Mattarella e la “ferita” di Taranto. Chi l’ha provocata?

Sergio Mattarella nuovo Presidente della Repubblica

“Ogni morte sul lavoro costituisce una ferita per l’Italia e una perdita irreparabile per l’intera società. Non è ammissibile che non vengano adeguatamente assicurate garanzie e cautele per lo svolgimento sicuro del lavoro”. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ha commentato con queste parole l’infortunio mortale all’Ilva di Taranto. Parole giuste, condivisibili ma un po’ inadeguate. Perché se si fosse in presenza di una fabbrica a “rischio zero” o quasi, potrebbe anche essere sufficiente. Ma qui siamo in presenza di un impianto che sin dalla sua nascita (1964) ha prodotto infortuni mortali sul lavoro. Esiste evidentemente un problema di sicurezza (interno ai confini dell’azienda ed esterno per le conseguenze che i fumi hanno sulla vita dei tarantini) che ha attraversato numerose generazioni manageriali (pubbliche e private) e numerosi governi. Ma pochissimo è cambiato. L’invito ad assicurare “garanzie e tutele” va benissimo ma bisognerebbe anche indicare, puntando il dito accusatorio, i responsabili di carenze, omissioni e, semmai, complicità, sia a livello industriale che a livello politico, nazionali e locali.

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