“Mario Draghi è tornato”

-di SANDRO ROAZZI-

La Bce sotto la spinta di Draghi torna all’offensiva e riesce a cogliere di sorpresa anche i mercati andando oltre le attese. “Draghi is back”, “Draghi è tornato” è il commento più diffuso, ma che riconosce anche la nuova prova di indipendenza del Presidente della Bce nello sforzo che sta compiendo per   spingere  la crescita e battere l’incubo deflazione. E lui, amabile e distaccato come sempre nella conferenza stampa rafforza questa sensazione che ha fatto in un primo momento balzare al rialzo le borse e scendere lo spread, dicendo seraficamente: “misure approvate a maggioranza schiacciante”.Insomma il voto che manca, per naturale rotazione nel board dell’Eurotower, ovvero quello della ostica Bundesbank “non ha influito”.

Le misure sono una  poderosa terapia d’urto ma partono dalle previsioni sull’andamento dell’economia reale che vedono il ritocco al ribasso del Pil per quest’anno, per il 2017 e 2018 (nel 2016 sarà dell’1,4% dal precedente 1,7%, mentre l’anno prossimo arriverà proprio all’ 1,7%). Taglio che sa di clamoroso, oltre che preoccupante, per l’inflazione ben lontana dal 2% auspicato: quest’anno navigherebbe attorno allo 0,1% ( precedente stima: 1%) per arrivare nel 2018 appena all’1,6%. Forse proprio questa valutazione ha spinto a rompere gli indugi in quanto una deflazione incombente era davvero troppo pericolosa per l’economia del Vecchio Continente.

Le mosse della Bce sono davvero spettacolari ma anche assai attente a toccare tutti gli aspetti cruciali della economia che conta. Meno il ruolo dei Governi ai quali Draghi si rivolge però chiedendo di fare ora più che mai la loro parte, rifome e conti in ordine.  Niente alibi dunque  per i Governi, ma niente  alibi per le banche ed i mercati finanziari.  Ed ecco allora che  il tasso principale di rifinanziamento scende al minimo storico dello 0,0% dallo 0,5% considerato dallo stesso Draghi invalicabile nel recente passato. Fiato per l’euro e l’export europeo, ma anche ossigeno per le famiglie che contraggono i mutui e per gli Stati che pagheranno meno per gli interessi sul debito. E il primo colpo di scena. Il secondo arriva dalla decisione di alzare da 60 ad 80 miliardi al mese l’acquisto di bond attraverso il Qe con una novità che potrebbe tranquillizare  i mercati riducendo i rischi di speculazione oltre che favorire le imprese solide: anche i bond emessi da aziende non finanziare potranno essere comprati dalla Bce. Sempre piu’ negativo inoltre i tasso sui depositi bancari che cala dal meno 0,30% al meno 0,40%  così come il tasso sui prestiti marginali che viene abbassato allo 0,25% con l’intenzione di spingere le banche a guardare anche verso le economie piu’ deboli e bisognose di liquidità. Fatto straordinario è che nel meccanismo Bce i prestiti concessi alle banche saranno perfino “pagati”…  in sovraprezzo se si dimostrerà che essi sono stati usati dagli istituti di credito per stimolare l’economia reale. Insomma è come se la Bce dicesse al sistema bancario europeo (tedeschi in primis, visto che hanno più volte criticato questi interventi): se volete tornare a guadagnare datevi fare nel favorire l’economia reale.  Propositi troppo ambiziosi? Mario Draghi come un novello Napoleone? Mario Draghi… l’italiano? Nulla di tutto ciò. Il realismo del Presidente della Bce è testimoniato dalla convinzione con cui viene sostenuto che i tassi rimarranno a lungo ai livelli attuali “ben oltre l’orizzonte temporale degli acquisti”. Una scelta senza ripensamenti, ma che tenacemente gioca  prestigio e misure forti  solo e soltanto sulla crescita. Forse questo è il messaggio più forte che Draghi lancia a Governi, banche, mercati ed imprese: “la ripresa è moderata ma continua, allora  diamogli più forza, crediamoci”. Non è detto che riesca, dubbio lecito,  ma cosa sarebbe avvenuto se la Bce avesse scelto di vivacchiare, di gestire un tranquillo, burocratico,   giorno per  giorno? Meglio non pensarci. E quest’ultima frase probabilmente si può dire anche in tedesco.

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One thought on ““Mario Draghi è tornato”

  1. Immettere sul mercato liquidità per innescare inflazione vuol dire far pagare ancora una volta , se mai ci fossero stati dei dubbi la crisi ai poveri. Si è sempre saputo , a memoria di uomo che l’inflazione è la tassa subdola e nascosta che viene fatta pagare ai poveri.
    A mio modo di vedere, e lo vado ormai ripetendo dal 2005 quando si ebbero inequivocabili segnali di inizio crisi, è necessario tornare a parlare dei tre pilastri su cui gira l’economia : Lavoro, materia prima e capitale . Il lavoro genera risparmio,; Il risparmio genera Capitale ed il capitale è necessario per acquistare la materia prima e ristorare il lavoro. La combinazione di questi tre elementi crea prodotti, i quali prodotti hanno un prezzo che gravato dell’imposta che ristora lo stato , va a remunerare il lavoro ,il capitale ,la materia prima e lo stato che è responsabile delle infrastrutture.
    Se i consumatori acquistano per il novanta per cento prodotti provenienti da fuori Italia ed Europa, a voglia la BCE a immettere liquidità, come si dice in gergo, ” se il cavallo non ha sete non beve”.
    Se la gente non ha lavoro non ha soldi e se non ha soldi non acquista. E’ una semplice banale considerazione. Ancora come fanno i consumatori ad indebitarsi se non hanno entrate certe da poter restituire i prestiti?
    L’intervento quindi non andrebbe fatto sul ciclo o sulla velocità di circolazione della moneta ma sulla circolazione dei prodotti e delle merci.
    Consumare prodotti locali significa far crecere l’economia locale: Consumare prodotti italiani significa far crescere l’economia Italiana; Consumare prodotti Europei significa far crescere l’econoimia Europea; Consumare prodotti Indiani,Cinesi,Sud Coreani o Africani, significa far crescere l’economia di quei produttori ed arricchire i pochi intermediari ed impoverire gli altri. Questa è dura e cruda realtà !
    Se non si è consumatori consapevoli ci sarà sempre qualcuno che ne approfitterà andando a produrre dove la manodopera costa poco per rivendere ove il prezzo è alto. Impoverendo gli uni e non arricchendo gli altri.
    A majora
    Ritaldo Abbondanzieri

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