MISSILI SU SAN PIETRO?

GIUSEPPE TAMBURRANO      

Siamo tutti sotto choc per le stragi di Parigi ad opera di criminali dell’Isis. E ci chiediamo: che cosa dobbiamo fare? Due sono le cose: combatterlo sul terreno ed evitare che entrino nel nostro Paese frammisti a migranti in cerca di asilo.

La Francia è stata presa di mira perché è impegnata militarmente sul terreno in Siria. Ma dal punto di vista militare il Medio Oriente è un problema quasi inestricabile: Obama non si muove per via dei rapporti che ha con l’Egitto e la Turchia. Putin fa il suo gioco proteggendo Assad e mantenendo un rapporto di collaborazione con la Turchia. La quale combatte più i curdi che Assad. Israele è per ora fuori gioco, e fuori gioco è l’Iran. E l’Italia che fa? Se ne lava le mani, specie ora che è rallentato il traffico di barconi per ragioni meteorologiche. Ma non si è mossa quando doveva, fermata dalle clausole del Trattato di Dublino che la Merkel ci ricordava continuamente, tranne poi a chiederne lei la sospensione di fronte all’ondata di emigranti che fuggivano la guerra in Siria e si dirigevano verso la Germania.

Renzi ha forse risparmiato l’Italia da un attacco jihaidista non muovendo un dito. Saggezza o insipienza? Io temo che rischiamo di pagarla cara. L’Isis guarda soprattutto all’Italia perché è a Roma la capitale della cristianità con i suoi simboli. Non il papa, perché morto un papa se ne fa un altro, ma il Vaticano. Riflettiamo solo a questo: è possibile colpire con missili San Pietro sparandoli dalle coste nord della Tunisia. E in Tunisia l’Isis si è già esercitato in un museo e su una spiaggia. E l’Isis dispone dei missili di Gheddafi, il quale nel 1983 ne lanciò uno che cadde davanti a Lampedusa. Di missili più potenti disponeva certamente il dittatore libico al momento della sua morte: ed oggi sono in mano agli estremisti che controllano Tripoli. Insomma l’ipotesi di missili su San Pietro non è fantascienza. E interventi preventivi dell’Italia, dell’Europa, della Nato allo scopo principale di impedire all’Isis di giungere alle coste della Tunisia e di fermare il flusso dei barconi con l’infiltrazione di estremisti in Italia sono necessari.

P.S. Giusto en passant: che fa la “nuova sinistra”, cioè quel gruppetto di parlamentari usciti dal PD?

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