E’ in via di trasformazione la partecipazione politica in Italia?

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Se i dati sul tesseramento 2014 saranno confermati sarebbe la fine dell’ultimo Partito di massa in Italia; i dati sono incredibili, nel 2014 il Partito Democratico avrebbe perso 400.000 iscritti e oggi sarebbero appena 100.000, prevalentemente concentrati nelle Regioni rosse come Emilia romagna , Toscana e Marche; nella Prima Repubblica sarebbe stato un Partito di testimonianza del 2%.

Dobbiamo rassegnarci al declino dei Partiti e alla fine della partecipazione politica?

Come prospettato dal sociologo Ilvo Diamanti su Repubblica ad aprile 2014, sullo sfondo vi è la crisi dei Partiti di massa novecenteschi basati sulla militanza e l’appartenenza identitaria, capaci di comunicare direttamente con le società; e vi è l’irrompere in questa crisi della “democrazia del pubblico”.

Segnata dal deperire della partecipazione sociale e da una personalizzazione della politica e della comunicazione, in primo luogo televisiva, che tende a trasformare i cittadini in spettatori.

È ancora così? Dopo il voto delle europee di maggio, oltre alla scarsa partecipazione politica si è assistito alla fine del voto legato alla appartenenza politica collettiva, e l’inesorabile fenomeno del voto come rapporto utilitaristico di tipo personale. Da tempo c’erano avvisaglie.

Ma oggi sono in crisi anche i talk show. Lo scenario appare chiaro: meno cittadini sono legati a Partiti politici, pochi si recano alle urne e nella scelta del voto sono legati al voto utilitaristico.

I partiti della Prima Repubblica crescevano in un contesto socio-economico-culturale totalmente diverso. Oggi prevale l’assenza di fiducia e l’individualismo, quindi sarebbe più opportuno parlare non di elettore indeciso ma elettore pronto a votare il partito o il politico più “conveniente”. Ma non bastano più annunci generici tipo “riduciamo le tasse”. Oggi l’elettore “disponibile” si affida a quelli che fanno annunci concreti: 80 € in busta paga, la resistuzione della tassa sulla casa..etc.

In una società dove si sono ridotte drasticamente le risorse di tempo e denaro individuali non vedremo più le sezioni piene di fumo e di militanti impazienti di intervenire. Oggi funziona la formula di Grillo, sullo smartphone arrivano le news e le direttive del Movimento e del Blog che il simpatizzante può comodamente leggere nei treni o nei bus(che vanno a 12 km orari) mentre si reca al lavoro. E poi la sera esprimere la propria preferenza ai quesiti proposti dal Blog. Questa formula in grado di mobilitare un discreto numero di cittadini è destinata in poco tempo ad entrare in crisi se non ha la capacità di trovare nuovi stimoli e nuove formule e soprattutto se non si traduce in fatti concreti.

Se i Partiti sono in crisi non è vero, però, che i cittadini non siano disponibili ad attivarsi e a partecipare.

Oggi i cittadini tendono a sperimentare nuove forme di partecipazione; ne è un esempio, che sicuramente diventerà contagioso, il fenomeno “Ratake”, organizzazioni di cittadini che operano per il decoro delle città che troviamo nei nostri quartieri, nelle stazioni e nei luoghi degradati. Un fenomeno contagioso, di cittadini che hanno trovato un canale per sfogare la frustrazione e la rabbia per lo stato di abbandono delle nostre città, di quello che dovrebbe essere il bene comune.

È prevedibile che in Italia si svilupperanno con maggiore capacità Movimenti spontanei dal basso con uno scopo in parte mutualistico(forse un po’ come all’inizio del 900′), come sostegno ai ceti bassi e ai poveri, inevitabilmente cresciuti con la crisi del sistema capitalistico occidentale e in parte nel tentativo di riparare alle inefficienze della politica e per sviluppare il senso civico.

Quindi il futuro della partecipazione politica non è l’impersonale Blog antipartitico, ne le riunioni fiume dei partiti di Prima Repubblica. Forse il futuro della partecipazione politica è nell’azione concreta di gruppi portatori di interessi, sintetizzando con una formula: “piccole azioni da compiere la domenica nel proprio quartiere”.

Esisterà ancora la sinistra? Esisterà se sarà capace di cogliere le trasformazioni della società, superando le inutili divisioni, conservando e difendendo i valori del socialismo(lavoro, libertà, uguaglianza, diritti) e gli uomini che hanno fatto grande la storia del socialismo italiano ed europeo(Nenni, Pertini, etc..)e puntando sulla cultura e sulla formazione sfruttando tutte le potenzialità della rete e dei nuovi canali comunicativi.

 

fondazione nenni

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