Ancora sulla legge elettorale…

DEL BUE-MAURO DEL BUE-

In nessun paese al mondo si stabilisce una norma in base alla quale la vittoria è decretata per legge. Anche se il popolo sceglie il pareggio. Nemmeno nella supermaggioritaria Inghilterra esiste un obbligo del genere sancito da un codice. Tanto è vero che alle ultime elezioni non ha vinto nessuno e Cameron è stato obbligato a coalizzarsi coi liberali. In nessun paese del mondo si costruisce un sistema parlamentare come se fosse presidenziale. Noi diciamo che i presidenti del Consiglio sono eletti dal popolo e invece sono ancora designati dal capo dello stato. Ma anche oggi nel dibattito politico-giornalistico dei soliti dilettanti allo sbaraglio sentirete dire che solo Monti, Letta e Renzi non sono stati eletti direttamente. In nessun Paese al mondo si stabilisce un ballottaggio nazionale (in Francia è di collegio) per liste di partito. I ballottaggi si fanno in Francia o nelle elezioni dei sindaci, tra candidati. In Italia assisteremo all’assurdità del ballottaggio nazionale tra liste.

Tutto questo rimanda al problema di fondo e cioè la mancata scelta di un modello di Stato, che neppure la riforma costituzionale oggi alle Camere risolve. Noi operiamo in un sistema parlamentare come se fosse presidenziale. Ma non è così. C’è di più. Anche coloro che si presentano come presidenzialisti parlano di elezione diretta del presidente della Repubblica, ma non ne traggono le logiche conseguenze. L’elezione diretta del presidente della Repubblica di quale Repubblica? Se è presidenziale di tipo americano o semi presidenziale di tipo francese non si sa. Nell’uno e nell’altro caso è il presidente della Repubblica il vero capo dell’esecutivo. Se ci limitiamo a eleggere direttamente il presidente della Repubblica in una repubblica parlamentare produciamo un altro paradosso. Eleggiamo un presidente senza poteri che deve designare un presidente del Consiglio con grandi poteri. Cioè eleggiamo chi conta meno e non chi conta di più…

Cincischiamo. Vogliamo portare a casa la riforma. Che è come vincere una partita di calcio. Perché, si dice, la sera stessa delle elezioni ci sarà un vincitore. Che non è neppure vero, perché se un lista non supererà il quaranta per cento si andrà al ballottaggio. E si aggiunge, lo ha fatto in tivù il ministro Boschi: “Avete visto in Grecia? La sera stessa si sapeva che aveva vinto Tsipras”. Ed è talmente vero che Tsipras per governare è stato costretto a contrarre un’alleanza con un partito di destra. Ma almeno non avremo più il Senato, no? Non avremo più un Senato eletto dal popolo e torneremo al Senato come ente di secondo grado, com’era nell’Italia liberale. Allora nominato su designazione dei prefetti direttamente dalla monarchia, oggi prevalentemente dalle Regioni, l’istituzione più in crisi. Un passo avanti? O un meraviglioso ritorno al passato?

dall’Avantionline.it

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2 thoughts on “Ancora sulla legge elettorale…

    1. Da decenni vado sostenendo che la gabbia che sta uccidendo la DEMOCRAZIA Italiana è stata creata dalla stessa Costituzione che con l’intento di preservarla dai così detti, a suo tempo, revanscismi fascisti, con la sua iperappresentatività ad innumerevoli livelli istituzionali ha sviluppato un’oligarchia politica autoreferenziale refrettaria a qualsiasi cambiamento di più di 1 milione e mezzo di persone che vivono solo di politica e che vogliono continuare a farlo al di sopra di tutto e tutti e nonostante tutto e tutti. Sono d’accordo con Del Bue o Repubblica Presidenziale o Repubblica Parlamentare, non ci possono essere confusioni. Spero che Renzi abbia in mente un disegno, depotenziare un pò alla volta le potentissime forze che si oppongono a qualsiasi cambiamento per arrivare al quel Presidenzialismo che noi Socialisti invochiamo dal 1979.
      Gaetano VERGARI

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