrano maturi per un impegno particolare in direzione di investimenti privati nel processo di adeguamento infrastrutturale del Paese, aprendo spazi al mercato garantendo, però, necessariamente gli accessi con una puntuale e rigorosa regolazione e un adeguato ricorso a strumenti di selezione degli stessi.

* Considerazioni conclusive dell’audizione presso le commissioni bilancio riunite del Senato e della camera dei deputati

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