Renzi promette: l’Iva non salirà

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-di SANDRO ROAZZI-

L’Iva nel 2017 non aumenterà come è avvenuto dal 2014, parola di Matteo Renzi all’ assemblea della Confcommercio. Suscita applausi il Preside ente del Consiglio, incassa senza batter ciglio mugugni e fischi sugli 80 euro, fa suo l’invito di Sangalli ad avere coraggio ed abbassare le tasse. Ma soprattutto va per la sua strada. Questo è il Matteo Renzi che si prende la scena dell’Auditorium romano gremito dagli associati della Confcommercio fin dall’inizio quando canta l’Inno di Mameli ed alla fine quando si concede qualche selfie con gli imprenditori. In mezzo…c’è l’interpretazione della situazione dell’economia italiana che per Sangalli non riesce ad avere quel cambio di passo che assicura stabilità mentre dà l’impressione di non riuscire a saltare la faglia fra stagnazione e crescita. Anche se riconosce passi avanti sia sui consumi che sul piano fiscale, che su quello dell’azione del Governo in Europa per rivendicare maggiore flessibilità. Il cammino non è agevole: secondo uno studio della Confcommercio dal 2008 al 2014 il reddito disponibile ha perso 14 punti e le persone assolutamente povere ammontano a più di 4 milioni. Per non parlare del crollo degli investimenti con un tonfo del 30%, il cui rilancio è stato auspicato anche nel messaggio del Capo dello Stato, Sergio Mattarella.


Dalla sua Renzi aveva anche il nuovo dato dell’occupazione che però, come ha segnalato lo stesso Premier, è meno brillante per il lavoro autonomo e quello dei settori rappresentati da Confcommercio. 242 mila occupati in più nel primo trimestre, con il tempo pieno e il part time (e gli occupati anziani alle soglie della pensione) a far la parte del leone. Insomma il Jobs act non è servito per licenziare ma per assumere. Ma la sfida è anche sul come gestire questo contesto nel quale per dirla con Sangalli “si può far meglio”.

E qui il Presidente Sangalli in modo inaspettato ha rivendicato in modo energico, assai più marcato di quello espresso da Confindustria, il ruolo positivo delle parti sociali. Ed ha ricordato con orgoglio di aver rinnovato il contratto nazionale (unica Associazione ad averlo fatto nel settore), rifiutando con decisione ipotesi di interventi dall’alto per riformare la contrattazione che non solo è materia propria di imprese e sindacati ma non deve nemmeno sfociare in dispute che contrappongano quasi ideologicamente quella nazionale (necessaria per le piccole imprese) a quella aziendale.

Passaggi sottolineati da grandi applausi, si badi bene, ai quali si sono uniti quelli decisamente… convinti dei leader di Cgil, Cisl e Uil. presenti ai lavori. Un “sfida” che Renzi non poteva bypassare. Se Sangalli ha sostenuto che le forze sociali non sono zavorra, il Presidente del Consiglio ha ribadito che la vera zavorra è l’eccesso di politici cui contrapporre la buona politica e la strada delle riforme. Ma fra le righe ha fatto pure intendere che c’è un mondo dei corpi intermedi che rappresenta il passato. Quello che era legato a doppio filo alla vecchia politica. Lo stesso, ma qui siamo al processo alle… intenzioni, che occhieggia alla stessa minoranza Pd od alle critiche delle altre formazioni di sinistra. Eppure anche questa Assemblea segnala che sul rapporto fra Governo e parti sociali qualcosa si è mosso. Verso una nuova stagione o verso il referendum autunnale? O verso tutti e due…

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