Chi è senza peccato

crisafulli-EDOARDO CRISAFULLI-

La filippica del deputato 5 Stelle Mattia Fantinati al Meeting di Comunione e Liberazione a Rimini ha galvanizzato le folle virtuali sui social media. Il suo atteggiamento fazioso e persecutorio ricorda il furore dei giustizialisti al tempo di Mani Pulite. Che differenza abissale rispetto all’intervento colto e intelligente di Claudio Martelli al Meeting di CL negli anni Ottanta! Altri tempi, altre intelligenze, altre carature politiche. Io e i cillieni militiamo da sempre su sponde opposte. Negli anni Ottanta, quand’ero studente, polemizzavo aspramente contro il loro modo di concepire la religione e la politica. Ma il confronto/scontro era politico. Altra cosa dal moralismo becero che va per la maggiore oggi. Noi laici non lottavamo contro il Male assoluto. Ai cattolici ultra conservatori contrapponevamo la nostra visione laica e libertaria. Talora affioravano punti d’incontro: la lotta per la libertà nei paesi oppressi dal comunismo per esempio.

La laicità è figlia della cultura liberale: significa tolleranza, apertura mentale, esercizio del dubbio. Il laico, convinto che la verità assoluta non esiste, rispetta il proprio interlocutore – a condizione, ovviamente, che questi non persegua la sopraffazione e la violenza. Fantinati invece possiede la verità, è un puro. I suoi avversari sono nemici del bene. Colpisce la posa compiaciuta dello zelota, dell’integralista: “Sono qui per denunciare come Comunione e Liberazione, la più potente lobby italiana, abbia trasformato l’esperienza spirituale morale, in un paravento di interessi personali, finalizzati sempre e comunque a denaro e potere. La politica deve essere laica, perché deve fare il bene comune, di tutti. Non esiste una politica cristiana, esiste un cristiano che fa politica. Il Movimento 5 stelle si indigna che si possa strumentalizzare in questo modo tanta brava gente e credenti cattolici”.

Questo j’accuse generalizzato, questa chiamata di correità collettiva è degna dei tribunali della Santa Inquisizione – l’inquisitore fa ricadere le (presunte, ma date per certe) colpe su tutti i militanti del movimento incriminato. L’illuminista Beccaria, che teorizzò la geniale distinzione tra reato e peccato, inorridirebbe. Secondo il diritto laico, c’è solo un caso in cui il reato “associativo” ha un senso: quando si ha a che fare con organizzazioni criminali quali la Mafia e il Partito nazista. In uno Stato costituzionale di diritto, si denuncia la singola persona che ha commesso un reato specifico. Per i grillini invece chi è al governo o raggiunge posizioni di potere nella società civile – anche in una democrazia liberale – è un corrotto, un disonesto, un losco figuro.

Badate bene: è tutt’altra cosa dire “chi è al governo può abusarne”. Dubitare di chi è al governo è cosa lecita, ed è compatibile con il garantismo. E infatti i liberali hanno escogitato il meccanismo della rotazione dei governanti. Ma il pentastellato senza macchia e senza paura (s)ragiona in base a categorie religiose manichee: di qua i puri, di là gli impuri; di qua i buoni, di là i cattivi; di qua la verità, di là la menzogna. Ma perché mai non è lecito che un movimento politico influenzi l’opinione pubblica anche con il denaro e il potere? Non è quello che fate anche voi, cari Robesperierre in sedicesimo? Non utilizzate forse il denaro, e i social media (spesso in maniera scorretta, propagandistica)? E cos’è questa entità misteriosa — il Potere – che evocate con gli occhi sgranati?

In un post su facebook, il nostro eroico deputato aggiunge il carico da novanta: “abbiamo buttato un sassolino dentro l’ingranaggio. Abbiamo fatto capire cosa significa onestà, trasparenza, a tutti i costi. La nostra onda travolgerà il marcio.” In sintesi: la politica non è buon governo, gestione efficiente della cosa pubblica. È molto di più: è rigenerazione, riscatto morale. È una jihad: il compito dei puri è scacciare il diavolo con l’acqua santa. È così che i giustizialisti e i puritani soffiano sul fuoco dell’antipolitica. Talmente grandiosi e irrealistici sono i loro strombazzati propositi di rinnovamento radicale che la gente prima o poi si ritrae, schifata, dalla politica democratica – palude malsana non bonificabile.

Per i grillini la commistione fra potere, denaro e politica è fonte di ogni male; ed è causa del decadimento morale della nazione. Chi, in politica, maneggia il denaro — lo sterco del demonio – è un ladro e si danna l’anima. “Negli anni avete generato un potere politico capace di influenzare sanità, scuole private cattoliche, università e appalti. Sempre dalla parte dei potenti, sempre dalla parte di chi comanda. Sempre in nome di Dio”. Insomma: gli imprenditori ciellini sarebbero come i mercanti del Tempio scacciati ignominiosamente da Gesù. Io – da buon socialista – ho una vena anti-clericale. Ma so bene che nessun movimento politico e nessuna Chiesa possono fare a meno di gestire in maniera “impura” le cose terrene. Il momento spirituale e quello temporale non si separano a colpi d’accetta. Umani siamo, e abitiamo un mondo imperfetto e maledettamente complicato. Leggetevi Carlo Ginzburg, il quale ironizza sulla “storiografia giudiziaria” per cui la politica sarebbe un susseguirsi di tradimenti, complotti, inganni, ruberie. Lo stesso impero romano, secondo i moralisti, crollò perché gli antichi romani avevano perso le antiche virtù repubblicane: sobrietà e onestà. Si erano rammolliti, trascorrevano troppo tempo nelle terme e a gozzovigliare… La storia – la politica di oggi è la storia di domani – non è una rassicurante fotografia in bianco e nero: è piuttosto un canovaccio pieno di macchie e di zone grigie. E il grigio non è detto che indichi una cloaca maleodorante…(PRIMA PARTE). (L’ARTICOLO DI CRISAFULLI SARA’ PUBBLICATO INTEGRALMENTE SUL PROSSIMO NUMERO DELLA RIVISTA DELLA FONDAZIONE NENNI “L’ARTICOLO 1”, IN USCITA AD OTTOBRE: http://fondazionenenni.it/content/rivista)

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4 thoughts on “Chi è senza peccato

  1. Caro Crisafulli,
    forse l’intervento del cinque stelle è stato un poco irriverente ma ha detto con chiarezza e a viso aperto cosa pensa e come vede che le cose stanno. Nella vita come nella famiglia, nella Società e nella politica bisogna fare ciò che si dice e dire ciò che si fa. Se vogliamo avere una società giusta , non possiamo predicare l’onestà e poi comportarci diversamente; non possiamo predicare l’uguaglianza e poi agire in maniera da creare disuguaglianza; non possiamo predicare la giustizia e poi comportarci senza giustizia. Non possiamo predicare la trasparenza e poi comportarci opacamente; non possiamo predicare la democrazia e comportarci come una dittatura.
    Dire queste cose in maniera chiara può essere irriverente ma è la verità !
    Se poi la verità fa male, allora viva la VERITA’
    Come diceva Pertini : non possiamo chiedere alla moglie di Cesare di essere onesta se Cesare non è onesto ! Questo non è intolleranza, è cercare di creare una Società giusta ! La giustizia sembra fare male poi si apprezza ; l’ingiustizia soddisfa immediatamente poi fa schifo !
    Direi invece che tutti e dico TUTTI dovremmo ritornare ad applicare la Costituzione della Repubblica Italiana, con una legge elettorale chiara e ridare la parola al POPOLO SOVRANO. Solo chi ha consenso vero è autorizzato a governare, altrimenti è un usurpatore
    Applicare la meritocrazia e non la tessera; allontanare coloro che si vogliono arricchire sulle spalle degli altri. Così la penso . Le decisioni del nostro passato sono le fondamenta del nostro presente.
    Essendo un democratico convinto rispetto le idee degli altri, ma mi riservo il diritto di dire la mia.
    Ritaldo Abbondanzieri

    1. Concordo con Rinaldo…ed io oltre ad essere un Democratico convinto sono anche dell’idea che la Democrazia o è intesa e praticata come sostanziale…o è un’altra cosa (imbroglio, ed integralistico ciarpame populista o volontaristico sociale mascherato da schierame, migliorismo e riformismo d’apparenza e per finzione) hanno in comune sempre un unico obiettivo l’annullamento o l’azzeramento delle libertà e del diritto democratico di eguale cittadinanza, usano questi avversari della democrazia diversi strumenti e mezzi…e anche diverso livello di coscienza….ma il risultato è convergente ed antidemocratico…diffuso…altro che individuale essi agiscono in modo spesso occulto con l’induzione utilizzando ogni mezzo lecito e illecito…e in questo a me non sembra che ci sia particolare differenza da chi professava il nazionalsocialismo.

  2. Vi ringrazio per i vostri commenti. Forse mi sono espresso male. Anche io mi indigno per la corruzione e tutto il resto. Non posso pero’ accettare che si criminalizzi un intero movimento. E’ stato fatto anche con noi socialisti. Giusto criticare CL, ma il grillino e’ davvero andato oltre il dovuto! Non si puo’ dire che CL sempre e comunque ha piegato lo spirituale a interessi di potere e denaro. Non e’ vero, non e’ giusto, e lo dico da laico

    1. Caro Crisafulli,
      la prego di voler scusare il ritardo, ma… eccomi. Insomma, a quanto pare lei si è scandalizzato per l’intervento del deputato cinque stelle e spara contro la sua accusa che dipinge quale ritrovato degno della santa inquisizione. S’indigna perché il deputato ha accusato di corruzione chi occupa posizioni di potere – mentre, come più discretamente lei fa osservare, si farebbe bene a dire che chi è al governo può abusarne (che è cosa diversa dal sostenere che chiunque occupi posizioni di potere non sia esente dalla lusinga del prestigio e dalla corruzione). Uhm… un inciso da vero liberale, non c’è che dire…
      Lei mette molta carne al fuoco e, impiegando risorse antiereticali, continua a sciorinare il manicheismo, Carlo Ginsburg, gli antichi romani ecc. per demistificare l’invettiva indiscriminata del deputato cinque stelle, a suo dire eccessivamente critico. Quanto poi al principio della legittimità d’influenza dell’opinione pubblica attraverso l’impiego del denaro, sembra invece non tenere bene a mente che il Movimento cinque stelle non fa opera di propaganda politica con i fondi dei contribuenti e che inoltre i deputati non percepiscono lo stesso stipendio di altri crassi parlamentari (chissà perché quando uso la parola crasso mi viene sempre in mente l’uomo-palla di Craxi?!).
      Poi però dice di essere anche lei un socialista che, per quanto contrario alla corruzione come sistema, sembra tuttavia cedere di fronte al sistema della corruzione (il che, ahimè, sembra essere proprio un vizio), che prevede l’incistamento in posizioni di potere e in collusioni con la mafia. Si perde dunque in sofismi ottusi e in ostentazioni vanagloriose che sembrano indulgere invece sulla corruzione conclamata e la sfacciata arroganza di un Craxi o un De Michelis – il quale ha anche dichiarato che “in confronto al cavaliere i miei bagordi erano inezie”. Ma che cosa ci faceva il De Michelis col cavaliere Berlusconi? E con tangentopoli? Mah… Concludo dicendo che è una fortuna che al suo articolo siano seguite almeno le due repliche di Guido Manca e Ritaldo Abbondanzieri.
      Se si dice socialista dovrebbe guardare con diffidenza un governo costituito da una classe politica che punta unicamente a non cedere di un millimetro al proprio prestigio adottando provvedimenti e leggi antipopolari, piuttosto che stare sul chi va là nei confronti di chi, preso dall’insofferenza, ha inveito all’indirizzo di una casta sacerdotale che non pagherà mai abbastanza i suoi vizi, almeno fino a che qualcuno non le presenterà il conto (ma si può mai inveire troppo di fronte agli abusi di questa casta politica?).
      Scandalizzarsi come un moralista per l’irriverenza del deputato cinque stelle e non avere occhi né orecchie per capire quanto elegantemente si sta consumando in Italia (e nondimeno si è consumato in casa socialista), è un atteggiamento quantomeno in malafede – e certo, perché per una concezione aristocratica della politica come la sua è di questo che si tratta. E’ di opinioni come questa che si dovrebbe diffidare, sempre che sia rimasto ancora un po’ di cervello per pensare… e soprattutto un po’ di coraggio per parlare.

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